PASSIONE FUMETTI: Cesare Lombroso e il libro Cuore su Le Storie
“Il Cuore di Lombroso”
Il n. 63 della collana Le Storie della Sergio Bonelli Editore – in edicola dal 13 dicembre – è un albo straordinario sotto molti punti di vista. Prima di tutto perché mette in scena il controverso e affascinante Cesare Lombroso e i personaggi del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis.
Ideato, scritto e sceneggiato dall’esperto Davide Barzi e disegnato dall’esordiente (almeno in Bonelli) Francesco De Stena, “Il Cuore di Lombroso” è un giallo avvincente e movimentato, ambientato con scrupolosa cura nella bellissima Torino di fine ‘800.
Cesare Lombroso
Nato a Verona nel 1835 e morto a Torino nel 1909, Cesare Lombroso è considerato il padre della moderna criminologia. Anche se le sue teorie, fortemente influenzate dalla fisiognomica, dal darwinismo sociale e dalla frenologia, sono oggi considerate prive di ogni fondamento, Lombroso è stato un dei pionieri degli studi sulla criminalità e il fondatore dell’antropologia criminale. Nei suoi studi l’origine dei comportamenti criminali è riconducibile a caratteristiche anatomiche anomale, tratti primitivi e atavismi.
Solo nell’ultima parte della sua vita, Lombroso prese in considerazione i fattori ambientali, educativi e sociali quali concorrenti a quelli fisici nella determinazione del comportamento criminale. Questa evoluzione di pensiero emerge in modo molto chiaro nel corso della lettura dell’albo, in quanto oggetto sia di significativi dialoghi tra lui e gli ex alunni del Libro Cuore, sia di riflessioni dello stesso studioso.
A prescindere dalle sue teorie, l’importanza di Cesare Lombroso è innegabile, in quanto è stato il primo a studiare la criminalità e i criminali con metodi scientifici, statistici e comparativi, ponendo le basi della moderna criminologia. Inoltre, con il materiale raccolto durante i suoi studi, Lombroso fondò nel 1876 il Museo di Antropologia criminale dell’Università di Torino.
Il libro Cuore
Il libro Cuore uno dei caposaldi della letteratura italiana, simbolo di un’epoca – quella successiva all’Unità d’Italia – a cui diede un importantissimo contributo culturale. Scritto da Edmondo De Amicis e pubblicato la prima volta nel 1886, Cuore è un romanzo per ragazzi strutturato ad episodi. L’intento del libro è quello di insegnare ai giovani cittadini del Regno d’Italia le virtù civili, l’amore per la patria, il rispetto per le autorità e per i genitori, lo spirito di sacrificio, l’eroismo, la carità, la pietà, l’obbedienza e la sopportazione delle disgrazie. L’importanza di quest’opera fece di De Amicis lo scrittore più letto d’Italia e tutt’oggi il libro è presente nei programmi didattici della scuola italiana.
Il Cuore di Lombroso al Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino
Il 13 dicembre – data di pubblicazione in edicola – l’albo è stato presentato dagli autori nell’aula magna del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino. Il Direttore scientifico del Museo Silvano Montaldo ha introdotto gli autori ringraziandoli per il bellissimo regalo. Un regalo inaspettato perché Davide Barzi e Francesco De Stena, in totale autonomia, sono riusciti a ricreare luoghi, contesto storico e dialoghi con impressionante verosimiglianza.
Silvano Montaldo ha evidenziato inoltre come anche l’accostamento tra Lombroso e il Libro Cuore – due cose molto torinesi – non è sia stato affatto azzardato. Il Museo sta infatti lavorando su un carteggio epistolare, ritrovato solo recentemente, in cui emerge che Lombroso e De Amicis si conoscevano, si frequentavano e si stimavano. Cosa che Barzi e De Stena non potevano certamente sapere.
Tra storia e avventura
“Il Cuore di Lombroso” è un albo di fantasia, ricco di licenze poetiche, al servizio dell’avventura, ma basato su attente ricerche che hanno riguardato sia la figura dello studioso, sia il periodo storico, sia gli ambienti in cui agiscono i personaggi. Davide Barzi ha infatti raccontato di aver visitato due volte il Museo “Cesare Lombroso” e più volte la città di Torino, cercando di ricostruire con la maggiore verosimiglianza possibile anche luoghi che ora non esistono più, come la scuola Moncenisio e l’obitorio del Mauriziano.
