CRONACA – Chieri, false polizze di assicurazione: nei guai una coppia di broker chieresi. Decine di truffati

Gli agenti durante i controlli nella sede dell’agenzia

Una lunga e paziente indagine, quella che ha portato la Polizia Municipale di Chieri a scoprire una geniale quanto semplice truffa compiuta da una copia di broker chieresi ai danni di molte decine di ignari cittadini. Lui, M.G. di 72 anni, e lei, D.M. di 70, titolare di una agenzia di brokeraggio con ufficio a Chieri in Via Martiri della Libertà 6. Una truffa prevalentemente basata sulle polizze auto, venuta alla luce da alcuni mesi, da quando la polizia locale si è dotata di un sistema di videocontrollo (“Città sicura”) che permette in tempo reale di individuare le auto non assicurate, oltre a quelle senza collaudo. “Ci siamo resi conto – dice il comandante della Polizia municipale di Chieri, Federico Battel – che dai controlli effettuati risultava un numero assai superiore alla media di auto non coperte da assicurazione. Le nostre indagini sono partite di lì”. Gli automobilisti fermati dai vigili, del tutto allo scuro, mostravano un documento di ‘ricevuta provvisoria’ del pagamento da essi effettuato al broker, che nella maggioranza dei casi però tratteneva per sé l’importo della polizza. Salvo andare a pagare al comando la multa elevata all’automobilista, al quale veniva detto che si era trattato di un mero errore dell’ufficio. In quei casi, l’assicuratore correva ai ripari e la polizza la faceva davvero. Così, la truffa è rimasta in stand-by a lungo. Fino alle prime querele presentate dai cittadini, che hanno fatto scattare i controlli presso l’agenzia. “Nella mattinata di mercoledì 28 novembre – prosegue Battel –su autorizzazione della Procura di Torino, abbiamo effettuato una perquisizione nei locali della agenzia, sequestrando oltre 150 fascicoli. Sono risultati ben 95 posizioni irregolari solo come assicurazione auto, più numerose altre polizze fasulle per assicurare casa e rischi professionali. Importi dai 150 alle molte migliaia di euro.”

Adesso la Polizia Municipale contatterà uno per uno i cittadini truffati: il reato è perseguibile solo se il truffato sporge querela. “Al momento hanno già querelato in cinque”, chiude il comandante. Che fa una raccomandazione agli interessati: di presentarsi al comando personalmente con i documenti.

Tra gli interrogativi che l’inchiesta (in capo al giudice Stefano Castellani della Procura di Torino) dovrà chiarire, uno spicca: con quale criterio i coniugi broker sceglievano le vittime? Alcune polizze, infatti, non erano affatto ‘tarocche’. L’esperienza dell’assicuratore, probabilmente, ha aiutato nella scelta: le vittime, forse, erano persone che usavano poco la macchina e dunque rischiavano meno degli altri di fare incidenti. Lì, infatti, sarebbe cascato l’asino. Che, comunque, adesso è cascato per davvero. (G.G.)