LIRICA: GRANDI VOCI PIEMONTESI a cura di Edoardo Ferrati
BELLOC GIORGI Teresa, nata Maria Teresa Ottavia Fortuna Trombetta, contralto/mezzosoprano -foto 1-
San Benigno Canavese, 2 luglio 1784; San Giorgio Canavese, 18 gennaio 1855
Nata da Carlo Trombetta, noto giacobino negli anni prima dell’arrivo dei francesi in Piemonte e da Agnes Auritic di origine georgiana. Ebbe un’infanzia travagliata a seguito degli sconvolgimenti sociali cui il Piemonte andava incontro, nonostante riuscì a compiere gli studi musicali di canto, pianoforte e arpa. A causa dell’attività cospiratrice del padre, venne costretta a seguire la famiglia nell’esilio di oltralpe a poco più di quindici anni. Nella cittadina di Bourg-en-Bresse esordì e incontrò Angelo Belloc, medico militare e anch’egli fuoriuscito che sposerà qualche tempo, probabilmente a Torino. Si trovò al centro di polemiche quando interpretò alcune cantate celebrative dei fasti degli occupanti francesi; vene accusata di nègligence et de dégout, quindi ostile ai giacobini piemontesi. Dopo alcune esibizioni al Ducale di Parma e al Nuovo di Trieste, dal 1812 ebbe modo d’inserire nel proprio repertorio opere per lo più semiserie. Il 13 maggio 1803 debuttò all’Opéra Bouffe di Parigi con Il principe di Taranto di Paer, ottenendo un lusinghiero successo che salì alle stelle nella Nina di Paisiello che i parigini già conoscevano. Destò ammirazione alla Scala (2 aprile 1804) ne L’equivoco e in Amor non ha ritegno del bavarese Simone Mayr: La signora Giorgi Belloc brillò in particolare maniera: all’incanto di una dolcissima armoniosa e sommamente pieghevole voce unì i vezzi dell’arte e la maestria di un’azione sempre vera e interessante (“Corriere Milanese”). Ritornò alla Scala nell’importante stagione di Carnevale (26 dicembre 1806) con un altro sparito di Mayr Adelaisa e Aleramo che godette di ben 54 rappresentazioni. Prima che la Belloc votasse il suo talento a Rossini, Mayr fu il compositore prediletto con cui ebbe una fitta corrispondenza che fa intuire una probabile relazione. Il rapporto artistico fu particolarmente fecondo: le prime assolute de L’amor confonde (Padova, 1805), Fedra (Milano, 1820) e la ripresa di spartiti quali I misteri elusini, Medea in Corinto, La roccia di Frauenstein, Nel frattempo la sua carriera si arricchì di presenze a Genova, Torino, Napoli in opere di Pavesi, Generali, Coccia, Gnecco.
L’incontro con Rossini è datato 8 gennaio 1812 in occasione della prima rappresentazione de L’inganno felice al teatro San Moisè di Venezia dove ebbe 34 recite. Ancora alla Scala (1816) per Il flauto magico di Mozart, proposto a un pubblico non avvezzo alla “musica tedesca che manifestò palese insoddisfazione. Rossini concepì per la Belloc il ruolo di Ninetta ne La gazza ladra, arduo nella vocalità. A partire dal 31 marzo 1817 suscitò ondate di entusiasmo per 23 sere consecutive Seguì una lunga serie d’impegni nei teatri emiliani: quasi con certezza il fatto era imputabile alla simpatia venutasi a creare con la granduchessa Maria Luisa.
Nel gennaio 1819 iniziò una permanenza di alcuni mesi al King’s Theatre di Londra dove impose i titoli rossiniani (Italiana in Algeri, Barbiere di Siviglia, Cenerentola, Tancredi) che si risolsero in un bilancio sensazionale. Seppe infondere il meglio di se stessa anche negli autori dell’orbita del Pesarese come Carlo Evasio Soliva e Saverio Mercadante e ancora in Rossini con La donna del lago, Ricciardo e Zoraide, Zelmira, Semiramide. Negli anni 1804-23 creò 18 ruoli in opere di Mayr, Federici, Tritto, Coccia, Generali, Soliva, Mosca, Morlacchi, Mercadante, Pacini, tutti autori popolari all’epoca, sulle scene di Torino, Milano, Napoli, Venezia.
