PIEMONTE ARTE: CREA, PALAZZO MADAMA, RUGGERI, PROVOSTY, REICHENBACH, EQUILIBRIUM, HORIKI, SADIN…
SACRO MONTE DI CREA, RIAPERTA LA PRIMA CAPPELLA DEL DOPO QUARANTUNO ANNI DI RESTAURI
41 anni di interventi sono risultati necessari per riaprire al culto e alle visite la Cappella del Martirio di sant’Eusebio del Sacro Monte di Crea. Anche per questo la cerimonia di riapertura, del 27 ottobre scorso, alla Presenza del Vescovo di Casale Monsignor Gianni Sacchi, ha assunto la connotazione di un evento storico. “Pur tenendo conto dei tempi lunghi, fisiologici nel nostro Paese, commenta Renata Lodari, Presidente dell’Ente Sacri Monti del Piemonte – 41 anni paiono davvero infiniti. Eppure 4 decenni trovano una giustificazione nella complessità di questo intervento.
Al di là dei danni causati dai secoli e di quelli dovuti all’abbandono che l’intero Sacro Monte visse dopo le Soppressioni Napoleoniche, sulla Cappella di Sant’Eusebio sembra essersi abbattuto un insieme pesantissimo di avversità. Ambientali, per smottamenti e frane, ma anche e sopratutto danni dovuti alla stupidità umana. Nel ’77, forse in un insensato gioco iconoclasta, le meravigliose statue, capolavoro dell’artista fiammingo Juan de Wespin detto “il Tabacchetti”, furono frantumate in infiniti pezzi. Un disastro rimasto senza colpevoli acclarati e un insulto immotivato alla pietà religiosa e all’arte”. La cerimonia di restituzione della preziosa Cappella è stata, per volontà dell’Ente Sacri Monti e del Rettore del Santuario di Crea, Monsignor Francesco Mancinelli, un momento di celebrazione ma anche di riflessione. “Vogliamo sia – comunica ancora la Presidente Lodari – un momento di riflessione sulla vicenda, che, pur nella specificità, è per molti versi emblematica delle problematicità che coinvolgono le 4500 statue e le molte migliaia di metri quadri di preziosi affreschi delle 164 Cappelle presenti nei nostri sette Sacri Monti. E insieme la giusta occasione per ringraziare chi ci ha affiancato negli interventi che hanno reso possibile la “resurrezione” di questa fondamentale Cappella di Crea.
41 anni di interventi hanno visto riunirsi nel progetto di recupero, con le strutture regionali oggi confluite nell’Ente Sacri Monti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, oltre naturalmente alle Soprintendenze competenti. Un lavoro certosino di recupero che è stato di stimolo per la nascita di “RiCreare Crea”, l’Associazione che da pochi mesi è scesa in campo per garantire un futuro all’intero Sacro Monte”. “Si tratta di un risultato importante, reso possibile, oltre che dal lavoro dell’Ente di gestione, anche da importanti sinergie sul territorio, che proprio in quest’area hanno una delle sue più chiare espressioni nell’associazione RiCreare Crea – dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte – Una vicenda lunga e complessa, quella della cappella di Sant’Eusebio, di cui siamo lieti di poter celebrare la conclusione”.
TORINO, PALAZZO MADAMA: MOSTRA “DE SCULPTURAE NATURA”
Palazzo Madama – Sala Senato
Piazza Castello – Torino
1 – 18 novembre 2018
Inaugurazione sabato 3 novembre ore 18.00 alla presenza degli artisti
In occasione di Artissima 2018, Palazzo Madama presenta dall’ 1 al 18 novembre 2018 l’installazione De sculpturae natura: cinque sculture di quattro artisti contemporanei che interpretano il tema della natura nell’aulica Sala Senato del Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama. Luigi Mainolfi espone due bronzi dal nome Silontes, uno tutto dorato e uno nero, animali d’invenzione scaturiti dalle gouaches del suo Bestiario del Sole, esseri viventi dalle duplici nature, che fondono mitologia classica e contemporaneità. Paolo Grassino con la sua opera Fiati accoglie il visitatore con un cervo, un animale ieratico e immutabile, sospeso tra realtà e irrealtà, con lo sguardo fisso su un punto indefinito dello spazio e del tempo. Il cervo nella tradizione celtica, cristiana e sciamanica incarna il momento di passaggio tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Ogni anno le corna del cervo si rinnovano e diventano il simbolo del continuo rigenerarsi della vita e del processo di morte e rinascita. Maura Banfo con il suo Nido di legno e resina rifinito con zincatura di argento freddo, metafora della casa, costruisce un rifugio temporaneo e protettivo, che ci mette al riparo dalle intemperie politiche, sociali e culturali. La quarta artista in mostra, Luisa Valentini, è presente con un lavoro proposto nell’ambito di Art Site Fest 2018, un percorso nei linguaggi della contemporaneità, tra fotografia, scultura, pittura, teatro e musica in alcune delle più belle