ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- GRADITO RITORNO DEL MAESTRO VALCUHA- Lo slovacco Juraj Valcuha (foto) ritorna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI, di cui fu direttore principale per sette anni prima del passaggio, lo scorso anno, al Teatro San Carlo di Napoli. Da Rimskij Korsakov che a Pietroburgo era stato suo maestro Aleksandr Glazunov iniziò a maneggiare i colori orchestrali. Un esempio ne è il Valzer da concerto n. 1 in mi maggiore op. 47, suonato come brano d’inizio, scritto sull’onda che questa danza andava raccogliendo in tutta Europa. Il violinista russo Sergej Krylov eseguirà il Concerto in re maggiore di Stravinskij, scritto su sollecitazione di Samuel Dushkin che collaborò alla stesura della parte violinistica. Un lavoro dal carattere libero, improvvisatorio che per nulla ha il sapore della pura invenzione: basti pensare ai due lenti movimenti centrali (Aria I-Aria II) dove si può dire davvero che, almeno a tratti, la musica di Stravinskij desiste dal suo atteggiamento di ribellione al romanticismo e si abbandona alla nostalgica ricerca di un tempo perduto (Roman Vlad). Beethoveniana la seconda parte della serata con la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 che, collocandosi tra i giganti della Terza e della Quinta, assume quasi il ruolo di sottomessa. Una sinfonia retrospettiva dove Beethoven sente la necessità di bilanciare con un contrappeso distensivo ed equilibrare un processo creativo che gli consenta di sostare, volgendosi a visioni più serene, dopo i tremendi sforzi che precedettero l’op. 60. Vengono superati e usati in modo generico gli schematismi settecenteschi, mentre l’uso degli strumenti si libera da criteri convenzionali a favore di precise ragioni strumentali e di una sensibilità timbrica tutta moderna.
Torino, Auditorium “Toscanini” RAI, p. Rossaro
Giovedì 8 novembre, ore 20,30 e venerdì 9 novembre, ore 20.00
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da JURAJ VALCUHA; solista SERGEJ KRYLOV (violino)
Musiche di Glazunov, Stravinskij, Beethoven
RIVA DI CHIERI-OMAGGIO A LEONARD BERNSTEIN- La trentunesima rassegna musicale di Rive Gauche Concerti, ventunesima con la definizione Musiche in mostra, ha per sottotitolo A tutto ciò che è, articolata in dieci appuntamenti che spaziano da alcuni classici della musica contemporanea agli autori viventi. Un progetto interattivo tra musica, arte figurativa, video art, letteratura e filosofia. Quest’anno la rassegna è stata selezionata dalla European Festivals Association. Il sostegno finanziario è firmato da Intesa San Paolo e Fondazione CRT con il contributo sinergetico di alcune associazioni tra cui “La Froja” e il Museo del Paesaggio Sonoro, ed è proprio nella sede di Palazzo Grosso che avrà luogo il concerto “Omaggio a Bernstein”(il prossimo agosto cadrà il centenario della nascita) la cui fama di direttore d’orchestra ha oscurato quella del compositore. Infaticabile divulgatore radiofonico e televisivo, brillante animatore della vita musicale statunitense, era persuaso che il superamento della crisi della musica contemporanea poteva trovare soluzione nella perduta tonalità e mirare alla comunicazione, dotata di vena melodica e di uno spiccato colore orchestrale. Verranno messi a confronto due lavori appartenenti a due fasi creative differenti di Bernstein: Halil (1981) e la suite dal celebre musical West Side Story (1957) costellato di celebri songs come “Tonight” o “Somewhere”. Un’occasione per un confronto focale di stili più disparati, colti e popolari.
Accanto a Bernstein in antitesi verrà collocato John Cage ,1912-1992,( i due si frequentarono) di cui si proporrà il brano Variation II (1961). Cage si avvicinò al buddismo “Zen” che fu di un più semplice veicolo d’ispirazione, ma una vera e propria impostazione filosofica in base alla quale ridiscutere lo stesso concetto di musica. Secondo lo “Zen” l’ispirazione illuminazione è in noi stessi e deve essere ricercata attraverso la meditazione, perché quest’ultima sia efficace non deve avere nessun fine particolare, ma va praticata senza intenzione. Grazie a questa meditazione sul vuoto si raggiunge l’illuminazione che è indecifrabile e può essere unicamente espressa con il silenzio. A partire dalla fine degli anni Sessanta dichiarava che la musica andava vista come separazione immaginaria dall’udito rispetto agli altri sensi non esiste. Di qui la nascita di opere audio visual (o multi-media) a cui non sono estranee le affinità esistenti tra la poetica “dada” e lo “Zen” (disprezzo per la ragione, accettazione dell’assurdo, ect.). Completerà il concerto il brano Modelli di ramificazione di Francesco Ciurlo (classe 1987) scritto quest’anno per Casa Ricordi e in prima esecuzione assoluta.
Il concerto di Riva è una sorta di cartina al tornasole del lavoro di Rive Gauche, guidata con caparbietà dal pianista e compositore Riccardo Piacentini, il cui obiettivo principale è quello di stanare la musica contemporanea dal suo ghetto in cui esistono personaggi che si parlano addosso, ignorando il pubblico che di solito risponde con pallido interesse. Un percorso veramente ambizioso che si esplica ormai in un approccio multimediale, rischioso ma di grande stimolo. Piacentini osa così infrangere i tranquilli schemi delle proposte artistiche i cui programmi, complice anche una certa pigrizia, viaggiano sul repertorio più risaputo e tranquillo per il pubblico. Tuttavia, qualcosa si sta movendo con cautela.