Oggi, Villa Belloc (foto 2) è il più bel luogo di San Giorgio Canavese: dotata di un parco, venne progettata dall’architetto Michele Pechenino, poi acquistata dal barone trentino Stefano Malfatti che promosse importanti interventi riferibili alle attuali linee barocche e classiche. Sede del premio “Rossini” andato ai suoi grandi interpreti odierni: Berganza, Horne, Valentini Terrani, Blake, Matteuzzi, Merritt, Ramey, Gosset, Zedda.
Teresa Belloc cantante, senza dubbio storica, collaborò con Rossini a cui diede un fondamentale contributo sulle scene europee.
CARLOTTA e BARBARA MARCHISIO, sorelle (foto3) Torino, 6 dicembre 1833; Mira (Venezia), 19 aprile 1919) / Torino,
18 dicembre 1835; ivi, 28 giugno 1872)
Furono le detentrici del cantare che nell’anima si sente, tanto caro a Rossini che assicurarono la continuità di una tradizione che sembrava perduta. Figlie del proprietario di una fabbrica di pianoforti, ricevettero i primi insegnamenti musicali dai fratelli maggiori Giuseppe, pianista e Antonio, compositore. I concerti dei Marchisio erano noti in ambito sabaudo e si svolgevano con regolarità nelle sale della fabbrica con l’intervento anche delle due sorelle. Prive di una regolare formazione musicale raggiunsero un ottimo livello artistico.
Dopo alcune esperienze concertistiche a Vienna, nel maggio Barbara esordì come Adalgisa nella Norma di Bellini, cui seguì l’invito al Real di Madrid con Barbiere di Siviglia e Cenerentola. Dopo la parentesi verdiana di Azucena nel Trovatore affrontò il primo ruolo travesti con il malinconico Pierrotto della Linda di Chamounix di Donizetti. All’inizio del 1857 Carlotta esordisce, anche lei, come Adalgisa: inizia così a unire il proprio talento con quello della sorella che ha inizio con Matilde di Shabran e Semiramide di Rossini al teatro Vittorio Emanuele di Torino che le scritturò per la duplice stagione di Carnevale e Primavera. Fu il primo esempio di una collaborazione artistica intelligente e fedele: Otello di Rossini, Cenerentola, Sonnambula. Ebbero ovazioni trionfali e definite perfette, inimitabili. Nel volgere di appena un triennio le sorelle Marchisio toccarono i vertici della scena europea, soprattutto Parigi dove raccolsero gli elogi dello stesso Rossini che le elesse tra le sue interpreti ridotte. Attive in Spagna, Belgio, Russia. Con il passare degli anni il loro repertorio si arricchì di titoli come Don Giovanni di Mozart, Il matrimonio segreto di Cimarosa, Poliuto di Donizetti per Carlotta e Luisa Miller di Verdi per Barbara. Quest’ultima, unita in matrimonio nel 1862 con il basso viennese Eugen Kuhn morì di parto appena trentasettenne .
Carlotta riprese l’attività artistica, ma in modo saltuario con impegni a Venezia, Vienna Lisbona. Nel 1876, demotivata dall’assenza della sorella, abbandonò le scene, dedicandosi all’insegnamento presso il conservatorio San Pietro Majella di Napoli e, poi, nella villa veneta di Mira, colma di ricordi e nostalgie, circondata dai suoi allievi tra cui occorre ricordare Toti Dal Monte.
Ruppe il silenzio nella primavera 1887 quando le spoglie di Rossini vennero traslate dal cimitero parigino Père Lachaise nel Pantheon fiorentino di Santa Croce. Per l’occasione fu tra i solisti dello Stabat Mater.
(4. continua)