residenze storiche del Piemonte. L’opera è costituita da tre gigantesche rose collocate accanto al monumentale caminetto: una rosso carminio, una bianca, una argentea (di alluminio), e tutt’intorno sono sparsi a terra petali, semi e frutti: Frame of Nature. “De sculpturae Natura è una Instant Exibition, una mostra realizzata in tempi rapidissimi in voluta concomitanza con l’inaugurazione di Artissima 2018, invitando ad esporre nella prestigiosa Sala del Senato di Palazzo Madama, quattro artisti che vivono e lavorano a Torino, due uomini e due donne, nella piena maturità della loro carriera, le cui opere in mostra traggono ispirazione dalla Natura. Da qui il titolo in latino Della Natura della scultura, evocando il celebre testo di Lucrezio, ma soprattutto mettendo in risalto quanto ancora oggi sia importante l’ispirazione tratta dalla Natura. Mainolfi, dei quattro è il più “grande”, anche di età: nato in Campania, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, si è affermato partendo proprio da Torino, dove inizia un cursus honorum che lo porta a una notorietà internazionale. Mainolfi per molti anni a Torino insegna Scultura, e nel suo studio lavorano come assistenti tanti giovani, diventati poi artisti grazie alla sua vulcanica generosità intellettuale. Anche per questa ragione, in mostra accanto a lui abbiamo invitato due artisti che potremmo definire suoi ex allievi: Paolo Grassino e Maura Banfo. Grassino scultore al 100%. La Banfo artista che ha utilizzato come prevalente mezzo espressivo, e con grande originalità, la fotografia, avvicinatasi nella piena maturità e con successo alla scultura. Scultrice a tutto tondo è Luisa Valentini, presente in mostra con un’opera che fa parte di Artsite, rassegna “diffusa” in alcune delle più belle residenze storiche del Piemonte. Quattro personalità tutte professionalmente molto preparate, che hanno portato a Palazzo Madama lavori di straordinaria qualità tecnica e poetica, per far capire, che la Scultura è ancora vitalissima, nonostante abbia rischiato di essere sopraffatta dalle tante e troppe installazioni post-dadaiste, poveriste o esasperatamente concettuali. Un’Arte dotata tutt’oggi di una straordinaria forza e ragion d’essere nel caotico mondo globalizzato dell’arte contemporanea.”
TORINO, FONDAZIONE BOTTARI LATTES: MOSTRA “RUGGERI. OPERE SU CARTA (DAL 1958 AL 2008)”
Inaugurazione mercoledì 31 ottobre ore 18
Mostra da mercoledì 31 ottobre a sabato 22 dicembre 2018
Orario: martedì-sabato ore 10.30-12.30 / 15-19
Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes
Torino (via della Rocca 37b)
www.fondazionebottarilattes.it
Le opere su carta di Piero Ruggeri sono al centro della nuova mostra proposta dallo Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes, in occasione di Artissima e di Torino Art Week (inaugurazione mercoledì 31 ottobre, ore 18 – via Della Rocca 37b, Torino). Curata da Francesco Poli, organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con la Fondazione Piero Ruggeri, l’esposizione “Ruggeri. Opere su carta (dal 1958 al 2008)” presenta una trentina di lavori su supporto cartaceo, realizzati in cinquant’anni di attività, che per freschezza e qualità risultano della stessa importanza e levatura delle sue opere più note su olio. La mostra intende riportare l’attenzione su tempere o tecniche miste che da diversi anni non venivano esposte a Torino, per omaggiare l’abilità di un artista che ha fatto dell’azione sul colore e sul segno la cifra stilistica riconosciuta a livello internazionale. «Le opere a tempera (o a tecnica mista) su carta – spiega il curatore Francesco Poli – hanno sempre avuto nella ricerca di Piero Ruggeri un’importanza fondamentale, strettamente complementare a quelle dipinte a olio su tela. Non a caso ha realizzato, molto spesso, su supporti cartacei anche lavori di grandi dimensioni. L’artista – rimanendo fedele agli schemi, alle accensioni cromatiche, agli automatismi gestuali, alle articolazioni spaziali e ai contrappunti ritmici del suo tipico stile informale – attraverso le tempere arriva a realizzare delle composizioni caratterizzate da una più immediata freschezza segnica e tonale, e da una particolare levità espressiva. E questo grazie a una maggiore fluidità di esecuzione rispetto agli interventi su tela».
“Ruggeri. Opere su carta (dal 1958 al 2008)”
Spazio Don Chisciotte, via Della Rocca 37B – Torino
Da mercoledì 31 ottobre a sabato 22 dicembre 2018
Orari: martedì-sabato ore 10.30-12.30 / 15-19
Sabato 3 novembre in occasione della Notte bianca delle Arti Contemporanea la mostra sarà aperta fino alle ore 23.
L’ingresso alla mostra è gratuito.
