PIEMONTE ARTE: DE COLL’, PELUZZI, MEDIA HORA, BIENNALE METROPOLI, OLIVA
AREZZO, FINISSAGE DELLA MOSTRA DI DE COLL’
Domenica 24 giugno alle 16,30, alla Galleria Comunale d’arte contemporanea di Arezzo, finissage della mostra dell’artista chierese Pier Tancredi De Coll’, accolta con consensi di critica e successo di pubblico sin dalla sua apertura, lo scorso 28 aprile.
MURAZZANO, OMAGGIO A ESO PELUZZI
Figure, luoghi e cose in un respiro d’infinito nei dipinti dal 1912 al 1983
Da sabato 7 luglio a domenica 26 agosto 2018
Palazzo Tovegni, Via Adami 5 – Murazzano (Alta Langa, Cuneo)
Ingresso gratuito
Mostra a cura di Ivana Mulatero
Organizzata da Fondazione Bottari Lattes
Inaugurazione: sabato 7 luglio ore 18.30
Orario mostra: venerdì e sabato 15 – 18; domenica 10-12 e 15-18
www.fondazionebottarilattes.it
Ritrattista di stampo realista e venatura umanitaria, paesaggista lirico e sensibile, rarefatto e introspettivo nelle sue natura morte, Eso Peluzzi (1894 – 1985), si è mosso tra Liguria e Piemonte, dal secondo decennio del XX secolo fino agli anni Ottanta. A omaggiare la sua poetica e l’ampio ventaglio dei generi pittorici con cui si è confrontato (la figura, il paesaggio, la natura morta) nei dipinti realizzati tra il 1912 e il 1983, è la mostra Eso Peluzzi. Il pittore delle more di Cairo, aperta da sabato 7 luglio a domenica 26 agosto 2018 a Murazzano (Cn), organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con il Comune di Murazzano, e curata da Ivana Mulatero, storica dell’arte e curatrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero. L’esposizione, il cui titolo fa riferimento al paese di nascita di Eso Peluzzi, Cairo Montenotte (Savona), e all’espressione usata dallo scrittore Giovanni Arpino per descriverlo, è allestita presso Palazzo Tovegni di Murazzano (via Adami 5), in Alta Langa, a pochi chilometri da Monchiero d’Alba, paese in cui l’artista ha vissuto e lavorato dalla fine degli anni Quaranta, facendo dell’antico Oratorio dei Disciplinanti il suo studio, ora Casa-museo a lui dedicata.
Eso Peluzzi. Il pittore delle more di Cairo è dedicata al corpus pittorico dell’artista, emblematica figura che ha vissuto nei crocevia geografici e culturali italiani tra la Liguria, il Piemonte e la Lombardia, con frequenti soggiorni formativi nel resto d’Italia e in Europa e con inviti alle Biennali Internazionali di Venezia e alle Quadriennali romane e torinesi, alle mostre del Museum of Art di Baltimora e al Jeu de Paume di Parigi.
«In questa esposizione che valorizza la fecondità espressiva di Peluzzi, che amava definirsi pittore delle cose semplici che fanno grande il mondo – spiega la curatrice della mostra Ivana Mulatero – si vuole evadere dal mito discreto di pittore delle Langhe, che per molti decenni ha connotato in maniera univoca la sua opera, provando a rintracciare le vicinanze, come anche le distanze, dalle molte avanguardie. Giova stare sul filo degli scambi professionali con i futuristi Farfa e Fillia, o ricordare l’amicizia fraterna con lo scultore Arturo Martini, senza perdere di vista che Peluzzi è stato conteso da galleristi del calibro di Pier Maria Bardi, compagno di affabulazioni degli scrittori Mario Soldati e Gina Lagorio, sostenuto dai critici d’arte Alberto Sartoris e Mario De Micheli, ammirato dai musicisti Uto Ughi e Salvatore Accardo e, non per ultimo, la sua casa accoglieva Sandro Pertini, settimo Presidente della Repubblica Italiana.
Dalle composizioni di figura vicine alla retorica del Novecento, al paesaggio di più personale respiro immerso negli umori della pittura francesizzante, dai disegni dalle linee onduleggianti tra Previati e Bistolfi, tra Medardo Rosso e Morbelli, fino ai quadri da studio con umili oggetti che raggiungono una metafisica rarefazione spaziale. I generi artistici, versanti molteplici nei quali si consuma l’esperienza di Peluzzi, rivestono il significato non meramente funzionale alle committenze o alle esigenze personali di indagine del mestiere, ma hanno più in profondità il valore di enunciare in modo problematico le scelte compiute in prossimità di una confluenza tra le soluzioni formali, il ricorso a strumenti e tecniche espressive tratte dalla tradizione e dalla contemporaneità, con le atmosfere di ricerca che hanno caratterizzato la storia dell’arte del Novecento».Prima dell’inaugurazione della mostra, dalle ore 10.30 alle ore 17 di sabato 7 luglio saranno aperte al pubblico le case-museo di Eso Peluzzi e del nipote Claudio Bonichi nel borgo antico di Monchiero, il paese che i due artisti scelsero come luogo di creazione e ispirazione, realizzando le opere dal 1948 al 2016. L’iniziativa è a cura del Comune di Monchiero e di Musei Peluzzi Bonichi (www.museipeluzzibonichi.it).
