PIEMONTE ARTE: GROSSO, BOTTICELLI, CANTU’, COLLEGNO, SANDRETTO A MADRID, STUPINIGI, CHIANESE, GIANSONE…
TORINO E CAMBIANO, I MAESTRI DELL’ACCADEMIA ALBERTINA: GIACOMO GROSSO
Comune di Cambiano
Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino
28 settembre 2017 — 7 gennaio 2018
Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica, Torino
28 settembre – 23 ottobre 2017
La mostra dedicata a Giacomo Grosso è il secondo appuntamento del ciclo «I Maestri dell’Accademia Albertina», promosso e organizzato dall’Accademia Albertina di Belle Arti e dal Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto e inaugurato, nel 2016, con la rassegna su Andrea Gastaldi. L’esposizione, curata da Angelo Mistrangelo, si concentra sull’attività pittorica dell’artista, sugli anni d’insegnamento all’Accademia e sulla sua partecipazione ai grandi eventi internazionali. In particolare, viene posto in risalto il suo impegno nell’ambito di una ritrattistica di sicura fascinazione: un aspetto quanto mai determinante nella vicenda artistica del pittore, che appartiene alla cultura figurativa della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo.
BOTTICELLI: LA VENERE DI TORINO RIPARTE E VA IN GEORGIA
Dal 4 ottobre al 30 novembre 2017 l’opera esposta a Tbilisi come rappresentante dell’Italia per il progetto Valori universali. Ai Musei Reali di Torino in mostra fino al 28 settembre.
Con l’arrivo dell’autunno la Venere di Botticelli, uno dei tesori più preziosi di proprietà dei Musei Reali, riprende il suo tour come ambasciatrice della cultura italiana nel mondo.
Infatti, dal 4 ottobre al 30 novembre 2017 la Venere farà tappa a Tbilisi, presso la Galleria del Museo Nazionale Georgiano, dove sarà protagonista di un allestimento speciale, tanto che sarà collocata in una sala unica a lei dedicata.
L’iniziativa, intitolata Valori universali, si inserisce all’interno delle celebrazioni che ricordano quest’anno il venticinquesimo anniversario del ristabilimento delle relazioni diplomatiche italo-georgiane, che fece seguito al riacquisto dell’indipendenza georgiana nel quadro della dissoluzione dell’URSS.
Venere sarà anche la protagonista di una campagna di comunicazione articolata in diverse puntate: Botticelli, la bellezza, in cui la Venere di Torino è archetipo di bellezza e simbolo di una centralità italiana sulla scena culturale georgiana; Caravaggio, la luce; Leonardo, il genio.
La Venere di Torino proviene dalla collezione Gualino. La prima traccia dell’opera risale al 1844 quanto fu acquistata da un reverendo inglese, che in seguito la cedette a un barone. L’opera si pensava perduta nell’incendio della casa di quest’ultimo ma fu ritrovata dagli eredi da cui la acquistò il grande collezionista biellese Riccardo Gualino. Nel 1930 la Venere divenne patrimonio della Galleria Sabauda, dove è possibile ammirarla quando l’opera, spesso e volentieri chiesta in prestito ai Musei Reali, non si trova in giro per il mondo, ospite dei più importanti musei che da ogni parte la richiedono per esposizioni temporanee.
La genesi della “Venere di Torino” è senz’altro da ricercarsi in La nascita di Venere, oggi custodita presso gli Uffizi di Firenze. Quest’ultima ottiene da subito un grandissimo successo, tanto che già all’epoca la committenza chiese che venissero realizzate altre immagini di questa straordinaria bellezza femminile. Botticelli sceglie di ritrarre esclusivamente la figura della Venere, la fa stagliare sullo sfondo nero, quasi una scultura vivente; tra queste abbiamo tre testimonianze che sono arrivate fino a noi attribuibili a Sandro o alla sua bottega. Già durante la vita dell’artista, il mercante fiorentino Antonio Billi scriveva che l’artista dipingeva bellissime donne nude e Giorgio Vasari, nelle sue Vite, confermava la testimonianza con queste parole: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”. Solo tre Veneri sopravvivono, attribuibili a Sandro o alla sua bottega: la Venere di Berlino, quella di Torino e una già in collezione privata a Ginevra.
Turisti e pubblico torinese potranno ammirarla presso la Galleria Sabauda fino a giovedì 28 settembre.
NASCE LA FUNDACIÓN SANDRETTO RE REBAUDENGO MADRID
Una conferenza stampa dà ufficialmente inizio alla Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid, alla presenza di Manuela Carmena Castrillo, Sindaca di Madrid e di Chiara Appendino, Sindaca di Torino, nella bellissima Cineteca del Matadero di Madrid. La nuova Fundación aprirà nel 2019, negli spazi della Nave 9, uno degli edifici del primo Novecento del Matadero, il Centro de Creación Contemporánea aperto nel 2006 dall’Ayuntamiento di Madrid. Scrive Patrizia Re Rebaudengo: “Più di vent’anni di esperienza a favore dell’arte contemporanea mi hanno portato a compiere questo passo, mossa dal desiderio di ampliare la sfera d’azione dell’istituzione che ho costituito nel 1995, portandola nel contesto di una grande metropoli europea. Mi piace pensare che l’istituzione che porta il mio nome e quello della mia famiglia abbia da oggi tre case, legate da una filosofia chiara e unitaria, ma caratterizzate ciascuna da una propria fisionomia: Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba, tra le colline del Piemonte; il Centro di Torino, sorto nel 2002 in un quartiere protagonista di quel dinamico e decisivo processo di trasformazione in atto negli ultimi decenni nella mia città; la sede di Madrid che sarà situata nel cuore di un vero e proprio laboratorio di creazione multidisciplinare. Queste tre dimensioni si armonizzano con le vocazioni dell’arte attuale: la sua capacità di muoversi tra località e globalità, di interpretare i sentimenti di prossimità e di vicinato, di declinare la relazione con il paesaggio naturale e urbano e, nello stesso tempo, di riflettere sui macro cambiamenti e le emergenze del presente. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Guarene e a Torino, insieme alla Fundación di Madrid danno vita a una nuova costellazione, disegnano una nuova geografia che realizza concretamente un’idea di Europa basata sulla reciprocità fra luoghi, comunità, saperi e culture. Il sogno di aprire una nuova fondazione mi ha portato in questi anni a visitare molte città e numerosi spazi. Ho scelto Madrid perché considero la Spagna la mia seconda patria e perché lo spagnolo è una lingua che conosco bene e che mi è molto familiare. Ho scelto Madrid perché è una grande capitale globale e perchè è un ponte verso la cultura latino-americana, una scena in crescita, che guardo da tempo con molta attenzione.