Info: 011.1977.1755; segreteria@spaziodonchisciotte.it; www.fondazionebottarilattes.it
TORINO, MUSEO DEL RISORGIMENTO: NATHLIE PROVOSTY
Dal 31 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019
Sala Plebisciti – Museo Nazionale del Risorgimento
L’arte contemporanea torna al Museo Nazionale del Risorgimento che in occasione di Artissima presenta la personale dell’artista americana Nathlie Provosty, che per la prima volta in Europa espone in un museo. L’evento è realizzato in collaborazione con APALAZZOGALLERY di Brescia. Fa parte dell’esposizione il monumentale lavoro Life of Forms del 2017 (427 x 488 cm), un dipinto formato da quattro pannelli giustapposti. È il più grande mai realizzato da Nathlie Provosty. Nonostante il grande formato, l’opera continua a seguire la stessa poetica di intimità e attenzione ai dettagli che contraddistingue i suoi dipinti. In mostra anche Triptych (v) e Noon, che appartengono ad altre serie di lavori dell’artista e che sono qui presentate a completare un breve ma intenso viaggio tra le opere più recenti e rappresentative della sua produzione. Guardando queste opere si partecipa in qualche modo della loro fluidità: le forme slittano l’una dentro l’altra e dialogano attraverso richiami, echi e riferimenti cromatici oltre che concettuali. L’artista concentra il suo lavoro su due media: la carta e la tela, mentre spazia secondo una varietà di scale cromatiche: le profondità di campo ottenute avvolgono lo spettatore e ipnotizzano lo sguardo che scopre continuamente nuovi dettagli. L’interesse per i colori estremi – rossi profondi, bianchi pallidi e luminosi e neri profondi che variano tra i blu e i viola – sono la cifra distintiva assieme alla texture e alla sua qualità materica che caratterizza tutta la produzione dell’artista. Il lavoro di Nathlie Provosty si riflette nello spettatore attraverso un’immediata e totale seduzione, seguita da un’immersione profonda direttamente dentro la superficie e le sue forme. Attraverso l’osservazione e l’assorbimento quasi fisico, lo spettatore può entrare in armonia con ogni dipinto, grazie all’evocazione di altri lavori – dell’artista stessa e della storia dell’arte – così come alle esperienze personali della vita. Le opere di Nathlie Provosty sono un inno alla pittura, una dichiarazione d’amore e devozione all’arte stessa come forma di vita. La mostra sarà aperta al pubblico dal 31 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019, in un suggestivo allestimento in Sala Plebisciti. Le opere pittoriche dialogheranno con l’ambientazione sonora realizzata dal musicista Andrea Costa, fondatore del gruppo elettronico Monuments e autore di numerose colonne sonore. Entrando nella Sala il visitatore percepirà un’emozione mutante che accompagnerà la visione dei quadri, protagonisti assoluti dell’ambiente, senza venirne distratto o prevaricato. La diffusione sarà calibrata per risultare ottimale all’ascolto nel punto preciso di miglior contemplazione delle opere pittoriche. Allontanandosi da questo punto ideale si otterrà uno sbilanciamento sonoro tra le fonti esattamente come la visione dell’opera diventerà parziale, o distorta nelle forme, per via del mutare della prospettiva. In occasione della Notte delle Arti Contemporanee 2018, sabato 3 novembre il Museo resterà straordinariamente aperto fino alle ore 23.00 e offrirà l’ingresso gratuito a partire dalle ore 18.00.
CASTELLO DI RIVOLI, ALLA DIRETTRICE CHRISTOV-BAKARGIEV UN PRESTIGIOSO PREMIO INTERNAZIONALE
Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, ha vinto l’Audrey Irmas Award for Curatorial Excellence 2019 assegnato ogni anno a un importante curatore la cui sensibilità e visione artistico-organizzativa ha contribuito a trasformare la percezione della creazione artistica e la sua valorizzazione nell’esposizione al pubblico. Christov-Bakargiev è il primo curatore italiano che riceve questo premio prestigioso che le viene conferito da un gruppo indipendente di artisti, curatori e direttori di musei internazionali. Le precedenti edizioni hanno visto tra i premiati figure eminenti come Sir Nicholas Serota, Charles Esche, Hans Ulrich Obrist, Lucy Lippard, Okwui Enwezor, Catherine David, Kathy Halbreich, Paul Schimmel e Harald Szeemann. In occasione del conferimento del premio Carolyn Christov-Bakargiev ha dichiarato “Sono molto contenta di ricevere questo importante riconoscimento e di continuare il percorso visionario delle altre persone che lo hanno ricevuto prima di me. Ai giovani che si avvicinano al nostro campo, voglio dire: agite con impegno, agite con scetticismo e agite comprendendo che siamo al servizio degli artisti, perché sono gli artisti i soli capaci, nel nostro mondo dell’arte, di affrontare i problemi del loro tempo con la loro intelligenza, con le loro intuizioni, con il loro sapere, con le loro emozioni, con il loro lavoro. Paradossalmente, il lavoro degli artisti celebra la vita, non l’arte, e più e più volte ha riparato e guarito il mondo”.