TORINO: MEDIA HORA, FOTOGRAFIE DI PABLO BALBONTIN ARENAS
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Project Room
14 giugno – 26 agosto 2018
Via delle Rosine, 18 – Torino
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenta la nuova mostra in Project Room dedicata alla serie fotografica “Media Hora” di Pablo Balbontin Arenas.
La serie “Media Hora” illustra le case di appuntamento spagnole con un occhio diverso, durante il giorno, quando sono chiuse al pubblico e quasi impercettibili, mimetizzate nell’ambiente urbano, e la luce forte svela ogni dettaglio di quei luoghi. Uno dei tratti caratteristici della ricerca fotografica di Pablo Balbontin è, infatti, proprio il tema dell’apparenza visiva che nasconde le realtà drammatiche: “media hora” è il tempo minimo che i clienti possono contrattare con le prostitute nelle case chiuse di Spagna, tempo stabilito dai proprietari e non dalle donne.
Il nostro occhio – spiega il fotografo Pablo Balbontin Arenas – scopre un paesaggio diverso, di cuori rotti, di palme di plastica, di camere di sicurezza nascoste, dettagli che di notte le luci al neon nascondono, illudendo i clienti di entrare in paradiso, paradiso artificiale che occulta l’inferno nel quale vivono le donne che sono obbligate a prostituirsi dalla mafia della tratta di persone. Donne recluse, senza documenti, che per riconquistare la propria libertà devono pagare i debiti economici contratti con l’organizzazione criminale che le ha portate in Europa. La superficialità ci circonda, manchiamo dello spirito critico tanto necessario per ribellarci alle menzogne delle apparenze ed agli abusi nascosti che in esse si perpetrano.
La serie “Media Hora” è un esercizio di responsabilità, di comprensione di una verità quasi invisibile, ovvero, dell’abuso di donne provenienti da paesi in via di sviluppo, rinchiuse tra le mura in ambienti kitsch e volgari che nascondono tristezza e dolore.
L’invisibilità è la chiave di lettura, il fil rouge che lega le immagini di questa collezione fotografica di edifici disomogenei per caratteristiche, ma accomunati da una funzione cosi drammatica e socialmente rilevante.
TORINO, BIENNALE METROPOLI
“Biennale – VII edizione
Concorso Internazionale
di pittura, disegno/grafica e acquerello Metropoli di Torino
– Edizione 2018” –
Il Sabato 16 giugno alle ore 13,30 nella la sala Cavour del Centro Congressi di Torino, via Nino Costa, 8, alla presenza delle autorità cittadine e della giuria, vi è stata la cerimonia di premiazione. Nell’occasione sono stati consegnati i premi ed il catalogo delle opere selezionate del concorso a tutti gli artisti intervenuti. Inoltre, su di un grande schermo sono state proiettate le opere selezionate dalla giuria composta: da Gian Giorgio Massara– critico d’arte, Angelo Mistrangelo(presidente) – giornalista e critico d’arte, Isidoro Cottino – pittore e incisore, Maria Scalia – pittrice, Egidio Albanese – pittore.
Al piano il maestro Fabrizio Sandretto ha accompagnato le proiezioni delle opere.
Le opere selezionate, circa 140,attualmente sono in mostra presso il prestigioso Palazzo Birago, via Carlo Alberto, 16 di Torino da sabato 16 al 28 giugno.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17,00.
La giuria ha ritenuto di assegnare i seguenti premi:
Sezione Pittura
1° premio – Saracco Agostino di Rivalta di Torino (TO) per Sogni ad occhi aperti;
2° premio – Puzzo Luciano di Roma per Io non ho paura;
3° premio – Sadvandi Alireza di Caltagirone (CT) per Nella stanza;
4° premio – Waser Vally di Torino per Passeggiando;
5° premio – Pagnone Maurilio di Pancalieri (TO) per Gelosia;
Premio speciale di giuria – Bissacco Martino di Venaria (TO) per La città frenetica;
Targa di merito a:
– De Paoli Antonio Luigi di Pavia per Proiezioni;
– Giuliani Maria Rosaria di Torino per Gioia;
– Labagnara Nunziatina di Piossasco (TO) per Ritratto di donna;
– Mannini Guido di Torino per Esperia;
– Marin Luca Maria di Santa Maria di Sala (VE) per Evocativo di tempo e desiderio;
– Pepino Claudio di Grugliasco (TO) per Introspezione su Rol;
– Petrillo Antonio di Foglizzo (TO) per La prima neve;
– Rossi Valerio di Airolo (CH) per Apocalypsis cum figuris N 3;.