La Collezione Sandretto Re Rebaudengo – che ho avviato nel 1992 – avrà un ruolo importante nella nuova Fundación. La mia Collezione ha sempre avuto un carattere aperto, dinamico: è alla base della nascita della Fondazione e in questi suoi venticinque anni ha viaggiato in tutto il mondo. Questa è una stagione molto felice per la Collezione: secondo una linea consolidata, sto curando il rapporto con il territorio e continuo a farla conoscere sulla scena internazionale. In novembre, cinquanta opere della mia raccolta saranno esposte nella mostra Come una falena alla fiamma – curata da Tom Eccles, Mark Rappolt e Liam Gillick – nata dalla nostra collaborazione con le OGR, il nuovo Centro della Fondazione CRT che inaugurerà i suoi spazi a Torino il 30 settembre. Sempre in ambito locale, abbiamo avviato un altro progetto importante, aprendo un dialogo con il Comune di Venaria Reale, cui è già seguita una serie di sopralluoghi, con il fine di individuare uno spazio per esporre in permanenza una parte della Collezione e organizzare mostre. In primavera la Collezione sarà in Cina, al Rockbund Art Museum di Shanghai. Nella sede di Madrid, la Collezione sarà presentata per cicli di opere che riallestiremo periodicamente, offrendo ai visitatori un percorso nell’arte contemporanea degli ultimi decenni, attraverso opere di artisti internazionali, datate tra il 1990 e il presente.
La Fundación sarà soprattutto un centro espositivo, dedicato alla ricerca e alla produzione di nuove mostre e di nuove opere. In linea con la nostra filosofia, avrà al proprio interno i luoghi deputati all’attività del Dipartimento educativo, della mediazione culturale, della formazione specialistica e delle residenze per artisti e curatori. Ho affidato la concezione dei suoi interni all’architetto David Adjaye (tra i suoi progetti recenti ricordiamo il Smithsonian Insitute National Museum of African American History and Culture a Washington DC voluto fortemente da Barak Obama), in collaborazione con l’architetto spagnolo Arturo Franco. Ho invitato gli architetti a lavorare su un’idea di luogo ospitale, pensato per le opere e gli artisti, per i pubblici, le scuole e le famiglie coinvolte nelle visite e nei laboratori. Come già nelle altre due sedi della Fondazione, il principio dell’accessibilità sarà applicato attraverso l’assenza di barriere sia fisiche che culturali. Nel 2002, il Centro di Torino della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha aperto le porte dopo un processo di collaborazione fra pubblico e privato, un processo pilota che non aveva molti precedenti in quegli anni. Nel 2017, il progetto per l’apertura della Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid si colloca analogamente nella sfera di una stretta collaborazione con il Pubblico. Nel settembre del 2015, dopo aver visitato gli spazi del Matadero, sono entrata in contatto con il Comune di Madrid, candidandomi per la concessione della Nave 9. Sottoposto alla Sindaca di Madrid, Manuela Carmena Castrillo, il progetto è stato ufficialmente accolto, tramite il Coordinatore generale del Comune di Madrid, Luís Cueto, nel febbraio 2016. Da quella data è iniziata la negoziazione con il Comune di Madrid, con l’obiettivo condiviso di arrivare a una concessione demaniale della durata di 50 anni, in cambio della ristrutturazione e della successiva attuazione di un progetto culturale di carattere espositivo, educativo e di ricerca, centrato sulle diverse espressioni artistiche contemporanee. La concessione è stata formalizzata l’8 settembre scorso con un decreto firmato congiuntamente dalla Sindaca e da me.La Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid è stata costituita nel gennaio 2017. La Fondazione italiana e la Fondazione spagnola saranno accomunate da missioni, obiettivi, metodologie e buone pratiche; saranno legate da una traiettoria disegnata giorno per giorno dall’arte contemporanea. Con il mio progetto, spero anche di poter contribuire a quel processo di internazionalizzazione in uscita che è una delle linee su cui la mia città, Torino, sta giustamente puntando.
Il lavoro da fare, prima dell’inaugurazione, è ancora molto lungo. Oggi, in occasione della conferenza stampa ufficiale, consentitemi di essere felice e orgogliosa per aver portato, con la nuova Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid, un po’ di Torino a Madrid.”
PINO TORINESE, I ‘MANDALA” DI GIANFRANCO CANTU’
Gianfranco Cantù è un pittore che abita a Pino Torinese e sta esponendo una sua opera nella mostra “Le signore del cielo” nella sala mostre della Regione Piemonte in Piazza Castello a Torino.
I suoi lavori sono dei mandala ricavati da un suo sviluppo dei teoremi di Pitagora e di Euclide.
Alcuni sono già stati esposti nel 1995 (non le sculture, che sono state esposte nel 2014 in ambito di Teatroescienza).