Protagonista dell’incontro sarà lo Spazio Musica Ensemble (foto), che ha partecipato a diversi festival nazionali e internazionali. Gli altri appuntamenti avranno luogo a Torino, Grugliasco, Acqui Terme, Alessandria e Genova.
Riva presso Chieri, Museo del Paesaggio Sonoro (Palazzo Gross0)
Associazione “Rive Gauche Concerti”
Sabato 11 novembre, ore 16.00
SPAZIO MUSICA ENSEMBLE: Enirco Di Felice (flauti), Roberto Migoni (percussioni), Riccardo Leone (pianoforte)
Musiche di Bernstein, Cage, Ciurlo
TORINO- MUSICHE DAL CONTINENETE AMERICANO- Donato Renzetti (foto), direttore italiano tra i più quotati a livello internazionale con alle spalle una carriera fatta di prestigiosi riconoscimenti, è stato affidato il secondo appuntamento della stagione sinfonica del Teatro Regio (Orchestra Filarmonica 900) che proporrà un omaggio alla musica americana. Non poteva mancare Leonard Bernstein con tre episodi di danza dal musical On the Town (Nella città) su libretto di Betty Camden e Adolph Green, basato sull’idea di Jerome Robbins per il suo balletto Fancy Free (la cui suite è stata eseguita la scorsa settimana dall’Orchestra Nazionale RAI). Qui vengono introdotti nuovi brani dove la danza viene inserita nel tessuto del racconto. La storia riguarda tre marinai che in libera uscita a New York s’incontrano, ognuno, con una donna. Seguiranno le danze da West Side Story. Il balletto Rodeo di Copland venne commissionato dalla coreografa Agnes de Mille del Ballet Russe di Montecarlo per la stagione 1942-43. L’ambientazione ha luogo nel Sudovest degli Stati Uniti dove il rodeo del sabato pomeriggio costituisce una tradizione. Il lavoro affronta un tema fondamentale che ha interessato tutte le donne americane: come conquistare un uomo ideale. Copland utilizza alcuni temi popolari per ambientare musicalmente la vicenda. Suddiviso in quattro episodi Rodeo è immerso tra imbarazzo lirico sentimentale e incandescente scatenamento della orchestrazione. Completerà la serata il celebre poema sinfonico Un americano a Parigi di Gershwin, fortunatissimo lavoro che si regge su strutture musicali complesse sotto il profilo armonico e contrappuntistico, nonché padronanza della orchestrazione.
TORINO, Teatro Regio, p. Castello
Lunedì 13 novembre, ore 20,30
ORCHESTRA FILARMONICA DEL TEATRO REGIO diretta da DONATO RENZETTI
Musiche di Bernstein, Copland, Gershwin
TORINO- I QUARTETTI D’ARCHI: UNA INTEGRALE DI BEETHOVEN- Nella lunga storia dell’Unione Musicale i quartetti d’archi di Beethoven sono stati eseguiti più volte. Il nuovo ciclo presenta una novità: in ogni serata verrà eseguito anche un breve brano per quartetto d’archi ispirato al testo di Beethoven e commissionato dalla stessa Unione Musicale. L’integrale è affidata al Quartetto “Casals” di Barcellona (foto) che, in breve tempo, ha ottenuto successi a New York, Colonia, Parigi, Amsterdam, Vienna, Berlino. I concerti saranno quattro nella presente stagione, gli altri
quattro nella prossima. Il quartetto d’archi, formazione aristocratica e colta, dopo i meravigliosi capolavori di Mozart e Haydn, era ormai giunta al confine della perfezione formale e poetica: Beethoven presto si confrontò con questa forma musicale. I sei Quartetti dell’op. 18, dedicati a Razumowsky, raggiungono pagine di significativo valore. Il Quartetto n. 2 in maggiore venne definito, in modo piuttosto sciocco, Quartetto dei complimenti con allusione a presunti pretesti sentimentali. Un errore madornale: qui dominano spirito ed eccentricità che ne fanno uno dei lavori più equilibrati del giovane Beethoven. Il Quartetto n. 3 in re maggiore, se non il più equilibrato dell’op. 18 è senza dubbio il più complesso per il rigore delle idee, per l’audacia e l’ampiezza degli sviluppi e per l’originalità del linguaggio.
Nella seconda serata ascolteremo il Quartetto in si bemolle maggiore op. 18 n. 6 contenente alcune pagine tra le più alte del primo Beethoven che esplora le più avanzate ricerche nel linguaggio quartettistico che verrà esaltato nei futuri supremi capolavori. E’ il caso del Quartetto in fa maggiore op. 135 legato al travaglio compositivo degli ultimi cinque Quartetti e segna l’addio del compositore alla vita. Lavoro inquietante nella sua brevità e nella sua formidabile esplosione creativa. Con l’op. 135 crollano i vecchi elementi dialettici e viene alla luce quel profondo travaglio linguistico dove vengono svuotati al loro interno gli schemi convenzionali legati alla tradizione. Nei due concerti verranno eseguite in prima assoluta i due lavori commissionati dall’Unione Musicale: il Quartetto d’archi 8276 di Sollima e quello di Porat.
Torino, Conservatorio, p. Bodoni
Stagione Unione Musicale
Martedì 14 e mercoledì 15 novembre, ore 21.00
QUARTETTO “CASALS: Vera Martinez-Mehner, Abela Tomasz (violini), Jonathan Brown (viola), Aran Tomasz (violoncello)
Musiche i Beethoven, Sollima , Porat