PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto- Estate 2017: in viaggio con DAMPYR
Cambogia, Thailandia, Cornovaglia, Australia e Niger. Non si può certo dire che Dampyr – al secolo Harlan Draka – e i suoi compagni Kurjak e Tesla siano sedentari, nonostante risiedano nella bellissima città di Praga. Senza contare che, dopo la lunga avventura corale terminata a gennaio (recensita su questa rubrica nell’articolo del 14 gennaio 2017 www.100torri.it/newsite/?p=44140 ), Harlan è stato in Norvegia, a Hollywood, a Napoli e in Inghilterra. Nei mesi di giugno e luglio, complice anche il Maxi estivo di 288 pagine contenente ben 3 storie complete: “Il testamento”, ambientato in un maniero della Cornovaglia, “Il mostro nel billabong”, ambientato nel nord dell’Australia e “Nel paese degli uomini blu”, ambientato nel deserto del Sahara nigeriano, oltre alla storia doppia contenuta negli albi “Il tempio nella giungla” (nr. 207) e “Cambogia” (nr. 208) che si svolge tra Cambogia e Thailandia, assistiamo ad un continuo cambiamento di scenari, sempre ben delineati e documentati, com’è tradizione della serie e della casa editrice Sergio Bonelli Editore.
Il fumetto italiano – anche quello Bonelli – è nato come intrattenimento per ragazzi e lo è stato per tantissimi anni, prima con gli albetti a striscia e poi con il formato che, con il tempo, è stato battezzato “formato bonelli” grazie al successo di personaggi come Tex, Zagor, Comandante Mark e Piccolo Ranger. Un’epoca dominata quasi esclusivamente dal West. Poi, man mano, il fumetto è diventato sempre più adulto, da una parte perché negli anni ’70 sono nate le riviste che ospitavano i cosiddetti “fumetti d’autore”, dall’altra perché i lettori crescevano senza allontanarsi dai loro personaggi preferiti. Così è successo per i fumetti della Sergio Bonelli Editore che, grazie soprattuto all’impegno e alla qualità degli autori arruolati negli anni da Sergio Bonelli, si sono evoluti con i loro lettori. Il merito va anche alla nascita di nuovi personaggi, il primo dei quali è stato il Mister No di Guido Nolitta, a cui sono seguiti Ken Parker e poi Martin Mystére. Personaggi che, oltre alla qualità delle storie, hanno sempre fatto riferimento ad una solida ricerca documentale e a riferimenti precisi a fatti storici e luoghi geografici.
Il personaggio bonelli che oggi riesce meglio di ogni altro a coniugare avventura e azione con frequenti e precisi riferimenti a luoghi, città, fatti storici e personalità realmente esistite è Dampyr.
Una serie iniziata nel 2000 e chequest’anno ha superato i 200 numeri della serie regolare – a cui vanno aggiunti 12 Speciali, 9 Maxi e un Magazine – grazie al fascino del protagonista (ispirato all’attore Ralph Fiennes) e dei suoi comprimari, ma soprattutto a delle storie avvincenti e dinamiche ambientate in scenari sempre diversi. Dampyr è un personaggio contemporaneo che si sposta nel nostro mondo con estrema facilità, sia per combattere i Maestri della notte, sia per indagare su misteri, pericoli e tragedie che escono dai normali canoni dell’umana comprensione. E’ un uomo di azione, come lo sono i suoi due comprimari principali, l’ex soldato serbo-bosniaco Emil Kurjak e la non-morta berlinese Tesla Dubcek. Un trio operativo che ricorda più di altri l’agire del gruppo dei pard di Tex Willer. Non a caso Dampyr è stato creato dall’attuale curatore e sceneggiatore principale di TEX, Mauro Boselli, insieme a Maurizio Colombo, per anni sceneggiatore di Mister No.
Un omaggio a Mister No – e ai viaggi di Sergio Bonelli che ne hanno ispirato le avventure – è contenuta nella terza storia del Maxi attualmente in edicola, “Nel paese degli uomini blu” di Giulio Antonio Gualteri e Stefano Marsiglia per i disegni di Fabrizio Russo, dove vediamo Dampyr e Kurjak iniziare le loro indagini dalla stessa città di Agadez da cui partiva anche la lunga avventura di Mister No, “Sulle piste del Sahara”. Una storia appartenente al filone vampiresco – quello principale del personaggio – dove agiscono tutti e tre i protagonisti della serie. Troviamo invece solo Harlan e Kurjak nella seconda,“Il mostro nel billabong” di Francesco Matteuzzi per i disegni di Andre Del Campo, ambientata nell’Australia del Nord. Un’avventura particolare e dinamica dove l’azione e il mistero si mescolano con la problematica dello scontro culturale ed economico tra aborigeni e bianchi, in particolare la difesa del territorio. Argomento complesso che viene però lasciato subito sullo sfondo della vicenda a beneficio dell’azione, in cui i due protagonisti si trovano ad agire in modo molto determinato, forse un po’ troppo, cosa che, in alcuni dialoghi, personalmente mi ha un po’ disturbato.