A COLLEGNO LA CERAMICA CELEBRA IL MITO DI ERMES
Le ricerche, l’impegno compositivo, le esperienze e gli studi intorno al «Mito di Ermes», rappresentano i momenti espressivi che caratterizzano la mostra allestita nella Sala delle Arti di Collegno, dove gli aspetti mitologici diventano storia rivissuta, leggenda, racconto. Una mostra che s’inaugura venerdì 29 settembre, alle 18,30, alla presenza del Sindaco Francesco Casciano, dell’Assessore alla Qualità della vita Matteo Cavallone e del Presidente dell’Associazione Gli Argonauti Renato Migliari. In questo contesto, l’affascinante messaggero degli dei, dei poeti e degli oratori, è interpretato dagli artisti che hanno aderito all’attività espositiva de «Gli Argonauti». In tale angolazione, il discorso si snoda attraverso le opere in ceramica della Sesta Edizione del Premio di Ceramica d’Arte Contemporanea 2017, che si è tenuto presso la Certosa Reale di Collegno/ Sala delle Arti. Un concorso dedicato ai «Vasi Officinali», eseguiti, come recita il bando, con un’altezza massima di 39 centimetri tanto da poter essere collocati fra le scansie degli scaffali dell’antica Aula Hospitalis della Certosa. E tra gli autori che hanno partecipato all’edizione 2017, la Giuria ha individuato e assegnato i premi a Maurizio Bellan (primo), Pasquale Liguori (secondo), Rossana Gotelli (terza) e Laurea Gorrea (quarta). Mentre le Menzioni Speciali sono andate a Vera Quaranta e Maria Grazia Staffieri. Il percorso dell’attuale rassegna è legato, quindi, ai lavori dei quattro finalisti, al «corpus» di opere che mette in evidenza forme innovative, realizzate secondo un rigoroso rapporto, anche se creativamente diverso, con i «Vasi Officinali». Un itinerario che si apre con «…ad Afrodite con amore, Hermes» di Maurizio Bellan, che è stato allievo per la pittura di Giuseppe Grosso. La sua opera composta da elementi in terra di Vicenza, assemblati con parti metalliche e dorature, è sicuramente contrassegnata da una ricerca piacevolmente espressa, accompagnata da una serie di lavori come «Risacca», «Zucca contenitore» e la suggestiva trama materica di «Inflorescenza». Pasquale Liguori di Raito di Vietri sul Mare, le cui ceramiche sono presenti nel Museo Manuel Calgaleiro Pòlo Castelo Branco, espone a Collegno il simbolico piatto murale, in maiolica invetriata, intitolato «Occhi di triglia (Mito di Ermes)». Accanto si possono vedere, inoltre, le maioliche «Moltitudine», «Marea» e la poetica «Natura». Della genovese Rossana Gotelli, presidente di «Sculturaceramica», s’incontrano le forme spezzate e corrose di «Relazioni Inverse», l’immagine di «Eternità» con applicazioni di elementi naturali – Alghe semi e piante – risolta con una cottura in riduzione, e i vasi in Raku nudo. Infine, Laurea Gorrea, formatasi alla scuola di Mauro Chessa, Sergio Saroni e Sandro Cherchi, propone «Le città di Hermes(dall’Ade all’Olimpo)», in semitefrattaria vicentina bianca. E con «Città nel vento», si notano «Gufo sultano», «Onirico (Pitociu-Lo spirito della famiglia)» e «Mutazione» ottenuta con la lavorazione a fascia. E in questi quattro artisti della ceramica si avverte il clima di un’attività sviluppata in sintonia con l’ambiente, la natura e quella particolare capacità di procedere all’insegna di una visione liricamente segnata dal mito di Ermes.
Angelo Mistrangelo
Collegno, Sala delle Arti Parco Gen. C.A.Dalla Chiesa, in corso Torino 7, orario: martedì-domenica 15-19, sino al 15 ottobre.
TORINO, GALLERIA FOGLIATO: “PITTORI DELL’800”
Giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 17,30 verrà inaugurata la mostra “Pittori dell’800” che si protrarrà fino a sabato 28 ottobre 2017.
Saranno presenti circa 130 dipinti dei principali esponenti della pittura della seconda metà dell’Ottocento, in particolare piemontese.
Elenco dei pittori presenti:
Ajmone Lidio, Biscarra Cesare, Bistolfi Leonardo, Bo Giacinto, Bonifanti Decoroso, Bossoli Carlo, Brancaccio Carlo, Caglieri Pio, Cajani Vittorio, Calderini Luigi, Calderini Marco, Camino Giuseppe, Caputo Ulisse, Carutti di Cantogno Augusto, Cavalleri Vittorio, Ceragioli Giorgio, Chialiva Luigi, Chiesa Giacomo, Ciardi Beppe, Colmo Giovanni, Colomba Vittorio, Cosola Demetrio, Delleani Lorenzo, Depetris Giovanni, D’Espinosa Pablo, Falchetti Alberto, Ferrettini Rossotti Emilia, Follini Carlo, Gays Eugenio, Gheduzzi Giuseppe, Giani Giovanni, Grassi Giuseppe Serafino, Guarlotti Giovanni, Irolli Vincenzo, Lupo Alessandro, Massani Pompeo, Merlo Camillo, Michelacci Luigi, Olivero Matteo, Pasini Alberto, Pasini Lazzaro, Perotti Edoardo, Pittara Carlo, Pollonera Carlo, Pratella Attilio, Quadrone Giovan Battista, Rappini Giorgio, Reycend Enrico, Ricciardi Oscar, Roda Leonardo, Rossi Alberto, Rossi Lucius, Sacheri Giuseppe, Salinas Pablo, Scoppetta Pietro, Tavernier Andrea, Vinea Francesco.
STUPINIGI: “ARS INCOGNITA – RASSEGNA PROMOTRICE PER UNA BIENNALE DEGLI ARTISTI”
Citroniera di Levante, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi
dal 5 al 9 ottobre 2017.
Calendario mostra:
1) Giovedì 5 dalle 15 alle 19
2) Venerdì 6 dalle 10 alle 19
3) Sabato 7 dalle 10 alle 24
4) Domenica 8 dalle 10 alle 19
5) Lunedì 9 dalle 10 alle 17
Calendario eventi collegati:
1) Giovedì 5 ottobre: Inaugurazione, ore 15:00
2) Venerdì 6 ottobre: Evento formativo “La Palazzina di Caccia, spazio in divenire” con la Fondazione per l’Architettura e l’Ordine Nazionale degli Architetti, dalle ore 14:00
3) Venerdì 6 ottobre: Convegno pubblico e per le imprese “ART BONUS e legge sul mecenatismo. Opportunità per le Imprese e strumento di rilancio per le Arti” con la Confederazione Italiana Federazioni Autonome (associazione datoriale di imprese).
