ALLEGRO MOLTO di Edoardo Ferrati

TORINO- UN RESPIGHI CHE GUARDA AL PASSATO- Il violinista canadese James Ehnes (foto) esordisce sulla scena torinese in occasione dell’ ottavo concerto della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI diretta da James Conlon, suo direttore principale che non ha tardato a raccogliere le simpatie del pubblico subalpino. Studi in patria, a partire dall’età di quattro anni, poi proseguiti alla Julliard School di New York, Suona uno Stradivari del 1715 detto “ex

Marsick” ed è il piĂą giovane membro eletto della Royal Society of Canada. Le sue registrazioni hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, in particolare quelle dedicate ai Capricci di Paganini,, alle musiche di Kreisler. Wieniawski e de Sarasate. Ehnes interpreterĂ  il Concerto in re maggiore op. 61, una delle opere piĂą amate di Beethoven a cui ha contribuito non poco il fascino che esercita il lirismo del violino, le espressioni cantabili e le suggestioni dei passi virtuosistici. Alla sua prima esecuzione il Concerto venne impietosamente stroncato (8 gennaio 1807): pur riconoscendogli alcune bellezze, appare del tutto frammentario, mentre la ripetizione di passaggi banali può ingenerare monotonia. La suite di antiche arie e danze per liuto di Ottorino Respighi è una partitura emblematica e costituisce un esempio della musica italiana indirizzata alla scoperta della singolare tradizione strumentale del nostro paese. Tale tendenza ha motivazioni complesse che vanno ricercate, soprattutto nel predominio del melodramma che aveva un po’ portato all’angolo l’Italia sulla scena europea. Le danze e arie non hanno alcun intento filologico, vogliono ricreare uno spirito attualizzato una selezione di brevi brani rinascimentali, dando a loro una rinnovata veste strumentale ispirata da quello straordinario orchestratore che fu Respighi.

Pulcinella fu la scoperta del passato, l’epifania attraverso la quale tutto il mio lavoro ulteriore divenne possibile. Fu uno sguardo all’indietro- la prima di molte avventure amorose in quella direzione- ma fu anche un sogno allo specchio, così parlò Stravinskij del suo balletto Pulcinella (di cui nel presente concerto verrà proposta la suite da lui stesso approntata mentre l’originale prevede l’impiego di tre voci). Galetto fu ancora una volta Sergej Djaghilev, il celebre impresario dei Ballest Russes, che sottopose al compositore una serie di lavori di Pergolesi perché ne ricavasse un balletto su una trama ispirata a un canovaccio napoletano del Settecento. Chiedeva soltanto di restaurare quelle antiche musiche con un’orchestrazione agile e aggiornata da cui emerge una notevole capacità di forgiare il nuovo partendo dalla tradizione: un aspetto fondamentale del camaleontico genio di Stravinskij.

 

Torino, Auditorium RAI “Toscanini”, p. Rossaro

Giovedì 14 dicembre, ore 20,30 e venerdì 15 ore 20.00

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da JAMES CONLON

Solista James Ehnes (violino)

Musiche di Beethoven, Respighi, Stravinskij

 

 

TORINO- ORATORIO PER NATALE DI J.S. BACH- L’Oratorio di Natale (Weinachtsoratorium) il cui titolo originale è Oratorium tempore nativitatis Christi, è una delle opere più eseguite di J.S. Bach. In realtà non si tratta di un oratorio, ma di un ciclo di sei cantate il cui testo si avvale in parte del Vangelo di San Luca e di quello di San Matteo. Così come nelle Passioni le parole del Nuovo Testamento sono cantate dall’Evangelista, mentre le reazioni e gli interventi dei singoli personaggi affidati ai solisti e il coro personifica il popolo. Ruolo importante per comprendere lo sviluppo dell’intero oratorio. I testi delle arie e dei cori sono dovuti, con ogni probabilità a Christian Friedrich Henrici, uomo di cultura e noto sotto lo pseudonimo di Picander e anche allo stesso Bach.

Ogni cantata si riferisce a una festività e fa da celebrazione a un determinato evento religioso. Le prime tre cantate sono destinate alla festa del Natale vero e proprio, la quarta al Capodanno, la quinta alla domenica successiva e la sesta all’Epifania.Nei tre giorni natalizi viene evocata la nascita del Messia; nel primo giorno dell’anno la sua circoncisione, nella domenica seguente e nel giorno dell’Epifania sono ricordati la persecuzione di Erode e l’arrivo a Betlemme dei tre Re Magi. Si è discusso a lungo sull’omogeneità o sull’unitarietà o meno di questo lavoro, comprendente una successione di musiche che possono essere anche eseguite in modo autonomo. Tanto più che Bach ha utilizzato brani composti in precedenza per cantate profane. Riutilizzare brani con la tecnica della parodia era normale ai tempi del Kantor di Lipsia e quindi legittima. Idee contrastanti a parte, è una partitura scritta con penetrante gusto psicologico circa l’aspetto narrativo e lirico. Una composizione monumentale che ha la durata di due ore e tre quarti di musica.  Le sei cantate tendono a fare blocco in un clima crescente di spiritualità che  resiede nell’arte della ricchezza polifonica con una interessante varietà armonica e contrappuntistica.

L’oratorio, nell’ambito della stagione di “Lingotto Musica” sarà affidata all’ Ensemble Le Concert Lorrain, nato nel 2000 nella regione francese della Lorena, culla del canto gregoriano, il più antico repertorio musicale dell’Occidente, si pone saldamente in questa tradizione. Il gruppo si è prodotto nei principali festivals europei e a Torino si presenta con il Dredner Kreuzchor (foto), uno dei più importanti cori tedeschi. Dirigerà Christoph Pregardien, tenore noto cme specialista del lied e dell’oratorio. Un appuntamento da non perdere nella stucchevole melassa dei concerti natalizi che affollano la scena torinese.

 

Torino, Auditorium del aLingotto “Agnelli”, v. Niazza, 246

Stagione “Lingotto Musica”

Martedì 19 dicembre, ore 20,30

LE CONCERT LORRAIN E DREDNER KREUZCHOR diretti da CHIRISTOPH PREGARDIEN

Solisti: JANES LUNN (soprano), Margot OZTINGER (contralto), MARKUS SCHAFER (tenore), PETER KSOIJ (basso)

Musica di J.S. Bach

Â