TORINO: SILVIA REICHENBACH, AUTORITRATTI
I nuovi lavori in esposizione in occasione di Artissima e Flashback
Orari mostra
da mercoledì 31 ottobre a domenica 4 novembre, ore 10-12 e 18-22
Galleria Studio di Silvia Reichenbach
Via Sant’Anselmo 34/E – Torino
In occasione di Artissima e Flashback, dopo più di trent’anni di lavoro con la fotografia, Silvia Reichenbach, fedele alla continua ricerca sul tema dell’autoritratto e sui metodi di esposizione, presenta le sue ultime creazioni, in cui sperimenta nuovi supporti e tecniche fotografiche. L’artista, con la sua attenta e paziente cura verso i materiali, si è cimentata in fototrasposizioni su ceramica e interventi manuali su fotografie utilizzando ossidi di manganese. Silvia Reichenbach si è immersa nelle diverse fasi di lavorazione, con momenti di attesa assimilabili a quelli di un archeologo che scopre poco per volta la forma di un reperto proveniente da altre epoche. Le misteriose trasformazioni determinate dalla cottura in forno, ricordano la magia della camera oscura. La Reichenbach è tornata a esporre il suo viso, lo sguardo spesso rivolto altrove a sottolineare quanto il nascosto sia più importante del rivelato. Alludendo a ciò che è lontano dalla realtà materiale, ci offre un istante rubato all’eternità. In riferimento a queste serie, che rispecchiano eleganza e senso del sacro, cita le parole di Sri Ramana Maharshi: “Non più sognare di essere separati / ma rifiutare tutte le forme forzate / che ancora recano il segno d’una creatura / e mantenersi nell’abbandono al suo Essere.” A queste opere si aggiungono i lavori del 2013 che hanno confermato la Reichenbach tra gli artisti contemporanei di fotografia più originali e innovativi: le opere “mandala”, realizzate artigianalmente con la sabbia, in cui l’artista lascia cadere granelli di sabbia colorata sul supporto fotografico per ricreare l’immagine e per darle una nuova anima. “L’autoritratto non documenta un tempo o una biografia. Guardando all’interno di se stessi, ascoltando il paesaggio interiore, stando in contatto con la propria intimità, seguendo un processo di trasformazione e spogliazione, si può intravedere il mondo della coscienza e della conoscenza”. Per l’artista è questo il modo più diretto e veritiero per percepire l’essenza, attraverso la fragile situazione in cui oggetto e soggetto diventano unità. Scrive Daniel Girardin nel catalogo della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea: “La grande forza delle fotografie di Silvia Reichenbach è di superare qualsiasi idea di voyeurismo e di esibizionismo assumendo la presenza vigile di una forma di bellezza originaria che impone rispetto ed emozione. E silenzio”. Nel 2015 uno dei suoi lavori ha riguardato, su incarico del MiBACT – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero per i beni e le attività culturali, Segretariato regionale per il Piemonte –, la cura della fotografia del libro dedicato al quartiere torinese di San Salvario. Sabato 3 novembre Silvia Reichenbach interverrà all’incontro dove sarà presentato il libro e, per la prima volta al pubblico, un video realizzato per completare il progetto.
TORINO: MOSTRA “EQUILIBRIUM. UN’IDEA PER LA SCULTURA ITALIANA”
Mazzoleni presenta “Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana” a cura di Giorgio Verzotti. La mostra è il primo appuntamento dopo l’ampliamento della galleria, che arriva quasi a raddoppiare gli spazi della storica sede nel centro di Torino, in Piazza Solferino 2.
Il progetto espositivo indaga una delle costanti della scultura italiana che attraverso il superamento del tutto tondo si apre, letteralmente, allo spazio.
Se un punto di partenza di questa indagine risale alle ricerche futuriste, è nella linea che va da Fausto Melotti a Luciano Fabro e a Hideoshi Nagasawa fino ai più giovani Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Sergio Limonta, Filippo Manzini, che si radicalizza la scelta di sottrarre corpo all’opera scultorea, per farla interagire con l’ambiente in cui viene esposta. Lo spazio infatti diviene elemento significante al punto da modificare l’assetto e la percezione dell’opera stessa.
Un procedere “in negativo” che si verifica anche in campi diversi dalla scultura vera e propria, a partire dalle ricerche di ambito cinetico o analitico, da certi esiti dell’Arte Povera fino a quelle più recenti. Si giunge così a creare una dimensione quasi indecidibile dell’opera, in bilico fra diversi statuti: pittura, scultura, bassorilievo, installazione ma anche fotografia o elemento sonoro. Va in questo senso il lavoro di maestri come Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani e Giovanni Anselmo, ma per percorsi diversi arrivano a simili sintesi di senso anche Paolo Cotani, Nunzio, Giuseppe Maraniello fino a Luca Trevisani e Shigeru Saito, esponenti delle tendenze più recenti.
Ciascun artista giunge ad una situazione di equilibrio fra gli elementi che fisicamente compongono il lavoro: in questo modo la fragilità, che spesso diventa il minimo comune denominatore di queste ricerche, per esempio in Elisabetta Di Maggio, trova una forza capace di conferire stabilità.
Sul fronte opposto, il peso di materiali tradizionali come marmo, pietra o i metalli – adottati per esempio da Remo Salvadori – trova una effettiva leggerezza nell’equilibrio fra le spinte e controspinte su cui l’opera è costruita, a volte su nessi davvero precari, permutabili, mai definitivi.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese e include un saggio di Giorgio Verzotti.
TORINO, MOSTRA “L’AVIAZIONE ITALIANA NELLA GRANDE GUERRA”
Storie di piloti, dirigibili ed aerei
Aperta sino a domenica 11 novembre, ogni giorno alle 10 alle 18
Incontri e presentazioni di libri per le celebrazioni del 4 novembre
In occasione dei cento anni dalla fine della prima Guerra Mondiale, martedì 30 ottobre nella Sala Mostre del Palazzo della Regione, in piazza Castello 165, è stata inaugurata la mostra “L’aviazione italiana nella Grande Guerra. Dirigibili e aerei”, curata dalla sezione torinese dell’Associazione Arma Aeronautica, dal 20° Club Frecce Tricolori “Cap. Pil.John Miglio” e dall’associazione Archivio Amoretti, con Assoarma (che riunisce le associazioni di Esercito, Marina, Aeronautica e di tutte le altre realtà associative militari di categoria) e Aero Club Torino.