La storia dell’albo inizia nel gennaio del 1889, Lombroso ha 54 anni e i giovani studenti del libro di De Amicis sono ormai adulti. Partendo dai racconti del libro Cuore, Davide Barzi e Francesco De Stena ne hanno ipotizzato l’aspetto e il futuro in modo incredibilmente plausibile. Inoltre vediamo Cesare Lombroso che da studioso si trova costretto ad improvvisarsi detective – cosa che non era nella realtà – ispirandosi ai metodi di Sherlock Holmes. A quei tempi “A study in scarlet”, appena pubblicato in patria da Arthur Conan Doyle, non era ancora stato tradotto in italiano ma, nel corso dell’avventura, Lombroso dichiara di averlo letto in lingua originale.
La lunga genesi de “Il Cuore di Lombroso”
Durante l’incontro Davide Barzi ha raccontato di aver iniziato a pensare ad una storia su Lombroso almeno 15 anni fa. Inizialmente pensava di ambientarla a Pavia, ai tempi in cui Lombroso era studente.
Nel 2012, dopo un viaggio a Torino e una prima visita al Museo Lombroso, nasce l’idea di accostarlo al Libro Cuore. Due argomenti sacri a cui Davide Barzi ha dichiarato di essersi approcciato con molto rispetto. Nel frattempo la Sergio Bonelli Editore aveva varato la collana antologica de Le Storie, contenitore ideale per un’avventura sul tema. Tuttavia, per esigenze di programmazione e altri impegni, la lavorazione della storia è iniziata solo nel 2015.
Dopo essere tornato una seconda volta al Museo Lombroso e aver girato per Torino alla ricerca delle location adeguate, Davide Barzi ha modo di vedere le tavole disegnate da Francesco De Stena per Frankenstein (Edizioni Star Comics: FRANKENSTEIN di Mary Shelley, collana Roberto Recchioni presenta I Maestri dell’orrore). “Disegnatore realistico, minuzioso, dettagliato, pulito. Il disegnatore giusto.”
Francesco De Stena, 29 anni, arriva da esperienze su fumetti horror (Splatter, Edizioni Ink) e per “Il Cuore di Lombroso” ha dichiarato di aver dovuto pulire e alleggerire il segno. Nella realizzazione della storia, il lavoro più importante – che emerge in modo molto evidente leggendo l’albo – ha riguardato la documentazione preparatoria e la ricerca di verosimiglianza nei personaggi. Paradossalmente quello più difficile da rappresentare è stato proprio Lombroso, in quanto esistono pochissime sue foto e tutte in età avanzata (come lo ha rappresentato Aldo Di Gennaro in copertina).
L’atmosfera e i personaggi
Francesco ha ricordato come, tra gli ex-allievi del libro Cuore, che quello che più ha amato disegnare è stato Garrone. Ma, come ha giustamente detto da Davide Barzi durante l’incontro, leggendo l’albo non si può non apprezzare la splendida caratterizzazione di Silvia Bottini. Insomma, i personaggi realizzati da De Stena sono così belli che viene voglia di rivederli in azione.
Durante l’incontro Davide Barzi ha evidenziato come sia stato importante per lui respirare luoghi e atmosfere. “Girando per Torino ho visto almeno 3 palazzi che mi hanno colpito così tanto da farmi cambiare la sceneggiatura per inserirli” ha dichiarato. “Inoltre nella storia c’è una scena di inseguimento, il cui percorso è esattamente quello che ho fatto io passeggiando nella zona del Valentino”.
Il risultato di questo lavoro è una bellissima storia, che si legge con piacere e interesse. I disegni di Francesco De Stena sono ricchi, corposi e plastici, e allo stesso tempo chiari e leggibili. I personaggi si muovono con naturalezza e recitano con passione, sempre molto espressivi e coinvolgenti. Per chi vive a Torino, o almeno la conosce, vi è in più il piacere di vederla rappresentata in modo suggestivo.
Insomma, anche se “Il Cuore di Lombroso” si presenta come un fumetto da edicola, a mio parere si tratta di un albo che meriterebbe un’edizione arricchita da approfondimenti e documentazione. Sicuramente il materiale interessante non manca.
Un ringraziamento particolare a Francesco De Stena per le immagini ©Sergio Bonelli Editore per “Il Cuore di Lombroso” e ©Star Comics per “Frankenstein”