Alba- I nuovi cloni dei vitigni autoctoni del Piemonte presentati in un convegno venerdì 16 marzo

Sono venti i nuovi cloni dei vitigni autoctoni del Piemonte scoperti dai ricercatori Cnr negli ultimi due anni che sono stati presentati in un incontro organizzato venerdì 16 marzo alle 14 dalla Regione Piemonte-Cepremavi a Vivalb ad Alba.

Un’occasione per presentare un’eccellenza piemontese ovvero, come dice il titolo della giornata, “L’attività del nucleo di premoltiplicazione di materiale viticolo del Piemonte (Cepremavi) a sostegno della viticoltura di qualità”.

Il Cepremavi è una nostra eccellenza nel campo della ricerca – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero – I nostri ricercatori lavorano al miglioramento genetico dei cloni, anche in un’ottica fitosanitario e di controllo su insetti e patogeni. Sono solo 9 i centri in Italia specializzati in questo lavoro di salvaguardia e tutela del patrimonio ampelografico e genetico dei vitigni autoctoni”.

Il professor Franco Mannini coordina il lavoro dei ricercatori Cnr: negli anni, sono stati omologati un centinaio di cloni solo in Piemonte, che salgono a 130 se si contano anche quelli di Valle d’Aosta e Liguria. Le 20 new entry di cloni sono state descritte nella nuova pubblicazione di Mannini, “Cloni di vitigni Piemontesi selezionati e registrati dall’IPSP – CNR 2007/2016”, pubblicazione che è stata distribuita durante l’incontro di venerdì.

Cepramavi è nato nel 1979 dall’Esap, l’ente di sviluppo agricolo del Piemonte. Nel 1995 è passato sotto la tutela della Regione Piemonte. Negli anni il centro ha creato una “screen house”, in cui sono contenuti tutti i cloni trovati.

Il Cepremavi – spiega Giulio Porzio, presidente di Vivalb, il vivaio cooperativo regionale – fornisce ai vivaisti barbatelle di categoria base per l’impianto di vigneti idonei al prelievo di gemme per la produzione in larga scala di materiale certificato. Noi, Vivalb, siamo il braccio operativo di tutti i vivaisti piemontesi: curiamo gli innesti, le barbatelle e la screenhouse, dove ci sono tutte le piante “nonne”.