4) Sabato 7 ottobre: Evento formativo “La comunicazione nell’Arte” con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e lectio magistralis di Philippe Daverio, dalle ore 15 alle 19.
5) Sabato 7 ottobre: “Notte bianca delle Arti”, dalle 19 alle 24, con “ART ALIVE” body painting national contest.
6) Domenica 8 ottobre: Evento pubblico e divulgativo “La domenica al museo” con la Fondazione Ordine Mauriziano.
7) Domenica 8 ottobre: Convegno internazionale “La Diplomazia Culturale. Le opportunità che Arte e Cultura offrono per la risoluzione dei conflitti internazionali” con la presenza del C.I.I. del W.I.P.O. (World Intellectual Property Organization) dalle Nazioni Unite di Ginevra, la Fondazione Identità e Tradizioni Europee dal Parlamento Europeo di Bruxelles e rappresentanti del “Segretariato Permanente dei Premi Nobel della Pace”, dalle ore 16.
8) Lunedì 9 ottobre: Giornata rivolta a scuole e accademie
ELENCO NOMINATIVO ALFABETICO ARTISTI PRESENTI
ACCIARINO Anna, ACCIARO Dino, ACTIS Gianpiero, ALBERIO Gianluigi, ALEXANDRESCU Ionel, ALTAMURA Elisabetta, ANGELELLI Stefania, BASSANI Giugi, BATTIPAGLIA Fabio, BENZONI Claudio, BERGANDI Giusi, BERLOT Michele, BERSINI Lorenzo, BETTONI Paola, BIKIR Natalia, BONELLI Bruna, BORDET Ezio, BOSCOLO Eleonora, BRASOVEANU Iurie, BROZZI Fausto, BURONI Nadia, CAGLIERO Susy, CALIENDO Margherita, CALISI Lorella, CALVI Anna Maria, CAMASSA Annarita, CAMBIAGHI Elena, CANCELLARA Cristina, CAPORALE Marcello, CASADIDIO Daniela, CAVALLO Margherita, CERNEI Adriana, CESTARI Giorgio, CHIAPPORI Rosanna, CHIAROTTO Flaviana, CHIAZZA Vincenzo, CIFARELLI Domenico, CIRTITA Monica Steliana, CORAZZINI Grazia, CORNAZ Fabio, CORTESE Marisa, COSTANTINI Monia, CRESTANI Giuseppe, CRESTANI Norella, D’ANNA Patrizia, DE COLL’ Pier Tancredi, DE MONTE Maria, DE NUZZO Egle, DE PICCOLI Paolo, DE STEFANO Maria Pia, DALLA LONGA Nadia, DI GIFICO Giorgio, DI NAPOLI Edmondo, DI ROSA Paolo, DIAZZI Roberta, DOMINICI Laura, DONETTI Elisa, EMANUELE Mimmo, FAI Francesco, FALSONE Salvina, FAVRE Tony, FERRARI Aldo Pietro, FINETTI Silvia, FINIZIO Mario, FRABETTI Fabio, FRANCIS Jan, GARETTI Margherita, GIANNUZZI Loredana, GIORDANO Giancarlo, GIORDANO Marilisa, GIOVANNINI Pierpaolo, GOLIN Sabrina, GRECO Angela, GRECO Bruno Roberto, GRIBAUDO Ezio, GRIGLIO Alessia, GRIGOLIN Mara Sofia, HACINA Valentina, HOSSEINZADEH Samira, IERARDI Marisa, KWIN Gala, LAMBERTI PIZZI Anna Maria, LANATÀ Gaetano, LAURICELLA Attilio, LEPORE Laura, LESO Ermanno, LO CICERO Vittorio, LOCATI Corrado, LORENZINI Mara, LORO Mariella, LORONI Clara, MANTISI Cristina, MAPELLI Adelma, MARCHESINI Andrea, MARELLO Laura, MARENGO Paola, MARKOVA Irina, MASALA Francesco, MASCIULLO Concetta, MEZZADRI Emanuela, MIANI Sandro, MILANESI Walter, MILITSINA Svetlana, MINUTI Laura, MIRANDA Xenia, MOIOLI Ambro, MOLINO Nicola, MONEGATO Lorenzo, MONTANARO Anna, MORGILLO Mary, MUZZOLON Giancarlo, NAZER Fausto, NIGRO Anna, NIKOLOVA Nikolinka, NORIS Piergiorgio, ORBASSANO GP, ORECCHIA Pier Angela, OVCHAROVA Anna, PAGLINO Isabella, PAGOT Giuliano, PAPA Mario, PASTORE Francesco, PERRONE Silvia, PETRI Federica, PETROVA Evgeniya, PIGNATO Stefano, PINTZAS Sokratis, PODLESNAIA Natalia, POLATO Liala, POLICASTRO Angela, POPESCU Doina, PRATO Miriam, QUAGLIOTTO Gianmarario, RACITI Loredana, RAP Maria Camilla Rita, RAVERA Gianni, RAVINALE Patrizia, RELINI Mariella, RESTELLI Lucilla, RIVERA Guillermina, RIZZATO Natascia, ROMANO Francesca, RONCELLI Mirko, ROTA MILANI Anna, RUGGIU Maria Grazia, RUSSO Raffaele, SALATI Vittoria, SARTEUR Vanda, SBOLCI Renzo, SCAGGION Doris, SCARANARI Daniela, SECCI Simonetta, SECHI Giovanni, SEPE Michela, SERRA Marilisa, SESIA DELLA MERLA Gianni, SINATRA Giovanna, SOKOLOVA Irina, SPAGNOLO Jessica, STARA Sergio, TABARRANI Alessandra, TESTONI Patrizia, TONI Carlo, TURCU Monica, TURLINELLI Massimo, ULIANA Elena, VAN DER POEL Christa, VASSALLO Ivo, VENTURA MIGLIORINI Elsa, VISENTIN Bianca, VITALONI Rita, VIVIAN Betty, WASER Wally, YAKUNINA Ljudmila, ZAMPOLLO Andrea.
