Asti Film Festival- Maurizio Nichetti: un comico con un buon gioco di gambe

Maurizio Nichetti, Filippo Mazzarella, Roberta Bellesini

Regista, sceneggiatore, attore, mimo, comico, pubblicitario. E’ Maurizio Nichetti, poliedrico uomo di cinema, di teatro e di televisione, venuto ad Asti a presentare la sua “Autobiografia involontaria” su invito degli organizzatori dell’Asti Film Festival per la sezione letteratura.

A Fuoriluogo, martedì 23 gennaio, ha conversato con Roberta Bellesini e con il critico cinematografico Filippo Mazzarella.

Tra i molti aneddoti raccontati da Nichetti quello dell’incontro con il regista e mimo francese Jacques Tati.

Assistette alla proiezione del mio film “Ratataplan” senza ridere una sola volta – ha ricordato Nichetti – e lasciò la sala senza salutarmi. Il giorno dopo però mi invitò a casa sua per un tè. Siccome non diceva nulla del mio film gli chiesi direttamente cosa ne pensava. Mi disse che era un bel film e aggiunse che avevo un “bel gioco di gambe”. Ho capito in seguito cosa intendeva: un comico televisivo si riconosce dalla sua fissitĂ  sulla scena, abituato a parlare. Un comico cinematografico invece si riconosce dalle sue movenze, dai suoi gesti, dal gioco di gambe, appunto. Se ci pensate bene è un grande complimento. Sono i grandi comici del cinema che guardiamo ancora oggi. Stanlio e Ollio li guardiamo ancora a distanza di cento anni”.

Con il regista l’analisi si è spostata anche sulla televisione, sulla mancanza di idee, fagocitate dai ritmi sempre piĂą stretti e omologati della fruizione generalista. Ma anche il cinema, secondo l’autore, rincorre le certezze degli effetti speciali senza piĂą sperimentare il “realismo fantastico” proprio di registi come Fellini, Ferreri e dello stesso Nichetti.

Appassionato di nuove tecnologie, Nichetti non disdegna i nuovi mezzi di comunicazione. Li considera uno strumento utile per comunicare con le nuove generazioni, molto piĂą pronte e veloci nel recepire i messaggi che passano attraverso gli audiovisivi. Si tratta di nuove forme espressive e di nuovi linguaggi ancora tutti da scoprire.

Carmela Pagnotta