La mostra affronta tutte le tappe dell’aviazione militare, che comincia prima dell’esplosione del primo conflitto mondiale, quando con un ordine “riservatissimo”, il 28 settembre 1911, si dispose che il Reparto Aviazione fornisse una “Flottiglia Aeroplani” al Corpo d’Armata speciale, da mobilitarsi in zone pianeggianti d’oltre mare in Libia. I pannelli della mostra illustreranno poi la costituzione del Corpo Aeronautico Militare, disposto con Decreto Legge del 7 gennaio 1915, i luoghi di combattimento ed i protagonisti, a partire dal maggiore Francesco Baracca, detto l’’Asso degli Assi’. Nel 1909, dopo l’Accademia Militare di Modena, Baracca entrò alla Scuola di specializzazione della Cavalleria di Pinerolo, per poi essere assegnato al secondo Reggimento “Cavalleria Piemonte Reale”, nel 1910 a Roma. Per questo, quando dovette scegliere il proprio simbolo personale, non ebbe dubbi nell’indicare un cavallino rampante (era una facoltà data ad ogni pilota; il simbolo scelto compariva sul lato destro della fusoleria dei biplani, mentre alla sinistra tutti avevano un grifone). Cinque anni dopo la morte di Baracca (avvenuta all’età di 30 anni il 19 giugno 1918, sul Montello, mentre mitragliava con il suo Spad SVII le truppe austroungariche) la famiglia di Baracca concesse l’utilizzo del simbolo del cavallino rampante ad Enzo Ferrari.
Una parte della mostra è dedicata ai dirigibili, con alcune foto del Fondo Caprile. “Viaggio tra i dirigibili italiani del 1915-1918” è un percorso che presenta immagini scattate in tanti campi volo da Giovanni Caprile, durante il suo servizio militare come dirigibilista. La pronipote di Caprile, Carla Amoretti, ha deciso di presentare al pubblico queste foto, che appartengono all’associazione Archivio Amoretti, fondata nel decennale della morte del generale Guido Amoretti.
Domenica 4 novembre, in occasione delle Celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, si svolgeranno visite guidate alle 10,30, 14,30 e 16,30.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta sino a domenica 11 novembre, dalle ore 10 alle 18 (compresi i festivi e di domenica).
Nell’ambito delle celebrazioni del 4 novembre, si segnalano tre eventi organizzati in collaborazione con la Regione Piemonte, legati al tema della mostra: venerdì 2 novembre, alle ore 17, nella sede della Famija Turinesia, in via Po 53 a Torino, convegno sui “Dirigibili affascinanti sconosciuti”, a cura dell’Archivio Amoretti e dell’Aero Club Torino; giovedì 8 novembre, alle ore 18, nella sala stampa della Regione, in piazza Castello 165, presentazione del volume “Sulle tracce della Grande Guerra. Saggi storici nel centenario del primo conflitto mondiale”, a cusa dell’Associazione Sanità Militare ed infine venerdì 9 novembre, alle ore 18, sempre nella sala stampa della Regione, in piazza Castello,incontro su “Gabriele D’Annunzio aviatore”, a cura dell’associazione Arma Aeronautica e del 20° Club Frecce Tricolori.
TORINO, MOSTRA DI KATSUTOMI HORIKI “COME ULISSE”
Mutabilis, via dei Mille 25/c Torino. 30 ottobre | 17 novembre 2018
Orari: da martedì a venerdì 15:00-19:00
sabato 10:30-13:00/15:00-19:00
chiuso domenica e lunedì
MutabilisArte inaugura una mostra dedicata all’opera di straordinaria poesia di Horiki Katsutomi, un omaggio al raffinato pittore giapponese che è fra i più autorevoli interpreti di una pittura archetipa, rarefatta e meditativa. Una piccola e accurata selezione di opere dal titolo inequivocabile ed indicativo della costante ricerca, una personale interpretazione dell’Odissea, condotta con lirico astrattismo. Come Ulisse, Horiki è un “navigante” instancabile e fuori dal tempo e come tale esplora la vita senza fretta. Non importa il viaggio, la meta, ma come li affronta: Itaca potrebbe deludere, ma rimane la pace nel cuore dopo l’avventura, la soddisfazione di non aver vissuto invano. Per meglio comprendere il dipingere meditativo di Horiki, la poesia “Itaca” di Konstantinos Kavafis, metafora della vita, ci introduce al suo mondo, ci assimila al suo viaggio intimo: seguendo instancabile il suo ikigai, il suo scopo nella vita, con il piacere della ricerca ci restituisce la meravigliosa intensità della cangianza delle sue opere. (1) “[…] Nei suoi dipinti la visione diventa pensiero. Le sue opere (anzi la sua opera, perché Horiki lavora da tutta la vita a un’opera sola, come si dice che facciano i poeti, che sono sempre autori di un solo libro) si concentra su un colore che dà il senso dell’immobilità, di una contemplazione che non nega l’azione, ma la supera. Nelle sue opere non succede niente, non accade niente. C’è solo un assoluto silenzio. Nelle sue opere, insomma, si assiste a una sorta di respiro che diventa luce. […] […] Si potrebbe interpretare la pittura di Horiki come una musica che si rende visibile: una musica mentale, sommessa, come un coro a bocca chiusa, perché in quei punti che scandiscono lo spazio c’è l’intuizione di una sottile musicalità.[…] […] Potremmo pensare a questa verità, universale, osservando le opere di Horiki. E al tempo stesso trovare conforto in quel senso di eterno che sprigionano. In quella luce indecifrabile, eppure persistente. In quella bellezza misteriosa, oltre il dolore dell’esistenza.” Così Elena Pontiggia descrive l’opera dell’artista in occasione della mostra “OLTRE IL VISIBILE E L’INVISIBILE” organizzata a Tolmezzo UD nell’estate del 2017.
