Chieri: progetto “Voglio stare al mio posto” dell’associazione MU.S.E. (Multiculturalità, Solidarietà ed Emancipazione attraverso l’arte)

«Useremo l’arte per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, che dall’inizio dell’anno ha causato in Italia oltre 60 vittime»: lo afferma Norma Carpignano, presidente dell’associazione MU.S.E. (Multiculturalità, Solidarietà ed Emancipazione attraverso l’arte).

Il progetto nasce dalla volontà di utilizzare l’arte anche per finalità sociali che siano significative per le donne, coinvolgendo le socie, i nostri sostenitori e la cittadinanza. Intendiamo utilizzare linguaggio, immagine, partecipazione per veicolare un messaggio chiaro al di là della retorica e dei luoghi comuni.

Riteniamo che il 25 novembre non debba essere l’unico giorno in cui ci si proclama contro la violenza sulle donne. Ogni giorno dell’anno può e deve essere dedicato a promuovere momenti di riflessione e azioni che portino non solo a una sorta di commemorazione fine a se stessa, con le scarpette rosse che si ripongono nell’armadio la sera fino all’anno dopo, ma anche a sviluppare un senso critico anche in coloro che, nei tanti, troppi episodi, sono gli attori principali: gli uomini.

Noi quindi abbiamo creato un percorso che durerà due mesi circa, e che coinvolgerà a seconda delle fasi donne ma anche e soprattutto uomini, e studenti delle scuole superiori. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Centro antiviolenza In Rete di Chieri, con il gruppo Postoccupato.org, e con la Redazione di Inquantodonna.it per la preparazione e la valutazione coordinata del materiale necessario al progetto.

L’attenzione è incentrata sul femminicidio – al momento sono oltre 60 le donne uccise da inizio anno ad oggi, ma sono molte di più quelle che finiscono in ospedale in condizioni gravi, senza contare le vittime silenziose di violenze fisiche e psicologiche quotidiane.

Il titolo fa riferimento al “posto” che la donna occupa nella società odierna, un posto per il quale si è lottato per decenni, per ottenere maggior dignità e diritti, specialmente in ambito lavorativo, ma che oggi si rivela un risultato poco consolidato e anzi, il posto della donna in ambito famigliare diventa ancora più vulnerabile: non solo la dignità ma anche la sicurezza sta venendo meno sia sul lavoro, sia in famiglia. Qual è il “posto giusto” per una donna, oggi, e perché ha un prezzo così alto, a rischio continuo di … rimozione forzata?

Il progetto si articola in più fasi:

Mettiti al mio posto. Dal lunedì 17 settembre si coinvolge sul territorio una rete di donne di differenti età (purché maggiorenni). Verrà a loro richiesto di disegnare con tecnica libera su fogli A4 dei volti di donna, anche solo stilizzati, ispirandosi alle vittime di violenza. Ritratti immaginare in cui esprimere la propria interpretazione del dramma. Non sono richieste doti artistiche particolari, basta un viso stilizzato, ma solo creatività e partecipazione emotiva. Sarà possibile, per chi lo desidera, aggiungere al disegno o sostituirne una parte con un breve pensiero scritto, una riflessione personale.

Da metà ottobre circa, utilizzeremo alcuni dei ritratti pervenuti per alcuni incontri interattivi di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. Contiamo di svolgere alcuni di questi incontri nelle scuole superiori. Sarà distribuito anche un volantino informativo e verranno realizzate riprese foto e video degli incontri per poter creare un breve documentario video da proiettare durante la serata conclusiva

Posto Occupato” è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. La campagna virale, gratuita, è partita da Rometta (provincia di Messina) nel 2013, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione nei confronti di un fenomeno, la violenza sulle donne, che si configura come una piaga sociale, purtroppo, oltre il limite dell’emergenza. L’estrema semplicità della sua realizzazione, occupare simbolicamente un posto con un cartello che illustra il logo ed espone l’obiettivo della campagna, ha avuto velocemente un riscontro sorprendente. Su tutto il territorio nazionale. Quel posto “vuoto”, a simboleggiare chi avrebbe potuto occuparlo e non può più, ha colpito emotivamente singoli e istituzioni che da subito hanno aderito in gran numero. MU.S.E. organizzerà nella settimana precedente al 25 novembre una serie di “posti occupati”, tanti quanti saranno le vittime di femminicidio in Italia da gennaio fino a quel momento. Sale d’attesa, stazione, esercizi commerciali, studi medici, fermate dei mezzi pubblici, biblioteca… in qualunque luogo sarà data la disponibilità a tenere un posto occupato dalla locandina del progetto

“Voglio stare al mio posto!” serata conclusiva, 23 novembre, sala di via della Conceria 2, ore 21: interverranno l’assessora regionale alle pari opportunità Monica Cerutti, la responsabile del centro antiviolenza InRete di Chieri Adriana Sumini e una rappresentante delle FFOO . Verrà raccontato lo svolgimento del progetto al pubblico, e verranno esposti in Sala Conceria gli elaborati pervenuti nella prima fase.

Successivamente i ritratti saranno esposti nella Biblioteca civica di Chieri “Nicolò e Paola Francone” (via Vittorio Emanuele 1).

Contatti  associazionemusechieri@gmail.com  

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