ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

IVREA (TO)- PERGOLESI: UNA SERATA MONOGRAFICA– Giovanni Battista Draghi (foto), 1710-1736, detto Pergolesi (dal nome del paese originario del bisnonno Pergola), il cui nome in vita era limitato all’ambiente napoletano e romano, ebbe una parabola artistica di soli cinque anni. Nonostante, lasciò una manciata di composizioni indimenticabili che suggestionarono diversi artisti i quali nel corso dell’Ottocento interpretarono la sua figura in chiave romantica. Fin dalla seconda metà dell’Ottocento numerose ristampe con il nome di Pergolesi circolarono per l’Europa, tanto da suscitare l’interesse di J.S. Bach. La scarsità d’informazioni intorno alla vita del musicista di Jesi favorirono la nascita di un terreno fertile su cui nacquero fantasiosi aneddoti come l’insinuazione che la sua morte fosse dovuta non a cause naturali, ma per avvelenamento da parte di colleghi invidiosi del suo talento. A causa della fortuna postuma il catalogo di Pergolesi ebbe un incredibile destino per la diffusione della prassi di diffondere il suo nome, con palesi intenti speculativi, su qualunque spartito che avesse lo stile musicale della scuola napoletana. Questo portò a contare 500 composizioni (un numero abnorme per un autore scomparso a ventisei anni): un catalogo informale che gli studi recenti  hanno ridotto a meno di cinquanta numeri di cui solo ventotto di paternità certa. Solo in tempi recenti i musicologi sono approdati a un equilibrato giudizio critico, sottolineando l’originalità della sua esperienza estetica e la sua importanza nello sviluppo storico della musica europea nella prima metà del Settecento.

L’Orchestra Giovanile del Piemonte diretta da ANDREA ALBERTINI propone una serata monografica su Pergolesi che allinea il Concerto in sol maggiore per flauto,  la sinfonia dall’opera buffa in napoletano Lo frateinnamorato e lo intermezzo  La serva padrona. Quest’ultima suddivisa in due parti che lo stesso autore, come da prassi dell’epoca, inserì tra i tre atti della sua opera seria Il cavalier superbo andata in scena a Napoli nel 1733. Nel volgere di breve tempo questo delizioso capolavoro fece il giro dei teatri italiani ed europei,  acquisendo così un ruolo importante nella storia dell’opera buffa tanto da farne le origini dello stesso genere.

 

Ivrea (To), Auditorium “Mozart”, c.so M. D’Azeglio, 69

Mercoledì 7 febbraio, ore 21.00

ORCHESTRA GIOVANILE DEL PIEMONTE diretta da ANDREA ALBERTINI

Solisti: ALESSANDRA MASOERO (flauto), LINDA CAMPANELLA (soprano), MATTEO PEIRONE (baritono)

Musica di Pergolesi

 

TORINO- IL MITO DI APOLLO IN DANZA- Dopo il successo di fine anno al Teatro Regio, ritorna a Torino l’acclamato divo della danza Roberto Bolle (foto) in un contesto inedito all’Auditorium RAI con l’Orchestra Sinfonica Nazionale diretta  da John Axelrod. Viene proposto il balletto in due scene Apollon Musagete (1927-28) su musica di Stravinskij. L’ambiente parigino tra le due guerre mondiali s’interessò ai temi dell’antichità greca classica rimandata ai temi mitologici legati alle correnti estetiche che facevano capo al cosiddetto neoclassicismo, favorendo così la nascita di  una stimolante serie di lavori legati alla coeva letteratura musicale. In tale clima s’inserisce l’apparizione dell’Apollon Musagete. Lo stesso Stravinskij fu prodigo di notizie circa la sua nascita su commissione della fondazione Sprague Coolidge di Washington per un festival di musica contemporanea. Il compositore precisò che c’era la massima libertà nella scelta del soggetto, le uniche condizioni riguardavano il numero limitato di danzatori e la durata non doveva superare la mezz’ora. L’invito venne accolto e scelse come soggetto Apollo, riducendo il numero delle Muse da nove a tre: Calliope (la poesia e il ritmo) Polimnia (il mimo) e Tersicore (la danza). Il soggetto comprende due quadri: il primo la nascita di Apollo a Delo, il secondo una successione di danze allegoriche nel corso delle quali il dio avrebbe guidato le Muse al Parnaso. Dopo la prima statunitense il 27 aprile 1928 il balletto approdò  Parigi il 12 giugno del medesimo anno ad opera dei Ballets Russes con la coreo grafia di Balanchine il quale annotò: Guardo all’Apollon come alla svolta decisiva della mia vita. Con la sua disciplina e il suo dominio che implicava, la sua sostenuta unità di tono e di sentimento, la partitura era un rivelazione (…) La danza, come la musica, trovava la sua economia, la sua unità di stile.