Sezione Disegno e grafica e nuove espressioni
1° premio – Valli Maria di Reggio Emilia per Punto linea e superficie;
2° premio – Cravero Margherita di Moncalieri (TO) per Andata e ritorno;
Targa di merito a:
– Arizzio Giuseppe di Torino per Fresco profumo di fieno;
– Cernei Adriana di Torino per Ghena;
– De Maistre Magali di Villastellone (TO) per Piazza Vittorio il volo del cormorano;
– Gatti Chiara di Pergine Valsugana (TN) per L’ultima età della donna;
– Stoppani Giulio di Caronno Pertusella (VA) per Rifressi;
– Vitagliani Giacomo Filippo di Torino per Polveri sottili su Torino.
Sezione Acquerello
1° premio – Scotellaro Rita di Salassa (TO) per Refoli di speranza;
2° premio – Ludovico Antonio di Grosseto per Tango in laguna;
Targa di merito a:
– Davico Guido di Torino per Tonco da Alfiano Natta;
– De Maria Cristina di Trofarello (TO) per Tassonomie abitative;
– Galato Fransos Maria Pia di Moncalieri (TO) per Sensualità rubata;
– Marinova Alexandra di Bologna per Nudo femminile;
– Sisti Anna di Pavia per Autunno oltre Po pavese.
Quest’anno è stata assegnata la targa “Andrea Zerbino” per ricordare il fondatore dell’Associazione Artistica e Culturale Andrea Zerbino Ex Artemisia, che l’anno scorso ha celebrato sessanta anni di vita nell’ambito dell’arte. Il premio è stato assegnato all’artista Reggiani Bellini Maria Rita di Torino, con l’opera “Tramonto” .
ENZO TOMASO OLIVA OPERE PER UNA NUOVA UMANITA’
Parlare di Microcellularità. Sabato 23 giugno, alle 10,30, si tiene nell’Aula Magna del CTO, Centro Traumatologico Ospedaliero, in via Zuretti 29,la presentazione dell’iniziativa espositiva dedicata al pittore Enzo Tomaso Oliva, caposcuola del movimento «Microcellulare», riconosciuto da parte dell’Accademia Italiana d’Arte nel Mondo. In particolare, si tratta di 15 pregevoli e fedeli riproduzioni delle opere di Oliva, che vengono collocate, in modo permanente, presso gli spazi dei Presidi dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza: Regina Margherita, Coes Molinette, CUP CTO. Il percorso espressivo di Enzo Tomaso Oliva, relativo alla «Microcellularità», si sviluppa attraverso una pittura musicale, che lega il concetto di neuroscenze all’armonioso fluire del colore. E prendono, così, forma singolari immagini immerse nello spazio, magicamente illuminate tanto da farle apparire come suggestive galassie cosmiche, strutture molecolari compatte, aspetti di una ricerca in continua evoluzione. Una ricerca che nelle «Microndulazioni» è affidato a un linguaggio che rivela una determinante unicità d’intenti concettuali. Una pittura, quella di Oliva, che trasforma il colore, la luce, il ritmo musicale della composizione in un racconto elaborato con estrema misura tra armoniose strutture molecolari e un raffinato puntinismo. Opere che rappresentano alcuni aspetti di un discorso pittorico che comunica il senso della sua lunga, appartata e meditata ricerca umanistica e scientifica, iniziata negli anni Settanta del Novecento, intorno alla Microcellularità e alle Neuroscenze. E le raffigurazioni esposte rivelano il clima di un dipingere del tutto particolare, dove al prezioso puntinismo si unisce una complessa varietà di moduli cromatici che diventano forme in continuo, anche se impercettibile, movimento nello spazio. Accompagnato dai testi critici di Marziano Bernardi, Giuseppe Marchiori, Albino Galvano e da una riflessione di Gillo Dorfles per il convegno su «Neuroscenze e Neuroarti» (Centro Incontri Regione Piemonte, 2015), Oliva ha sempre lavorato all’insegna di una sperimentazione tra cultura, pittura e riscontri poetici. Un itinerario, quindi, intorno all’essenza di un’immagine che gli permette di trasmettere, mediante un lirico astrattismo, il proprio pensiero: «In questo cielo così limpido così puro».
Angelo Mistrangelo