Giorno della Memoria, un chierese tra gli insigniti delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica
Venerdì 26 gennaio, nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Civico di
Torino, in occasione delle celebrazioni per il “Giorno della Memoria”, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Comune di Torino, il prefetto Renato Saccone ha consegnato ai familiari le medaglie d’onore conferite, con decreto del Presidente della Repubblica, alla memoria di sei cittadini della provincia di Torino, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale. Tra di essi, un chierese: Pasquale Giacone, classe 1919, deceduto nel 2003. Dal 1963 al 1984 aveva lavorato come dipendente del Comune di Chieri. Nativo di Montaldo Roero, trasferitosi a Chieri nel 1940 per lavorare in
una panetteria, Giacone partì quasi subito per il servizio militare, arruolato in fanteria e destinato alla campagna di Grecia. Ad Atene, il 9 settembre 1943, fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche e successivamente trasferito coattivamente in Germania, a Norimberga, dove fu rinchiuso con molti suoi commilitoni nel campo di concentramento XIII D. Gli fu attribuita la matricola 6464. Dal lager veniva trasferito ogni giorno nella vicina località di Shwabach e costretto a lavorare nella fabbrica di bulloni Richard Bergner.
“Il mio lavoro – scriveva nelle sue memorie negli anni Sessanta – era articolato in turni diurni o notturni di 12 ore consecutive ed era svolto in un reparto di Lavori Pesanti. In aggiunta al lavoro nella fabbrica di bulloni, e allo scopo di procurarmi sufficienti razioni di pane, accettai di svolgere, il sabato pomeriggio e la domenica, un ulteriore lavoro in campagna, presso una famiglia tedesca: il lavoro consisteva nel taglio di legna e nel trasporto di carbone, e veniva appunto compensato con razioni di pane. All’arrivo delle truppe americane, sono stato liberato. Conservo un permesso del direttore della UNRRA, capitano Bullock, valido per il 28 e 29 maggio 1945, per tornare a Schwabach per ritirare in fabbrica i miei effetti personali.”