TORINO: “IL TEMPO, LA LUCE, LA TERRA, LA MEMORIA”. LA NATURA IN SESSANT’ANNI DI RICERCA DI MARIO CHIANESE
Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes
Torino (via della Rocca 37b)
Dal 21 settembre al 21 ottobre 2017
(Martedì – sabato, ore 10.30-12.30 e ore 15-19)
Inaugurazione: giovedì 21 settembre 2017, ore 18
Artista figurativo tra i maggiori del secondo Novecento per l’intensità e la freschezza dell’approccio alla natura, ma anche per la curiosità con cui si è confrontato con le ricerche dell’avanguardia (così lo definiva lo storico dell’arte Guido Giubbini nel 2001), Mario Chianese è al centro della mostra antologica Il tempo, la luce, la terra, la memoria che la Fondazione Bottari Lattes organizza allo Spazio Don Chisciotte di Torino da giovedì 21 settembre a sabato 21 ottobre 2017. A ingresso gratuito, l’esposizione inaugura giovedì 21 settembre alle ore 18 alla presenza dell’artista.
Il tempo, la luce, la terra, la memoria propone una ventina di opere di diverse dimensioni, olii in prevalenza, oltre che alcune incisioni, realizzate da Chianese tra il 1947 e il 2015: una selezione di lavori dove domina la natura, tema che ha caratterizzato la maggior parte della sua produzione. La natura, infatti, nei suoi momenti stagionali, nella realtà come nella memoria, è stata elemento portante del suo fare pittura.
La Fondazione Bottari Lattes porta così a Torino il lavoro di un artista molto noto in Liguria, ma che da diversi anni non esponeva nel capoluogo piemontese, per proporre al grande pubblico una selezione rappresentativa della sua ricerca, capace di illustrare le motivazioni e le metodologie dell’autore. In Chianese (nato a Sampierdarena, Genova, nel 1928) è fortissimo il legame con il Piemonte. Proprio in questa regione l’artista ha avuto le prime affermazioni, giovanissimo, esponendo alla Promotrice di Torino nel 1953 e nel 1960 (un quadro raffigurante colline, eseguito presso Mornese in provincia di Alessandria, ricorda questo periodo). La maggior parte del suo lavoro ha tratto ispirazione e si è svolto in territorio piemontese, a Gavi e dintorni. In mostra verrà presentata la pubblicazione Tra parola e immagine, dove l’autore ripercorre i diversi momenti della sua ricerca.
Scarsi, ma essenziali, sono i riferimenti autobiografici nei suoi lavori, strettamente legati a un vissuto e a una creatività che si esprime di preferenza nello studio del paesaggio dal vero.
«Una dedizione continua negli anni nel rispetto della legittimità lessicale della pittura e della sua storia– spiega Mario Chianese – ha prodotto un numero notevole di opere, dove la più piccola ha la stessa necessità espressiva di quelle di maggiore dimensione, la stessa unità di tono di voce dal 1947 a oggi. Solamente negli anni Settanta, nel raggiungere una sintesi formale di sospensione metafisica – già praticata nelle incisioni – dal piccolo bozzetto eseguito dal vero, elaboravo in studio dipinti di maggiore dimensione. Chiamavo queste opere Riflessioni di natura: quasi il culmine di un’esperienza dopo oltre vent’anni di lavoro. Tuttavia le pulsioni del vero erano troppo forti per continuare a relegarle in una ideologia che presuma un metodo, senza un rapporto continuo con il paesaggio.
Da qui il ritorno negli anni Ottanta a quella attenta, problematica dedizione che ha caratterizzato tutto il mio percorso. A volte per una totale adesione al vero, reperti di natura, pietre o fango essiccato vengono ravvicinati al dipinto a sottolineare l’origine di una scelta, un’emozione. Ogni quadro adesso, anche di notevole dimensione, cresce nelle differenti condizioni di luce, nell’asperità del terreno, nel vento, nel trovare soluzioni diverse sino ad arrivare a una serena quanto sofferta conclusione: “Il mondo muta anche troppo; la natura nei suoi cicli, come nelle sue fioriture ripetute, nelle cadenza astrali, è immutabile: l’uomo sovente la mortifica, vorrei fermare i suoi aspetti e la sua voce nella tentata sublimazione d’ogni suo momento”».
CHIERI, BUBBLES: GL’INNAMORATI DI CARLO GOLDONI
Per la riapertura dopo la pausa estiva Bubbles, la rassegna culturale della città di Chieri, ospita la Compagnia di teatro Il Mulino di Amleto che porta in scena un grande classico del Settecento Italiano. L’appuntamento è venerdì 29 settembre, al Teatro Duomo, con Gl’innamorati di Calo Goldoni.
La storia de Gl’Innamorati si svolge per intero in un luogo solo, chiuso, un po’ claustrofobico e un po’ decadente che Goldoni chiama la stanza commune di una casa piuttosto strana. Lo sguardo di Goldoni entra in questa casa con tenerezza e umanità e regala un affresco stupendo di una società in piena crisi economica e di valori. Nessuno dei personaggi sembra accorgersi del baratro verso il quale il mondo al di fuori di quella stanza commune sta correndo. In tutto questo, l’amore tormentato e immaturo di Eugenia e Fulgenzio rappresenta la speranza, la vitalità e la possibilità che nonostante tutto, un futuro sia possibile.
Scegliere Goldoni – commenta il regista Marco Lorenzi – e il suo testo Gl’innamorati, oggiAggiungi un appuntamento per oggi, per un gruppo giovane come il nostro, equivale a fare una scelta importante: la nostra è una generazione che ha un grande bisogno di maestri e di punti di riferimento che non è facile trovare, per questo dobbiamo cercarli nella grande drammaturgia, in quegli archetipi che ci ricordano il senso del nostro mestiere.