(1) Elena Pontiggia, L’invariabilità delle cose, in Fabrizio Deotto (a cura di), “OLTRE IL VISIBILE E L’INVISIBILE-Immagini della luce tra Oriente e Occidente”, Milano, Graphic&Digital Projgect, 2017. Biografia: Horiki Katsutomi nasce a Tokyo nel 1929, vive e lavora in Italia dal 1969
CONCERTI MUSICHE IN MOSTRA
31 ottobre – 14 dicembre 2018
MUSICHE IN MOSTRA
Visionarie
Dal 31 ottobre al 14 dicembre, la 33° rassegna annuale di Rive-Gauche Concerti Musiche in Mostra porta la musica d’oggi nei più suggestivi luoghi della cultura: il Borgo Medievale e l’Accademia Albertina di Torino, lo spazio artistico Comodo64, il Palazzo Reale e il Museo d’Arte Orientale di Genova, l’Abbazia Santa Maria di Acqui Terme, il secentesco Palazzo Taffini d’Acceglio di Savigliano, il Conservatorio Ghedini di Cuneo e l’Auditorium dell’Istituto Superiore Saluzzo Plana di Alessandria (il liceo in cui studiò Umberto Eco).
Sedici gli appuntamenti in 6 città, con 40 interpreti di livello internazionale – di cui la metà professionisti under 35 – provenienti da Austria, Canada, Estonia, Finlandia, Italia, Russia; 50 compositori viventi, tra cui 31 donne, 12 brani in prima esecuzione assoluta e 10 nuove commissioni. Undici le co-produzioni e collaborazioni attivate per Musiche in Mostra 2018, che ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti come l’EFFE Label dalla European Festivals Associations e il logo dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018: con Accademia Albertina di Belle Arti, Borgo Medievale e Città di Torino, Conservatorio Ghedini di Cuneo, Associazione Antithesis, Associazione ArteSera e NESXT, Associazione Pasquale Anfossi, Centro Territoriale Giorgio Bisacco e Cooperativa Piergiorgio Frassati, Civico Istituto Musicale G. B. Fergusio, EstOvest Festival, Istituto Superiore Saluzzo Plana.
Come suggerisce il sottotitolo Visionarie, Musiche in Mostra è attraversata da atmosfere oniriche e/o visionarie che sottolineano le intersezioni della musica contemporanea con le diverse arti: dalla visual art della polacca Gosia Turzeniecka e di Perspektive Philidor, a innovative forme di narrazioni drammaturgiche, con gli interventi delle voci radiofoniche di Valentina Lo Surdo e Sandro Cappelletto, ai foto-songs che coinvolgono in prima persona il pubblico e gli utenti del Centro Territoriale Giorgio Bisacco nell’inedita live performance per un “Mandàla sociale” che animerà il Borgo Medievale. Caratteristica della rassegna è il coinvolgimento di giovani artisti professionisti, sia esecutori sia compositori, chiamati a partecipare a fianco di artisti internazionalmente affermati e la nutrita presenza femminile (55 in totale tra interpreti e compositrici) che, per i temi e le poetiche affrontate, rendono ancora più “visionaria” questa edizione.
Musiche in Mostra è realizzata con il principale sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2018 del bando “Performing Arts”; il sostegno di Fondazione CRT, i contributi di SIAE e Reale Mutua e il patrocinio della Città di Torino.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito.
I PRIMI APPUNTAMENTI
Mercoledì 31 ottobre, ore 21.30 – Torino, Comodo64
Morsicathy
AchЯome Ensemble & il Duo Alterno
Musiche di Cathy Berberian, Roberta Vacca*, Silvia Colasanti*, Ada Gentile, Giuseppe Colardo*, Sofia Gubaidulina, Luciano Berio
Sabato 3 novembre, ore 15.30 – Torino, Accademia Albertina di Belle Arti
Hai paura della contemporanea?