E’ ambientata in un’Inghilterra un po’ fuori dal tempo (se pure l’azione si svolge principalmente ai giorni nostri) la storia “Il testamento” – la prima del Maxi – scritta da Diego Cajelli per i disegni di Marco Santucci. Qui troviamo il solo Harlan Draka chiamato ad accompagnare il cacciatore di vampiri Dean Barrymore in un bellissimo, quanto misterioso e inquietante, maniero in Cornovaglia. Un’avventura esoterica e drammatica in cui agiscono numerosi personaggi ben caratterizzati e in cui si assapora un’atmosfera da classico giallo all’inglese. Un altro Maxi ben riuscito, con tre storie avvincenti, disegnate da autori sempre più bravi.
Le tavole di Marco Santucci sono un piacere per gli occhi, prima di tutto per la plasticità dei personaggi, che disegna in modo preciso e sicuro, sia nei primi piani, sia nelle scene lunghe e di azione. Spettacolari le sue inquadrature che, pur variando continuamente, sono ricche di prospettive e realizzate con un’efficacia rara che conferisce un grande tridimensionalità e profondità alle vignette.
Il tratto di Andrea Del Campo rende benissimo l’atmosfera cupa e drammatica della storia australiana. Un autore che si è evoluto notevolmente rispetto ai primi lavori, guadagnandone in realismo pur mantenendo il fascino di un bianco e nero moderno e dallo stile nervoso, efficace sia nei personaggi che nelle ambientazioni. Spettacolari gli effetti speciali che ha realizzato giocando con i toni di nero e di grigio, sia per le numerose scene notturne, sia per il Bunyip.
Fabrizio Russo, veterano della serie, è quello dallo stile più classico, anche in senso bonelliano. Dotato di grande realismo e capacità narrativa, oltre che della capacità di dare grande espressività ai personaggi, ci regala una bellissima avventura esotica in cui emergono soprattutto le figure dei Tuareg.
Ancora più esotica, se pure in un altro contesto, è l’avventura contenuta negli albi “Il tempio nella giungla” e “Cambogia”, scritti da Giovanni Eccher e disegnati da Luca Raimondo. Una lunga storia appartenente al filone dei Maestri della notte che questa volta si inserisce nel contesto storico del genocidio perpetrato dai Khmer Rossi in Cambogia nella seconda metà degli anni ’70,da cui prende le mosse e di cui esplora gli attuali risvolti nella vita sociale e culturale del paese. Grazie anche alla possibilità di sfruttare le quasi 200 pagine di due albi, Giovanni Eccher – uno dei nuovi sceneggiatori bonelliani che più mi ha entusiasmato, in particolare per aver scritto alcune bellissime storie di Nathan Never – è riuscito a realizzare una storia avvincente e ricca, sia dal punto di vista narrativo, sia per i personaggi e i contenuti che ha sapientemente sfruttato a fondo.
Eccher e Raimondo riescono a contestualizzare e rendere reale l’estrema drammaticità degli eventi storici, inserendoli in modo funzionale alla storia e mantenendo la tensione costante fino all’ultima pagina (in realtà la quartultima). In questa avventura ad Harlan, Tesla e Kurjak si affianca Heng, personaggio complesso e ben delineato che esprime in prima persona le contraddizioni della recente storia del paese e a cui fa da contraltare Mister Spark, luogotenente di Garuda (il potente Maestro della notte che darà parecchio filo da torcere ai nostri eroi). Una storia molto ben riuscita, di quelle che rimangono in mente, anche per i bei disegni di Luca Raimondo, esponente di quella scuola salernitana che coniuga realismo ed eleganza e che ha dato tanti grandi autori al fumetto italiano (e non solo). Il suo dettagliatissimo bianco e nero è nitido e pulito e, allo stesso tempo, altrettanto denso di sfumature, giochi di luce ed effetti visivi, sempre particolarmente riusciti.
Gli albi presentati in questo articolo sono:
- Il tempio nella giungla – Dampyr nr. 2007 del giugno 2017
- Cambogia – Dampyr nr. 208 del luglio 2017
- MAXI Dampyr nr. 9 del luglio 2017
- Sulle piste del Sahara – Mister No nr.188 del gennaio 1991