GL’INNAMORATI
di Carlo Goldoni | Il Mulino di Amleto
BUBBLES
29 settembre 2017
ore 21
Teatro Duomo | Via Balbo angolo vicolo Tepice, Chieri (TO)
Ingresso €13, ridotto con prenotazione €10.
TORINO: APRE AL PUBBLICO LA GALLERIA CARLA SPAGNUOLO E SI INAUGURA LA MOSTRA “LA COLLEZIONE DI PALAZZO LASCARIS”
Giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 16 nella sede del Consiglio regionale (via Alfieri 15 a Torino) apre al pubblico la Galleria Carla Spagnuolo, con la mostra intitolata “La collezione di Palazzo Lascaris”, realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Magica Torino.
Una sessantina di opere pittoriche e sculture di autori italiani e stranieri di ‘800 e ‘900, mai esposte al pubblico, che sono entrate a far parte del patrimonio dell’ente dal 1975, quando il Consiglio regionale ha acquisito il palazzo barocco progettato da Carlo di Castellamonte a metà del ‘600 nel centro di Torino.
La mostra sarà anche l’occasione per presentare il nuovo spazio espositivo aperto al pubblico, al piano terra di Palazzo Lascaris: la Galleria Carla Spagnuolo (1945-2017), intitolata alla ex consigliera regionale e primo presidente donna dell’Assemblea dal 1990 al 1995. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 18 ottobre, orario 10 – 18 dal lunedì al venerdì, ingresso gratuito.
All’inaugurazione saranno presenti:
Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale
e i curatori della mostra: Serena D’Italia, storica dell’arte, e Roberto Mastroianni, filosofo e storico dell’arte
Interverrano tutti gli ex presidenti del Consiglio e della Giunta regionale e i famigliari di Carla Spagnuolo.
Dal catalogo della mostra:
“La scelta effettuata delle opere esposte, rappresentative di questa collezione, è legata alla storia privata del palazzo, quella dei suoi primi proprietari e, in seguito, a quella pubblica. La collezione di un ente pubblico è legata a donazioni, lasciti, acquisizioni, acquisti lontani nei tempi e nei momenti politici, risultato di incontri. Questo processo sedimentativo di eredità istituzionali e non, qui storicizzato, dà forma alla Collezione di Palazzo Lascaris, e l’osservare questo insieme di opere, per la prima volta esposte al pubblico in una forma organica, significa aprire delle finestre sulla storia dell’arte, e non solo, italiana. Significa anche collocare i movimenti artistici nella storia del nostro paese. La Collezione viene intesa come parte di un progetto politico, oltre che storico e territoriale, portato avanti dai Presidenti e dalle interazioni avvenute con gli esponenti culturali delle varie epoche storiche.Quindi se troverete Delleani o Platonov vicini ad Albino Galvano o a Cherchi, Lupo vicino a Chessa, nessun stupore, è la storia che scorre. La storia di questa Collezione”.
GIANSONE, SCULTURE DA INDOSSARE
Palazzo Madama – Sala Atelier – Piazza Castello – Torino
5 ottobre 2017 – 29 gennaio 2018
Palazzo Madama conferma ancora una volta la sua vocazione ad essere un Museo civico di Arte Antica interessato a documentare il nesso stringente esistente tra la scultura e la pittura e le cosiddette arti decorative o applicate, presentando dal 5 ottobre 2017 al 29 gennaio 2018, al secondo piano in Sala Atelier, una mostra dedicata ai gioielli in oro forgiati dall’artista torinese Mario Giansone (1915-1997), uno dei più valenti scultori italiani del ‘900. Capolavori concepiti per essere indossati dalle tante signore che Giansone frequentava e ammirava, ricambiato grazie al suo fascino misterioso ed esoterico.
Impegnato per tanti anni sia come artista sia come professore presso l’Istituto d’Arte di Torino (oggi Liceo Artistico Aldo Passoni), Giansone nel corso della sua attivissima vita, ha scolpito, disegnato, dipinto e realizzato incisioni e arazzi con uno stile personalissimo, sospeso tra una sintetica figuratività e l’astrazione pura. Il marmo, la pietra, il ferro, i legni più duri, sono stati la materia prima che nelle sue mani ha dato forma e vita alle sue intense emozioni, alla sua visione dell’umanità, dell’universo e dell’ultraterreno.
All’interno del vastissimo corpus di opere realizzate tra il 1935 e il 1997, spiccano questi suoi “gioielli da indossare”. Microsculture fuse in oro, in cui Giansone mette in estremo risalto la componente scultorea del gioiello, senza nulla concedere alle forme e alle mode dell’arte orafa del suo tempo. Questo lo si può cogliere osservando anche i contenitori in legno che custodiscono e fanno da espositori a quasi tutti i gioielli. Sono “scatole” intagliate nei legni durissimi che l’artista privilegiava: il mogano, l’azobè, il paduk, il palissandro, la radica e soprattutto l’ebano, il più raro e difficile da lavorare. Contenitori che diventano a loro volta piccole sculture e capolavori artistici, indissolubilmente congiunti col gioiello incastonato dentro di essi.
I curatori della mostra, Marco Basso e Giuseppe Floridia, coadiuvati dalla registrar di Palazzo Madama, la storica dell’arte Stefania Capraro, hanno selezionato una quarantina di pezzi, in gran parte di proprietà dell’Associazione Archivio Storico Mario Giansone di Torino, che sponsorizza in toto questa mostra, più alcuni gioielli di proprietà di collezionisti privati. Giansone ebbe una significativa fortuna collezionistica a Torino negli anni Sessanta: alcune sue opere fanno oggiAggiungi un appuntamento per oggi parte delle collezioni della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, della sede Rai di Torino e di prestigiose raccolte torinesi, tra cui quelle delle famiglie Agnelli e Pininfarina.
Accompagna la mostra un catalogo edito da AdArte, con una presentazione scritta dal professor Giuseppe Floridia, che da vent’anni, dopo la morte di Giansone, si batte affinché l’opera di questo grande scultore non venga ingiustamente dimenticata.
