Villafranca d’Asti- Sala d’attesa della stazione chiusa: proteste dei pendolari
Si fanno sentire le proteste per i disagi che i pendolari tra Villafranca e Torino sono costretti a subire non solo per i ritardi cronici dei treni ma anche per la chiusura della sala d’attesa della stazione della cittadina astigiana, in teoria solo nelle ore notturne, ma in pratica fino al pomeriggio, quando meno necessaria, per la mancanza di presidio, come recita un cartello appeso alla porta che suona quasi beffardo. L’arrivo delle temperature autunnali con l’abbassamento repentino dei gradi Celsius, costringe i viaggiatori abituali ad attese all’addiaccio che aggiungono disagio al disagio della puntualità “ballerina” delle corse giornaliere.
I viaggiatori, costituitisi in un Comitato Pendolari Asti-Torino, all’ennesima segnalazione rimasta senza esito hanno scritto, per mano di Claudio Lano a Trenitalia, alla rete ferrovie Rfi Piemonte e per conoscenza all’assessore ai trasporti della Regione Piemonte e al sindaco di Villafranca, non lesinando i toni aspri.
Una lettera che pubblichiamo:
Vorrei segnalarvi l’incredibile e allucinante situazione della stazione di Villafranca d’Asti, la cui sala d’attesa è ormai inesorabilmente chiusa da tempo immemore – scrive Claudio Lano – E’ inutile aggiungere i disagi, specialmente con il ritorno della stagione autunno/inverno – che, come ci ricordano le rassegne di prêt-à–porter, implica un cambiamento del guardaroba legato alle temperature esterne – che ciò comporta per chi è in attesa dei treni, specialmente chi lo fa con una certa frequenza come i Pendolari: per Voi di Trenitalia una classe di sotto-umanità, che si ostina ad esistere nonostante non goda nemmeno la protezione del WWF.
E, per non farci mancare nulla, se qualcuno prova a chiedere umanitaria comprensione ai Capistazione si sente rispondere con tono scostante o addirittura aggressivo con motivazioni diverse, di cui la più gentile e comprensiva è: “Se non vi sta bene, andate in macchina”! Peraltro un ineccepibile e pratico consiglio, per di più elargito “a gratis”.
Premetto subito, prevenendo le Vostre abituali considerazioni, che gran colpa delle lamentele sia dei Pendolari stessi: la maggior parte di Loro è ancorata ad antiche credenze, che narrano come le “sale d’attesa” siano state inventate proprio per coloro che siano in attesa dell’arrivo di un treno. So che può sembrare incredibile, ma nel XXI secolo vi è ancora qualcuno che dà valore a queste obsolete credenze popolari…
Una motivazione addotta per mantenere sigillata la sala d’attesa è quella che ciò serva ad evitare che vi dimorino, specialmente di notte, dei senzatetto (problema inesistente alla stazione di Villafranca d’Asti, quindi è una misura preventiva); per cui proporrei di abolire del tutto la circolazione dei treni, seguendo la stessa logica preventiva, onde impedire l’insana abitudine di buttarcisi sotto per suicidarsi, evenienza che, in effetti, periodicamente si verifica. E’ proprio così complicato chiedere ai capistazione in servizio di effettuare quel piccolo gesto articolare, per cui non occorrono né particolare allenamento, né una specifica preparazione tecnica, che consiste nel ruotare una minuscola chiave, generalmente dal peso di qualche grammo, in una serratura per aprire la suddetta sala d’attesa al mattino 10/20 minuti prima del giungere del primo treno e la sera, compiere la stessa operazione articolare variandola semplicemente con una rotazione anti-orario, e chiuderla dopo la partenza dell’ultimo treno? Se poi Vi avanzasse del tempo, magari potreste fare anche un piccolo corso d’aggiornamento di educazione, comportamento e rispetto civile ai Capistazione di Villafranca d’Asti. Ma solo se Vi avanza del tempo, sia chiaro (metti mai che poi si diffonda il pericoloso e dirompente virus del “rispetto dell’utenza”…). Scusandomi per il disturbo, Vi ringrazio dell’attenzione”.
Claudio Lano – Comitato Pendolari Asti-Torino