CRONACA – Truffa e riciclaggio di veicoli rubati, arrestate 11 persone

Sono 11 le persone arrestate in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emesse dall’A.G. di cui 9 in carcere e 2 con l’obbligo di presentazione alla P.G. Una complessa attività investigativa svolta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale “Piemonte e Valle d’Aosta” di Torino e coordinata dal Dr. Roberto Furlan, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino,  ha consentito di smantellare un’organizzazione dedita alla truffa ed al riciclaggio dei veicoli. L’indagine, avviata nel 2015, prendeva spunto da un controllo amministrativo eseguito presso una concessionaria di autoveicoli di Torino, dove veniva rinvenuta una vettura oggetto di riciclaggio. La Procura della Repubblica di Torino delegava l’esecuzione di una perquisizione nei confronti del cittadino albanese SAKJA Dorian, intestatario del veicolo nonché titolare di una carrozzeria nella zona Nord di Torino, che consentiva di sequestrare documentazione relativa al medesimo veicolo, nonché riferita ad un’autovettura Range Rover Evoque, risultata anch’essa di provenienza illecita. Lo sviluppo dell’attività investigativa consentiva di rilevare attività di riciclaggio su veicoli di altra gamma di provenienza illecita, anche mediante utilizzo di documenti di circolazione esteri rubati in bianco e di raccogliere elementi di responsabilità a carico di 10 persone, 3 delle quali esercenti l’attività di carrozziere operanti nel capoluogo sabaudo e 6 dedite al commercio di veicoli. Nella mattinata di martedì 12 dicembre u.s., pertanto, in esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare disposta dal G.I.P. del Tribunale di Torino, Dr.ssa Rosanna LA ROSA,  sono state tratte in arresto nove delle dieci persone colpite dalla misura. L’ordinanza di applicazione della misura cautelare è stata eseguita nei confronti di tutti i destinatari, ad eccezione di uno di loro nel frattempo deceduto (DI LUNA Michele):

  • SAKJA Dorian di anni 33 di Torino;
  • MARCIANO Martino di anni 56 di Rivalta;
  • MARCIANO Salvatore di anni 35 di Torino;
  • SCOGNAMIGLIO Nicola di anni 52 di Cantalupa;
  • SCOGNAMIGLIO Giovanni di anni 54 di Cantalupa;
  • NICOARA Ciprian di anni 30 di Torino;
  • MARDARE Ciprian Iulian di anni 34 di Torino;
  • DI LUNA Michele di Mattie;
  • GAROFALO Daniele di anni 43 di Piossasco;
  • PORCU Esli di anni 30 di Piossasco.

Contestualmente, veniva riscontrata una parallela attività di associazione a delinquere finalizzata alla truffa posta in essere da alcuni dei soggetti sopra citati, che costituivano autosaloni per il tempo strettamente necessario a porre in vendita autovetture ed incassare l’anticipo e/o l’intero valore pattuito, senza mai consegnarle agli acquirenti. Le società e i locali commerciali, una volta definite le truffe, venivano abbandonati per costituirne nuovi, in altri luoghi, con medesimo fine. Per tale evento criminale, che aveva suscitato l’interessamento di una nota trasmissione televisiva nazionale nel corso del 2016, sono stati raccolti elementi di responsabilità a carico di 5 persone:

  • DI MAGGIO Emanuele di anni 29 di Pinerolo;
  • PELLERITI Salvatore di anni 59 di Torino

oltre ai già citati GAROFALO Daniele, MARCIANO Salvatore e PORCU Esli.

Tale attività investigativa è anche stata determinante preludio all’emissione di un’ulteriore ordinanza di applicazione di misura cautelare eseguita dalla G.d.F. di Torino il 27 ottobre scorso, a carico di 27 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno dello Stato ed al riciclaggio di denaro. In sintesi, tre dei personaggi già emersi nell’attività condotta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale, oltre ad occuparsi del riciclaggio di auto, facevano parte di una organizzazione criminale che, secondo un ormai rodato sistema, otteneva da enti riconosciuti nel settore della gestione dei mercati energetici finanziamenti consistenti in certificati bianchi e T.E.E. che venivano accreditati su conti correnti di ditte italiane compiacenti per poi essere trasferiti in conti bulgari facenti capo al sodalizio. Naturalmente i lavori per i quali venivano richiesti ed ottenuti gli incentivi non venivano mai eseguiti. Il denaro, una volta trasferito sui conti bulgari, veniva prelevato in Italia da sportelli automatici mediante l’utilizzo di bancomat; tale contante veniva in parte investito nell’acquisto di veicoli nuovi di notevole valore commerciale nonché in beni di lusso.