Incontro tra artisti con i contributi di Francesco Antonioni, Silvana Castellucchio, il Duo Alterno, Susanna Franchi, Luigi Mainolfi, Martin Mayes, Roberto Masotti, NEXT
Domenica 4 novembre, ore 17 – Acqui Terme, Abbazia Santa Maria
La vida breve e altri sogni
Eloisa Cascio & Perspektive Philidor
Musiche di Luciano Berio, Manuel de Falla, Teresa Procaccini*, Isaac Albeniz
ARTENNE E FORME IN BILICO: RASSEGNA SINGOLARE E PLURALE 2018
Un progetto di Città di Torino e Opera Barolo
Presso PARI/ Polo delle Arti Relazionali e Irregolari di Palazzo Barolo e Housing Giulia
Galleria Gliacrobati
DAL 27 OTTOBRE AL 28 NOVEMBRE: (IM)PERMEABILI
A cura di Roberto Mastroianni e Tea Taramino, in collaborazione con Francesco Sena
La mostra attraverso accostamento di sensibilità uniche, intende costruire un dialogo, fra artisti del mainstream e artisti irregolari (cosiddetti outsider), italiani e internazionali, per una riflessione condivisa sulla permeabilità dei confini tra diverse espressioni artistiche, tra salute e malattia, tra “normalità” e “follia”, tra una cultura e l’altra, per valorizzare la diversità di cui ognuno di noi è portatore. Durante la prima tappa della mostra, in tre sedi torinesi, sarà possibile seguire performance, incontri, laboratori e workshop adatti a tutti e a partecipazione gratuita.
CONDOVE, MOSTRA DI PIERO DELLA BETTA
Domenica 4 novembre 2018 alle ore 16, mostra a Condove presso l’ Antica Chiesa Romanica di San Rocco a Condove di Piero della Betta: con la personale dal titolo: Cre-Attivita’; il pomeriggio del giorno dell’Inaugurazione, l’artista ha previsto una performance artistica. La mostra è a cura di Valter Vesco e sarà visitabile fino al 25 novembre 2018 nei seguenti orari: mercoledì dalle 10 alle 12, venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
ACCADEMIA ALBERTINA: “HAI PAURA DELLA CONTEMPORANEA?”
Sabato 3 novembre, ore 15.30
Accademia Albertina di Belle Arti, via A. Albertina 8, Torino
Hai paura della contemporanea?
Incontro trasversale tra artisti, con Francesco Antonioni, Silvana Castellucchio, il Duo Alterno, Susanna Franchi, Luigi Mainolfi, Roberto Masotti, Martin Mayes, NEXT – New Ensemble Xenia Turin
La “contemporanea” fa paura. Che sia arte figurativa o musica, la sensazione di diffidenza pervade tutte le nuove forme artistiche. “Hai paura della contemporanea?” è un incontro tra artisti in programma per la XXXIII edizione di Musiche in Mostra “Visionarie”, realizzato da Rive Gauche Concerti in co-progettazione con EstOvest Festival – Associazione Ensemble Xenia e Accademia Albertina di Belle Arti. Personalità del mondo della musica, dell’arte figurativa, della filosofia e del giornalismo si incontrano per un disincantato têtê-à-têtê a cui il pubblico è chiamato a intervenire direttamente. Non tanto dunque “aimez-vous?”, come si suol chiedere per il repertorio consolidato, ma “avez-vous peur?”, perché tabù e paura sono spesso complici. All’incontro partecipano il compositore Francesco Antonioni, nel ruolo di moderatore, la pittrice Silvana Castellucchio, la giornalista Susanna Franchi, lo scultore Luigi Mainolfi, il fotografo e scrittore Roberto Masotti, l'”architetto dell’immaginazione musicale” Martin Mayes e gli ensemble Duo Alterno e NEXT – New Ensemble Xenia Turin. Ingresso libero
TORINO, CENTRO REGIS: 100 ANNI DI PACE. LA COSTRUZIONE DELLA PACE, DAL NOVECENTO A OGGI.
Una mostra transmediale di storie di nonviolenza da scoprire dedicata a Nanni Salio
Inaugurazione della mostra, venerdì 2 novembre ore 17.30
@Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Garibaldi 13, Torino
L’altro volto della Storia si svela attraverso la mostra transmediale 100 anni di pace: la sua costruzione, dal Novecento a oggi; un percorso fotografico ed esperienziale che è stato raccontato questa mattina in conferenza presso lo store di prodotti carcerari Freedhome e introdotto alla presenza dell’Assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon, dalla Presidente del Centro Studi Sereno Regis, Angela Dogliotti e dei curatori della mostra Dario Cambiano, Elena Camino e Paolo Candelari. Tra gli interventi da segnalare anche quello dell’avv. Bruno Segre e dei giovani attori del Liceo Liceo Germana Erba.
È una storia a tratti silenziosa quella che sarà raccontata, fatta di piccoli, ma enormi passi, tra i più noti e spesso bellici eventi mondiali e che si snoda lungo tre percorsi tematici, raccolti intorno alla grande cupola geodetica costruita dalla scenografa Paola Bizzarri. La mostra transmediale 100 anni di pace è realizzata grazie al sostegno di Fondazione CRT e con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese; gode del patrocinio della Città di Torino e della media partnership di RSI – Radiotelevisione svizzera ed eHabitat.
La mostra transmediale sarà inaugurata venerdì 2 novembre alle ore 17.30 nella sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis, articolandosi tra i no alla guerra, le lotte per i diritti civili tra difese e conquiste, i movimenti per la tutela dell’ambiente. La prima sezione – No alla guerra – vedrà susseguirsi le storie di pace attraverso le forme di resistenza civile, i movimenti e le azioni nonviolente contro il militarismo e per l’obiezione di coscienza. La seconda sezione – Satyagraha, la forza della non violenza per costruire giustizia – ci parlerà delle forme di resistenza nonviolenta contro il colonialismo e dei movimenti per i diritti civili e la giustizia economica e sociale in tutto il mondo. La terza sezione – Gaia, la nostra casa comune – rifletterà sulla preservazione dalle violenze sui socio-eco-sistemi: campagne contro il nucleare e gli inquinamenti industriali, manifestazioni contro le grandi dighe e land-grabbing; azioni per i diritti animali, sviluppo dell’ecofemminismo e protezione della stabilità climatica.
