PASSIONE FUMETTI: “La lingua del diavolo” di Andrea Ferraris

La lingua del diavolo di Andrea Ferraris
La lingua del diavolo è tentatrice. Lo sa bene il parroco di Sciacca che, nel romanzo a fumetti di Andrea Ferraris, così ammonisce i fedeli: “Quelle fiamme sono la lingua del diavolo. Ha trovato la strada, sta arrivando”. Ma ad arrivare, uscendo dal mare, fu l’Isola Ferdinandea. Un’isola che tentatrice lo fu veramente, sia nella realtà storica, sia nel bellissimo graphic novel scritto e disegnato da Andrea Ferraris per Oblomov Edizioni.

L’isola Ferdinandea

l'isola Ferdinandea
Emerse nel giugno del 1831, in seguito all’eruzione sottomarina di un vulcano nel canale di Sicilia tra Sciacca e l’isola di Pantelleria. L’isola, dopo essere cresciuta fino a circa 4 km di diametro e 60 metri di altezza, scomparve nel gennaio del 1832 a causa dell’erosione del mare. In quei sei mesi fu studiata e contesa, prima dagli Inglesi che vi piazzarono la loro bandiera e gli diedero il nome di isola “Graham”. Poi dai Francesi – la cui spedizione comprendeva anche il pittore Edmond Joinville – che gli diedero il nome di “Iulia”. E naturalmente da Ferdinando II di Borbone, che mandò una corvetta a rivendicarne il possesso come territorio del Regno delle Due Sicilie, dandogli il nome di isola “Ferdinandea”.

La lingua del diavolo

disegno di A Ferraris
L’isola è tentatrice anche per Turi, il protagonista de “La lingua del diavolo”, che vive di pesca e lavoretti, insieme al fratello Vicè, in una misera casetta sul mare, vicino alla cittadina di Sciacca. Turi è il primo uomo a salire sull’isola, trovandosi subito dopo coinvolto nella contesa tra inglesi, francesi e spagnoli, rivendicandone lui stesso il diritto di proprietà. Tra questi antagonisti, alla fine Turi farà una scelta; lo farà per interesse, alla ricerca di un riscatto sociale, ma soprattutto per amore. Un’illusione che durerà poco, come l’isola stessa.

Andrea Ferraris al 515 Creative Shop di Torino

insieme all’autore alla presentazione al 515 Creative Shop di Torino

La lingua del diavolo è una storia di fantasia, immaginata da Andrea Ferraris attorno a fatti storici realmente accaduti, così come aveva fatto per Churubusco (Coconino Press). Il cuore del racconto è che “nel 1831 sono impazziti per una cosa che poi è sparita”, ha dichiarato Andrea Ferraris durante l’incontro di presentazione che si è svolto il 18 ottobre al “515 Creative Shop” di Torino. Ed è successo di nuovo quando nel 2002 una rinnovata attività sismica ha fatto ipotizzare che l’isola Ferdinandea potesse riemergere.

Turi

Turi de La lingua del diavolo
Durante l’incontro di Torino, Andrea Ferraris ha parlato de “La lingua del diavolo” come di una riflessione sul desiderio di possesso, assurdo e insensato, e sulle barriere, che sempre ritornano, ma anche sul vendersi per interesse. Cosa, quest’ultima, che Turi purtroppo fa. “Ma io gli voglio bene lo stesso. E’ umano”, ha dichiarato Andrea durante l’incontro. E come si fa a non volergli bene? Salvatore “Turi” Cavalca non è un eroe, ma basta la lettura del prologo de La lingua del diavolo per affezionarsi a lui.
prologo de La lingua del diavolo
Nella notte buia di Sciacca, in una taverna fumosa, Turi recita con passione, con l’impeto e l’intensità di un attore di teatro. Un inizio potente, dal sapore epico, a cui i disegni di Andrea Ferraris conferiscono un’atmosfera magica e senza tempo. Turi, rapito dal racconto della sua impresa, sembra danzare per il suo pubblico, grazie alle vignette cinematografiche e ad inquadrature dal basso e ravvicinate. Un uomo prigioniero della sua condizione e in balia di eventi più grandi di lui, ma dotato di un’impetuosa e ostinata volontà che, unita all’amore per l’irraggiungibile Antonia, gli consentirà di vivere un’avventura straordinaria.