In occasione della mostra a Palazzo Madama, lo studio di scultura di Mario Giansone (Via Messina 38, Torino) resterà eccezionalmente aperto per visite guidate con il curatore della mostra rivolte al pubblico adulto. Le visite guidate, con prenotazione obbligatoria, si svolgeranno dal 13 ottobre 2017 al 20 gennaio 2018, tutti i venerdì e sabato, dalle ore 15.30 alle 19.30, ad esclusione dei giorni 22, 23, 29 e 30 dicembre 2017. In occasione di Artissima, Fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino, lo studio resterà aperto dal 3 al 5 novembre 2018 con orario prolungato, dalle 10.00 alle 19.30. Info e prenotazione obbligatoria: t. 011 4436999 – email didattica@fondazionetorinomusei.it. I posti disponibili sono limitati.
TORINO, CAFE’ DES ARTS: LIBRO E JAZZ
venerdi’ 29 settembre 2017 ore 21, cafe’ des arts via principe amedeo 33/f torino
presentazione del libro “su jazz tioni d’inchiostro”impremix edizioni
32 poeti torinesi torinesi improvvisano sotto il palcoscenico del Cafe’ des Arts
I poeti: Alfredo Rienzi, Max Ponte, Carlo Molinaro, Franco Trinchero, Angelo Mistrangelo, Danilo Tacchino, Danilo Torrito, Valentina Colonna, Angela Donna, Egle Bolognesi,, Enrico Mario Lazzarin, Piero Abrate, Ivana Posti, Maria Rosa Quaglia, Elena Bonassi, Fabio Bosco, Helen Ester Nevola, Antonio Carella, Simone Carella, Cinzia Morone, Francesco Deiana, Nadia Sponzilli, Cristina Codazza, Gianni Argenziano, Sergio Donna, Mara Fabbri, Stefano Vitale, Fabio Di Francesco, Partizia Camedda, Renata Bolognesi, Valentina Perucca,
Mario Parodi. Con la partecipazione delle librerie:
Belgravia, Byblos, Golem, La Citta’ del Sole, Il Ponte sulla Dora,
Scenario Libri, Gulliver, Luna’s Torta, Linea 451
seguirà: jam session a sorpresa
MONCALVO: AL VIA LA STAGIONE DI PROSA 2017/2018
Otto spettacoli in cartellone e due eventi fuori abbonamento: questo il programma della stagione 2017/2018 di prosa al teatro civico Montanari di Moncalvo.
Si parte con un evento, domenica 5 novembre alle ore 16.30. In scena lo spettacolo “Ogni parte è l’insieme” reading di Francesco Troiano con le coreografie di Monica Albiati.
“Ogni parte è l’insieme” è un reading supportato dalla musica, dalla danza e dal teatro delle immagini, dove si onorano le parole di Tiziano Terzani, uno dei più grandi giornalisti e reporter italiani del ‘900. Lo spettacolo, fuori abbonamento, è ad ingresso libero ad offerta.
Domenica 19 novembre, alle 16.30 si incomincia con una commedia “Mamma sei sempre nei miei pensieri, spostati!” monologo di Cinzia Leone sulle pericolose ingerenze genitoriali.
Sabato 2 dicembre, alle 21, è la volta de “Il cantiniere gentiluomo”, commedia del Teatro degli Acerbi ispirata al genio comico di Molière e alla letteratura di Charles Dickens che alterna una comicità schietta a momenti di semplice poetica paesana.
Domenica 21 gennaio, alle 16.30, in scena “Se ti sposo mi rovino”, commedia scanzonata che racconta le vicessitudini di uno scapolo impenitente, di e con Marco Cavallaro.
Sempre uno spettacolo pomeridiano domenica 4 febbraio con “Il secondo figlio di Dio”, monologo di Simone Cristicchi ispirato alle vicende di David Lazzaretti, mistico di fine ottocento soprannominato “il Cristo dell’Amiata”.
Sabato 17 febbraio, alle 21, il Mulino di Amleto porta in scena “Il Misantropo”, capolavoro del teatro di Moliere portato in scena in una forma attualizzata e innovativa.
Sabato 10 marzo, l’Associazione Parole e Musica presenta “Non toccatemi Rossini, spettacolo ironico e divertente per i 150 della scomparsa del grande compositore.
Venerdi 23 marzo, al Montanari andrà in scena “Chanson d’Amour”, produzione del piccolo Teatro d’Arte e Slow Cinema che intreccia la vicenda raccontata dal romanzo La Donna di Gilles di Madeleine Bourdouxhe, la disperazione della protagonista de La Voce Umana di J. Cocteau e il pathos raffinato e malinconico delle canzoni cantate dagli chansonnier francesi della metà del secolo scorso.
Secondo spettacolo fuori abbonamento sabato 7 aprile alle 21, con “L’incauta Ebe”, un racconto sul mito dell’eterna giovinezza messo in scena da Agar Teatro.
Si chiude con un classico: sabato 14 aprile con “La locandiera” di Carlo Goldoni, portato in scena da Torino Spettacoli.
TORINO, “MUTABILIS”, MOSTRA FOTOGRAFICA: ULLIC NARDUCCI MORARD, SIGNS
Mutabilis, via dei Mille 25/c Torino – Durata della mostra: 26 settembre – 7 ottobre 2017
Orari: da martedì a venerdì 15.00-19.00
sabato 10.30-13.00/15.00-19.00
chiuso domenica e lunedì
“Signs” è un progetto realizzato durante un viaggio alla scoperta di deserti e outback australiani, spazi misteriosi e affascinanti, osservati durante i ripetuti cambi di forme e di luce. Estese dune di sabbia e profondi canyon possono mostrarsi ai nostri occhi come rimodellati ad ogni istante.
Il tempo trasforma ininterrottamente questi luoghi ricchi di energia, lascia segni “signs” così come quotidianamente accade nelle nostre vite. La luce li esalta e li rende leggibili.
“Signs” esplora in una sequenza di scatti fotografici l’alternanza di luci ed ombre, linee e curve, bloccate in forme naturali come forme plastiche sintetizzate dal bianco e nero, immagini che rimandano una visione astratta, così come l’inconscio e la visione razionale possono identificarsi con lo spazio naturale.
