Asti- Chiuderà il Museo dell’Immaginario a Palazzo Ottolenghi?

Antonio Catalano Magopovero

Non è stato uno sfratto, dicono dall’amministrazione comunale, ma gli somiglia molto. Il Museo dell’Immaginario, animato da Antonio Catalano, in arte Magopovero, dovrà lasciare Palazzo Ottolenghi. La convenzione grazie alla quale questo spazio dedicato ai bambini vive da quattro anni non è stata rinnovata dal Comune. A fine mese i locali dove si svolgono laboratori interattivi e si coltiva la creatività e l’immaginazione dei piccoli astigiani, dovranno essere liberati. Opere e decorazioni murarie dovranno essere rimosse. Niente più “armadi sensibili”, non più “universi sensibili” e “cappella dei meravigliati”. Tutto ciò che ha nutrito la meraviglia negli occhi dei bambini dovrà trovare un altro spazio per continuare ad esistere e stimolare la fantasia dei visitatori e frequentatori di questo universo magico e unico.

L’amministrazione comunale ha deciso di destinare le sale del Museo dell’Immaginario all’enoteca del progetto “Asti città del vino”.

Ad Antonio Catalano è stato proposto un nuovo spazio accanto al tribunale, ma si tratta di locali che hanno bisogno di una ristrutturazione corposa, quindi il Museo dovrebbe rimanere chiuso per molto tempo. Senza contare che le istallazioni finora create a Palazzo Ottolenghi non sono facilmente rimovibili e sicuramente non nei pochi giorni concessi per “traslocare”.

Sabato mattina si è svolto un incontro con i sostenitori del progetto del Magopovero durante il quale è partita la mobilitazione perché il Museo dell’Immaginario resti dov’è. Si pensa ad una petizione pubblica. Nel frattempo sono già stati lanciati  degli appelli a scrivere sulla pagina del sito del Comune di Asti con la richiesta di rinnovare la convenzione. Chiunque può farlo cliccando sul link. Sui social viene utilizzato #magopoveroaperto per fare opinione e sensibilizzare il più possibile la comunità.

Catalano è un’artista di fama internazionale che ha abbandonato il teatro per dedicarsi alla scultura e alla pittura e per promuovere il suo progetto di ricerca di incontri artistici con “spett-attori” di ogni età in cui tende a provocare emozione, poesia, meraviglia. L’utilizzo di materiali poveri e quotidiani sono la chiave per creare stupore, divertimento e per giocare con il lato infantile ma non banale delle cose.

Armadi sensibili

Alla notizia dello sfratto, Catalano ha ricevuto già numerose proposte di spostare il suo Museo creativo fuori regione. Una soluzione perché il Magopovero possa continuare ad esprimere la sua forza creativa, ma sicuramente una perdita per la città di Asti che rinuncerebbe  ad uno spazio vitale per la crescita dei suoi piccoli cittadini.

Carmela Pagnotta