Ospedale unico dell’asl5 e consiglio comunale aperto, Sicchiero (PD): “Noi favorevoli, ma potenziando anche Chieri”
Alessandro Sicchiero, segretario chierese del PD, interviene con una nota in margine al consiglio comunale aperto della settimana scorsa nell’auditorium del Monti-Vittone. “Il Consiglio Comunale ha organizzato questo evento per approfondire un tema importante e complesso, un tema che può facilmente trovare un terreno fertile per essere strumentalizzato, un tema che tira in ballo il futuro della sanità a sud del capoluogo piemontese. Noi del Partito Democratico di Chieri siamo stati da subito favorevoli alla costruzione di un ospedale unico, perché in grado di essere più efficace e più sicuro nell’erogazione dei servizi sanitari, perché qualificherebbe meglio l’offerta di assistenza, perché aumenterebbe l’efficienza della gestione della struttura. Ci tengo subito a dire non vanno confusi i termini del discorso; rendere più efficiente la gestione non vuol dire risparmiare e basta, vuol dire risparmiare quelli che possiamo considerare gli sprechi di una gestione di tre strutture troppo antiche per poter anche solo consentire di rendere sostenibile una continua manutenzione. Probabilmente sarebbe meglio spendere per aggiornare le apparecchiature diagnostiche, per aumentare l’assistenza ed i servizi, in quanto la salute è un bene a cui non si può che attribuire un valore inestimabile. Gli ospedali attuali, peraltro condotti e amministrati in modo sicuramente più che valido, sono però strutturalmente deficitari, energivori (riscaldamento e condizionamento), non più all’avanguardia e con evidenti limiti edilizi, quindi in lento ma inesorabile processo di obsolescenza. L’ospedale unico, come tutti i moderni ospedali, sarà la sede dove curare le acuzie e le urgenze; ma la sanità pubblica non si ferma lì, perché è evidente che si dovrà confermare il potenziamento, a Chieri come sull’intero territorio di riferimento dell’ASL, di tutti i servizi sanitari territoriali: case della salute, l’offerta di visite mediche e prestazioni specialistiche a livello ambulatoriale, i servizi di riabilitazione, l’assistenza domiciliare, i servizi diagnostici strumentali di base, le terapie ambulatoriali. Come dichiarato in più occasioni, anche promuovendo Ordini del Giorno in questo Consiglio Comunale, rimane per noi un punto interrogativo quello della localizzazione prescelta, un’area agricola in regione Vadò ai confini di Moncalieri e Trofarello. L’aspetto positivo che ravvisiamo, rispetto alla nostra città, e al chierese in generale, quello della vicinanza al nodo ferroviario di Trofarello; ciò è sufficiente da solo a renderlo preferibile? Forse potrebbe essere più opportuno ricondurre la scelta ad una soluzione in grado di riutilizzare suolo già cementificato, in grado di collocarsi più baricentrica dal punto di vista geografico. Il comune di Cambiano potrebbe essere maggiormente qualificato da questi due punti di vista, anche per la presenza di aree già cementificate con possibilità di recupero, una delle quali già in disponibilità del Comune stesso. Una riflessione sul passato. Circa 10 anni orsono già si parlava del nuovo ospedale che avrebbe dovuto sostituire quello di Moncalieri. Le previsioni erano per localizzarlo a Carpice – tra Nichelino e Moncalieri. Non se ne fece nulla. Noi crediamo che se anche questo progetto di nuovo ospedale non partirà a breve, il contraccolpo che questa vicenda avrà sulla fiducia dei cittadini verso le istituzioni sarebbe veramente deleterio. Per finire, su cosa concentrare l’attenzione da ora in poi? Se le valutazioni preliminari, ambientali e geologiche, non immetteranno elementi nuovi circa la localizzazione dell’ospedale a Vadò, riteniamo si debba passare alla fase successiva, quella del potenziamento dei servizi sanitari territoriali del distretto sanitario chierese e del potenziamento dell’accesso al nuovo sito, sia con treno (visto che siamo a 200 metri dalla stazione di Trofarello) sia con auto (vista la variante prevista a Cambiano). Su questi aspetti dovremo assumerci tutta la responsabilità che ci compete come Comune capofila del chierese. È fondamentale, ma riteniamo la richiesta assolutamente superflua, che fino alla realizzazione del nuovo ospedale sia garantito il mantenimento dell’offerta attuale, se non addirittura potenziata orientandola a quello che sarà la specializzazione futura. Dunque, Ospedale Unico sì, efficientamento dei servizi, più qualità, più sicurezza per i pazienti; contestualmente valorizzazione delle competenze professionali già presenti e delle strutture già esistenti a Chieri, nella fattispecie quelle di recente costruzione. Il rapporto tra le due realtà (ospedale unico e servizi sul territorio) sarà di complementarietà e non di contrasto. Nessuno deve perdere nulla. Questo va detto con forza!”