Carmagnola e l’inquinamento del Rio San Giovanni. Legambiente: “La difficile convivenza con una risorsa straordinaria”
“Assistiamo in questi giorni all’ennesimo episodio di scarico di inquinanti all’interno di un corso d’acqua del territorio: Il rio San Giovanni, infatti, è alle prese dal mese di maggio con ripetuti episodi di schiume accompagnati da acque torbide e maleodoranti con conseguente moria di pesci, numerosi anatroccoli e vegetazione spondale, più volte documentati da alcuni cittadini carmagnolesi, con video riferiti al tratto presso l’ex Mulino Fittaria, e pubblicati sui social network contestualmente a numerose segnalazioni e richieste d’intervento alle autorità competenti, tra cui Arpa Piemonte. Con rammarico va ricordato che questi episodi non sono i primi ad interessare il reticolo idrografico, basti pensare che solo da pochi mesi, grazie all’entrata in funzione del depuratore di Carmagnola, si è messo fine ad uno sversamento decennale di tensioattivi ed altri inquinanti nel canale del Naviglio che andava ad interessare il bacino della Gora di Borgo e il reticolo a valle, sito nel comune di Villastellone. Il tutto si inserisce in un quadro drammatico per gli habitat acquatici della nostra zona, alle prese con scarichi non autorizzati, abbandono di rifiuti, taglio indiscriminato della vegetazione e prelievi idrici sconsiderati soprattutto nella stagione irrigua. Ci siamo purtroppo dimenticati, che gran parte dei canali e delle rogge sono il risultato di uno straordinario lavoro di ingegneria idraulica e di capacità tecniche che grazie al prelievo delle acque dai fiumi Maira, Stura di Demonte, Meletta e Mellea, aiutati da una serie di stratagemmi, le convogliavano verso il nostro territorio andando ad alimentare le ruote dei numerosi mulini, costituendo le più forti testimonianze di un paesaggio protoindustriale che ha contribuito non poco allo sviluppo della nostra zona dal ‘500 ai giorni nostri: si pensi alla filiera della seta a Racconigi, a quella della canapa e delle granaglie a Carmagnola e nei paesi del circondario. In un epoca in cui si fa della difesa delle tradizioni e dei caratteri locali un cavallo di battaglia bisognerebbe riscoprire più a fondo ed in maniera più dotta lo straordinario patrimonio storico, tecnico ed ambientale che il nostro territorio ospita da secoli, garantendone la sopravvivenza ed una riscoperta in termini utilitaristici in linea con uno sviluppo sostenibile che ad oggi appare non più una moda sostenuta da una élite, ma l’unica via percorribile per il pieno rispetto delle leggi e per garantire alle generazioni future un’adeguata presenza di risorse. Come gruppo Legambiente chiediamo quindi un pronto intervento per risolvere in modo definitivo l’inquinamento delle acque superficiali del San Giovanni e di tutti gli altri rii presenti sul territorio.” Così in una nota il Direttivo Legambiente Il Platano di Carmagnola