Nella seconda parte della serata (senza Bolle) i seguenti brani di Gluck: Danze delle Furie e degli spiriti beati da Orfeo ed Euridice, ,Marcia,  Andante e Ciaccona da Alceste. Congedo con Le baiser de la fée  (Il bacio della fata) balletto allegorico in quattro scene su musica di Stravinski. La trama è semplice: una fata bacia in fronte un bambino che cresce e diventa uomo, sta per sposarsi, ma la fata ritorna e se lo porta via per sempre. Tratto da una fiaba di Andersen, il lavoro è dedicato alla memoria di Cajkovskij: un omaggio al balletto classico tardo ottocentesco.

 

Torino, Auditorium “Toscanini” (RAI), p. Rossaro

Giovedì 8 febbraio , ore 20.30

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da JOHN AXELROD

ROBERTO BOLLE (danzatore)

Musiche si Stravinskij, Gluck

 

 

TORINO- EX BAMBINO PRODIGIO DALLA SIBERIA- Per la prima volta l’Unione Musicale ospita nella propria stagione il siberiano Denis Matsuev (foto) che all’età di tre anni s’avvicinò al pianoforte, raggiungendo a fatica i tasti senza nemmeno riuscire a raggiungerli: con un ditino riprodusse una melodia che aveva ascoltato in un programma televisivo dedicato alle condizioni del tempo. Un bimbo prodigio che oggiAggiungi un appuntamento per oggi dichiara di essere stato un normale ragazzo che giocava a hockey e a calcio. Dopo gli studi a Mosca, a vent’anni trionfa al Concorso “Cajkovskij”: da allora la sua carriera decolla a livello internazionale.

La Sonata in re minore op. 31 n. 2, una delle più eseguite del catalogo pianistico di Beethoven,  segna un momento tragico segnato dai primi sintomi legati alla sordità, Nonostante, lo troviamo alla ricerca di nuove strade. Lavoro innovativo dove all’interno dei singoli movimenti vengono operate fondamentali innovazioni. La Sonata in la bemolle maggiore op. 110 presenta caratteristiche unitarie date da un’insieme di idee musicali che sembrano suggerire momenti d’incertezza. Contiene un’Arioso all’interno del terzo movimento Allegro ma non troppo, una delle pagine più intime e personali che Beethoven abbia scritto, quasi un ripiegamento sull’anima ferita. Segue una Fuga a tre voci con l’apparizione del tema dell’Arioso: è solo un istante che viene risolto in una chiusura energica che spazza via ogni dubbio.

Cajkovskij entra in scena con Méditation dalla raccolta op. 77, diciotto pezzi dedicati agli amici più cari in bilico tra nostalgia e brillantezza. Ancora Cajkovskij con la Grande Sonata in sol maggiore op. 37. Scritta nella pace svizzera di Clarens (1878), grazie al sostengo della sua mecenate von Meck, cade in un periodo critico della sua esistenza. E’ un lavoro monumentale , forte è l’influenza di Schumann che contiene pagine di grande bellezza, soprattutto nel movimento iniziale Moderato e risoluto. Seguono un Andante non troppo quasi moderato, uno Scherzo (Allegro giocoso) e un Finale ((Allegro vivace) dove la voce di Schumann si fonde con il melos russo e leggeri colori.

 

Torino. Conservatorio, p. Bodoni

Stagione Unione Musicale

Domenica 11 febbraio, ore 16,30

DENIS MATSUEV, pianoforte

Musiche di Beethoven, Cajkovskij

 

 

TORINO- DUE MUSICISTI OLTRE OGNI REGOLA-il celebre duo Igudesman-Joo (foto) è il protagonista del

concerto di Carnevale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI diretta da John Axelrod. Il violinista russo Alexej Igudesman e il pianista anglo coreano Richard Hyung-ki Joo proporranno A Big Nightmare Music in cui alcuni brani a sorpresa del repertorio classico vengono rivisitati e “storpiati” in un gioco esilarante che coinvolgerà anche i professori dell’Orchestra. Ed è questa la peculiarità della coppia che mette il proprio solido virtuosismo tecnico al servizio dell’idea del divertimento senza rinunciare a ironiche incursioni nel repertorio più classico. Ha superato i trentacinque milioni di visualizzazioni su YouTube  e prosegue il sul percorso finalizzato a rendere la grande musica accessibile al  pubblico più ampio, soprattutto giovanile.

Il programma sarà completato da altre pagine all’insegna del divertimento: lo sfacciato e allegro poema sinfonico I tiri burloni di Till di Richard Strauss, il valzer dei fiori dal balletto Lo schiaccianoci di Cajkovskij, l’Ouverture e Can Can dalla celebre operetta Orfeo all’Inferno di Offenbach dove viene messo in satira il mito di Orfeo ed Euridice.

 

Torino, Auditorium “Toscanini”, p. Rossaro

Domenica 11 febbraio ,ore 20,30

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI diretta da JOHN AXELROD

Duo IGUDESMAN-JOO (violino-pianoforte)

Musiche di. Autori Vari (rivisitati), R. Strauss, Cajkovskij, Offenbach