Chieri: “3 mila domande per 70 posti, cosa fa il Comune contro la disoccupazione?”

Rachele Sacco

«Che l’assessore alle attivitĂ  produttive di Chieri sia rimasta stupita dalle 3.265 domande di lavoro arrivate al Centro per l’impiego per i 70 posti di lavoro al supermercato Dimar che aprirĂ  a gennaio, è la cifra di quanto questa Amministrazione non abbia il polso dell’attuale crisi del mondo del lavoro». Non usa mezzi termini la Consigliera di FI e consulente del lavoro Rachele Sacco, nel commentare la notizia apparsa nei giorni scorsi su alcuni giornali. La storia è presto detta. Il supermercato Dimar di prossima apertura a Porta Gialdo, era in cerca di cassieri, banconisti  e addetti alle vendite per i reparti alimentari e non per un totale di 70 posti di lavoro. Alla chiamata del Centro per l’Impiego della CittĂ  metropolitana hanno risposto in 3.265. Gli aspiranti lavoratori, però, non saranno caricati subito in forze dal nuovo supermercato: «Francamente mi sembra una cosa assurda visto i nuovi lavoratori, potrebbero cominciare immediatamente il proprio percorso. Inoltre mi sembra davvero preoccupante che oltre 3mila persone del chierese siano in cerca di lavoro, mi chiedo: quali siano le politiche che dell’Amministrazione per arginare il fenomeno della disoccupazione?». C’è poi un altro progetto su cui Sacco punta il dito: “Apprendo in Azienda” lanciato dal Comune e in scadenza il 15 settembre, finalizzato a sostenere disoccupati e inoccupati di Chieri dai 18 ai 45 anni, corrispondendo alle aziende che li accolgono un’indennitĂ  di 600 euro mensili per tre mesi: «Il provvedimento, messo in piedi su mio suggerimento, è positivo. Ma ciò che mi chiedo è: come mai 19 full time? Non sarebbe stato piĂą consono, vista la fame di lavoro, attivare 38 part time e dare la possibilitĂ  a piĂą persone di accedere all’avviso pubblico – marca Sacco – Il compito di una buona amministrazione è quello di invogliare le aziende ad accogliere personale e di avvicinare il maggior numero di potenziali lavoratori alle aziende ospitanti. Mi sembra che anche questa volta l’assessorato competente non abbia saputo dar corpo alle reali necessitĂ  del territorio».