“Era importante nel pensare all’allestimento – dichiara la scenografa Paola Bizzarri, collaboratrice tra gli altri di Silvio Soldini, Nanni Moretti e David di Donatello nel 2011 – che la forma visiva fosse coerente rispetto ai contenuti: per questo motivo la struttura è costituita di materiali naturali e ruota intorno a una cupola geodetica di bambù, a simboleggiare una struttura molecolare che può riprodursi all’infinito. La cupola geodetica è una struttura perfetta che nasce in natura, è una costruzione antisismica che più è grande più è solida, come la partecipazione è la forza di ogni movimento non violento”. “La mostra 100 anni di pace racconta storie di resistenza civile e diritti, percorsi di pace costruiti da uomini e donne coraggiosi dopo le guerre, negli spazi del Centro Studi Sereno Regis, realtà da sempre attiva nella nostra città sui temi dell’educazione alla pace e alla non violenza. L’esposizione è dedicata a Nanni Salio, consigliere comunale torinese impegnato nella sensibilizzazione della scelta della non violenza, del rispetto dei diritti di tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro provenienza, razza o credo religioso. Grazie agli organizzatori per questo lavoro che ci porta a riflettere su temi attuali e profondi.” Francesca Leon, Assessore alla Cultura e Marco Giusta, Assessore ai Diritti della Città di Torino. Dicendo “cento anni di pace” – spiega Angela Dogliotti, presidente del Centro Studi Sereno Regis – vogliamo mostrare che “in mezzo alla morte persiste la vita, in mezzo alla menzogna persiste la verità, in mezzo alle tenebre persiste la luce” (M.K.Gandhi) . È sbagliato disperare e lasciare che la violenza sia vista come regina della storia. Ci sono percorsi di pace dopo le guerre, semi gettati durante i conflitti violenti, e sempre – in ogni tempo – pensieri e azioni che la contemplano come obiettivo. Lotte nonviolente caratterizzate da coraggio, empatia, unità, resistenza, disobbedienza civile, organizzazione politica alternativa e anche compassione e umiltà.
Dopo 500 anni di sfruttamento, nel corso del Novecento il continente africano e quello asiatico tentarono di liberarsi dal colonialismo occidentale, che a tratti aveva assunto caratteri di vera e propria predazione. Un percorso che non è ancora finito: oggi, al giogo militare e politico si è spesso sostituito lo sfruttamento economico. In Asia Gandhi riuscì a guidare il popolo indiano nella liberazione dall’oppressione britannica. Più a nord, in Pakistan, brillò la luce nonviolenta di Abdul Gaffar Khan. In Africa, ispirati dall’azione di Gandhi, Patrice Lumumba, John Luthuli, Kwame Nkrumah, Kenneth Kaunda guidarono l’opposizione al potere bianco. La stessa Europa, con i movimenti giovanili, ma anche con le obiezioni di coscienza, contribuì a porre fine a quel secolare abuso. La lotta contro il colonialismo nelle Americhe e in Australia assunse toni, se possibile, ancora più drammatici. In quei contesti, il colonialismo europeo aveva sterminato quasi totalmente le popolazioni indigene: a inizio Novecento non rimanevano che poche migliaia di nativi a rivendicare una ormai impossibile indipendenza. Molti sono inoltre gli eventi collaterali che hanno orbitato e orbiteranno intorno all’inaugurazione della mostra e al periodo in cui sarà aperta al pubblico: dal 3 novembre al 2 dicembre 2018, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.30, giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 20.00 e sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00; tutti i giorni, a ingresso libero. Le mattine dal lunedì al venerdì sarà data priorità di visita alle scuole con un massimo di due classi per mattinata. Per le prenotazioni è possibile accedere direttamente al calendario predisposto registrandosi al seguente indirizzo: https://cssr.reservio.com.
CASTELLO DI RIVOLI: CONVERSAZIONE CON ERIC SADIN
il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospita per la prima volta in Italia una conversazione con lo scrittore e filosofo Eric Sadin. Sadin, noto per la sua ricerca sulle tecnologie digitali e sul loro impatto sull’economia, sulla politica e sull’emotività dell’individuo, presenterà sabato 3 novembre alle ore 13, in una conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev, il libro, La silicolonizzazione del mondo. L’irresistibile espansione del liberismo digitale (Einaudi, 2018), tradotto per la prima volta in lingua italiana. Con l’occasione l’autore offrirà un’anteprima del suo ultimo testo L’Intelligence artificielle ou l’enjeu du siècle. Anatomie d’un antihumanisme radical (Intelligenza artificiale o il palo del secolo. Anatomia di un antiumanesimo radicale), che sarà pubblicato in Italia nel 2019. Una navetta collega Piazza Castello a Torino, la Stazione di Porta Susa (Piazza XVIII Dicembre) e il Castello di Rivoli. Biglietto 3 € andata e ritorno.
Navetta da Torino Piazza Castello ore 12.00, partenza dal Castello di Rivoli ore 15.30.