Andrea Ferraris

Andrea Ferraris
Andrea Ferraris è autore Disney dal 1992, dopo aver lavorato come aiuto-scenografo per la televisione a Milano e per il teatro lirico ad Alessandria. La sua formazione fumettistica è avvenuta alla scuola del fumetto di Bologna, città dove ha conosciuto, tra gli altri, Marcello Jori, Vittorio Giardino e Andrea Pazienza. Nella sua carriera ha disegnato illustrazioni e fumetti per Alias e La Lettura (inserti dei quotidiani Manifesto e Corriere della Sera) e collabora tuttora con la rivista Internazionale.
La cicatrice
Il suo primo lavoro come autore completo è stato “Churubusco”, la storia del Battaglione San Patrizio, uscito in Italia per Coconino Press- Fandango, in Francia per Rackham editions, in Messico per La Cifra Editorial e negli Stati Uniti, per Fantagraphics. Nel 2017, insieme a Renato Chiocca, ha pubblicato “La cicatrice” per Oblomov, a cui ho già dedicato un articolo, che potete leggere qui.
Dell'isola Ferdinandea e di altre cose
L’idea per La lingua del diavolo risale al periodo in cui Andrea Ferraris ha abitato a Parigi (dal 2013 al 2016), da un aneddoto raccontato dall’allora padrona di casa. Per la realizzazione Andrea ha svolto numerose ricerche e raccolto parecchia documentazione, in particolare è stato utile il libro dello studioso palermitano Salvatore Mazzarella “Dell’isola Ferdinandea e di altre cose” (Sellerio Editore), pubblicato per la prima volta nel 1984 e tuttora a catalogo.

I disegni de La lingua del diavolo

prima pagine de La lingua del diavolo
Per il disegno, realizzato interamente a matita – come già per Churubusco e La cicatrice – Andrea ha utilizzato una matita più grassa e morbida, passando dalla 4B alla 6B. Rispetto al sole e agli aridi paesaggi messicani, ne La lingua del diavolo veniamo catturati da suggestive atmosfere notturne, da un mare pastoso e misterioso, da eruzioni spettacolari e fumose rocce laviche. Più leggo i fumetti di Andrea Ferraris e più mi affascinano il suo stile e i suoi personaggi, che paiono vivi, tanto sono carichi di espressioni ed emozioni. Tutto questo con pochi tratti, in vignette in cui ogni cosa ha una sua essenzialità, funzionale al racconto e a quello che l’autore vuole trasmettere.
La lingua del diavolo
Vale per i personaggi, caratterizzati con una varietà e credibilità straordinarie, ma anche per i luoghi e gli ambienti, capaci anch’essi di suscitare emozioni e stupore, a partire dall’isola Ferdinandea, che appare imponente – in copertina e nella grande pagina doppia all’interno – quasi a voler essere un’ulteriore versione de L’isola dei morti (celebre dipinto in cinque versioni del pittore svizzero Arnold Böcklin).
Disegni solo a matita, ma con cui Andrea riesce a rappresentare con grande efficacia effetti di luce e ombra, soprattutto sui volti dei personaggi, e a cogliere la dinamicità del movimento, pur nella staticità della rappresentazione del fumetto.
io sono il Governatore
La lingua del diavolo è un bel volume di 232 pagine di grande formato, in bianco e nero, molto ben curato dalla OBLOMOV EDIZIONI, la casa editrice di Igort. Lo potete trovare in libreria e fumetteria e, seguendo la pagina facebook di Andrea Ferraris, andare a farvelo dedicare ad uno dei numerosi incontri che l’autore sta facendo in giro per l’Italia (e Francia, dove è stato recentemente tradotto dalla Rackham).
Turi recita nel prologo
Immagini ©Andrea Ferraris e ©Oblomov Edizioni