TORINO TORNA A ESSERE CITTÀ MONDIALE DEL DESIGN
Appuntamento dal 10 al 16 ottobre con Torino Design of the City, la settimana del design organizzata in occasione dell’assemblea generale di World Design Organization™
Sono trascorsi quasi dieci anni da quando Torino è stata nominata World Design Capital, un riconoscimento assegnato ogni due anni dall’International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) e che ha puntato i riflettori sulla capacità della città di riconoscere il design come fattore di crescita economica, sociale e culturale. Un percorso virtuoso iniziato nel 2008, che si è consolidato nel 2014 quando a Torino, unica in Italia, è stato attribuito il titolo di Creative City UNESCO per il Design e che ha trovato conferma quest’anno con la scelta di Torino come sede della convention biennale di World Design Organization (WDO)™. Dopo Seoul, Helsinki, Città del Capo, Taipei, WDO™ (già ICSID) – l’organizzazione internazionale che promuove il design – sceglie una città italiana per ospitare la trentesima Assemblea Generale che vede coinvolti il 14 e 15 ottobre i propri referenti provenienti da tutto il mondo. Guidata attualmente dal professore e industrial designer africano Mugendi M’Rithaa, che in quei giorni passerà la presidenza all’architetto e designer piemontese Luisa Bocchietto, la World Design Organization (WDO)™ comprende 140 organizzazioni ed è attiva in 60 nazioni e 6 continenti in tutto il mondo. In questa occasione, la Città promuove dal 10 al 16 ottobre Torino Design of the City, una settimana di eventi, meeting, workshop, esposizioni e tour organizzati nei luoghi strategici della città che hanno vissuto e stanno vivendo il fenomeno della rigenerazione urbana, come via Sacchi, la Cavallerizza, Torino Incontra, Lingotto Fiere, BasicVillage, Toolbox, Hangar25, Circolo del Design, Mastio della Cittadella. Fulcro della manifestazione sarà quindi l’Assemblea Generale della WDO™, che coinvolgerà professionisti del design e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo e avrà luogo presso l’ILO, il Centro Internazionale di Formazione di Torino. La manifestazione torinese nasce con l’obiettivo di portare all’attenzione dei cittadini e degli esperti del settore, nazionali e internazionali, lo stato dell’arte e le nuove tendenze del design contemporaneo e raccontare come, attraverso questa disciplina, si possa intervenire su un organismo complesso come la città. Torino Design of the City diventa quindi palcoscenico per confrontarsi sulle possibilità di innovare attraverso il design thinking applicato alla politica pubblica con soluzioni di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana, creando reti eterogenee tra soggetti di vocazione e natura differente. L’ampio programma di eventi intende, inoltre, rilanciare la filiera del design, della creatività e della produzione presente sul territorio piemontese, attraverso azioni di valorizzazione del patrimonio esistente. Torino Design of the City è realizzata grazie al lavoro congiunto del Tavolo consultivo del Design, che coinvolge oltre 30 soggetti pubblici e privati – tra cui associazioni di categoria, enti di formazione, archivi e musei – e di una cabina di regia formata dal Vicesindaco Guido Montanari e dagli Assessori alla Cultura Francesca Leon, alla Viabilità Maria Lapietra, all’Istruzione Federica Patti, all’Innovazione Paola Pisano e al Commercio Alberto Sacco. La settimana di eventi è organizzata dalla Città di Torino con la Fondazione per la Cultura Torino e Turismo Torino e Provincia, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, Camera di Commercio di Torino, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, ILO – International Labour Organization, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e la collaborazione di World Design Organization (WDO)™.
TORINO, M.A.O.: TRA SACRO E PROFANO. TRA MANTELLI RITUALI E STAMPE DI HIROSHIGHE,
via San Domenico 11 – Torino
La galleria delle stampe al secondo piano del percorso espositivo del Giappone dal 3 ottobre ospiterà la seconda metà della serie più famosa di Utagawa Hiroshige (1797-1858), “Le 53 Stazioni della Tokaido”, datata 1833-34. Si tratta di xilografie policrome dove il maestro, principale rivale di Katsushika Hokusai (1760-1849) per le opere paesistiche, rivela il suo massimo talento. La stazione “Pioggia bianca a Shono”, ad esempio, è considerata a buon titolo una dei capolavori assoluti di tutta l’arte dell’ukiyo-e. La serie di 55 stampe conservata al MAO, completa e di buona qualità, è di proprietà della UniCredit Art Collection – Milano. Oltre al corpus principale della Tokaido saranno esposti dei surimono (stampe augurali), due dei quali piuttosto particolari perché collegati alla commemorazione dei defunti. Contestualmente verranno sostituiti otto kakemono (dipinti da appendere in formato verticale), tra le opere principali un dittico sei-settecentesco di samurai a cavallo di Kano Chikanobu e un finissimo “Uccello marino su uno scoglio” dipinto a inchiostro su seta da Shibata Zeshin. A partire dal 17 ottobre i visitatori del MAO potranno ammirare tre kesa – delle specie di mantelli monastici – databili alla fase finale del periodo Edo (XIX secolo, prima del 1868). Il più antico – e il più grande (120 x 205 cm) – raffigura a broccato dei draghi in volo e motivi di onde su fondo bianco, utilizzando sete colorate e delicate striscioline metalliche. Non meno prezioso è un kesa di satin blu scuro decorato con draghi e crisantemi, o l’altro a motivi floreali su un fondo rosso molto intenso: quest’ultimo, sulla fodera, presenta degli stemmi nobiliari con rami di paulonia. Nella stessa sala verrà ripresentato un notevole paravento a due ante con un sigillo di Ogata Korin (1658-1716), uno dei più noti rappresentanti della scuola Rinpa. Raffigura lo scorcio fiabesco di un boschetto d’invenzione, probabilmente riconducibile a Tatebaiashi Kagei (attivo a metà del XVIII secolo), uno degli allievi più dotati del maestro.