PIEMONTE ARTE: G.A.M., SESTRIERE, ALBA, DUTTO, SMALTI, SAVIGLIANO…

 

G.A.M., MOSTRA “APOLLINAIRE E L’INVENZIONE “SURRÉALISTE”

Mercoledì 9 gennaio 2019 alle 18

Sala Uno GAM – Via Magenta, 31 Torino

GLI AMICI DELLA BIBLIOTECA D’ARTE

Per il ciclo Come nascono le mostre. ricerche, archivi, confronti

Presentano la mostra

Apollinaire e l’invenzione “surréaliste” – Wunderkammer GAM Torino

La grazia sur-reale: vita e miracoli d’arte di Guillaume Apollinaire

Un racconto parlato e cantato di Luca Scarlini

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Dedicata a Guillaume Apollinaire nel centenario della morte, la mostra curata da Maria Teresa Roberto con Virginia Bertone, Franca Bruera e Marilena Pronesti si incentra sulla prima rappresentazione del dramma “sur-réaliste” Les Mamelles de Tirésias. Attraverso opere, lettere ed edizioni originali è ricostruita la rete di rapporti che univa scrittori e pittori vicini ad Apollinaire, con particolare attenzione ai cugini di origine russa Serge Férat e Hélène d’Œttingen e al critico André Salmon, qui presente con alcune caricature inedite. Luca Scarlini racconterà quell’incrocio di destini d’arte tra Francia e Italia, tra Cubismo, Futurismo, de Chirico e Savinio: “Il 1917 fu l’anno profetico delle avanguardie storiche, mentre il conflitto mondiale non accennava a esaurirsi e si preparava sullo sfondo la tragedia terribile dell’epidemia della febbre spagnola, anche più letale della guerra. Guillaume Apollinaire, operato al cervello per una scheggia di granata, in una Parigi piena di arrivi e partenze per il fronte, fu legato ai due grandi scandali di quell’anno: il suo Les Mamelles de Tirésias fece infuriare i cubisti, mentre Parade di Cocteau-Picasso-Satie, di cui scrisse la presentazione, scatenò reazioni inconsulte nel pubblico, che vi vide un’aggressione ai valori costituiti. Nella vicenda di Tiresia cova il sur-realismo, in una visione assai diversa da quella di André Breton, brevettata di lì a qualche anno.”

 

SESTRIERE: “COLORI ED EMOZIONI” DI EDMONDO DI NAPOLI IN MOSTRA A “CASA OLIMPIA“

Prende il via il 16 gennaio, con la personale dedicata all’artista partenopeo,

il ciclo di rassegne che Qualitaly propone a Sestriere

nel cuore della stagione turistica invernale 2019.

Sestriere (TO). Sarà un omaggio interamente dedicato all’arte figurativa di Edmondo Di Napoli, e alla sua maestria nel rendere emozionante l’uso del colore, la mostra che l’associazione culturale Qualitaly presenta nei locali di “Casa Olimpia” dal 16 al 25 gennaio 2019, in apertura del ciclo di rassegne ed incontri lanciati a Sestriere, nel cuore della stagione turistica invernale.

“Proponiamo un format di eccellenze, per arricchire di contenuti l’offerta turistica delle Valli Olimpiche – sottolinea il presidente di Qualitaly, Massimiliano Panero – con un mese fitto di incontri e scoperte, tra arte, cultura, gusto, sapori e tradizioni, e per guidare le grandi unicità dei panorami Unesco a braccetto con le vette più prestigiose del nostro Piemonte”.

Grazie alla collaborazione offerta dal Comune di Sestriere, dalla locale Unione Montana e dal Consorzio Turistico Via Lattea, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e in diretta collaborazione con Turismo Torino e con il portale LangheRoeroMonferrato.net, ecco quindi un calendario degli incontri, presentato ufficialmente in occasione dell’inaugurazione del 16 gennaio, con ospiti di fama, confronti, dibattiti e degustazioni, per “assaporare ad alta quota” storie, racconti e tradizioni di una terra unica.

Si comincia quindi con l’occasione per scoprire (o riscoprire) la straordinaria personalità degli olii del maestro Di Napoli, in una carrellata che abbraccia quasi quarant’anni di attività e un lungo viaggio che, dalle uggiose colline di Langa, ci porta attraverso tutta l’Italia e fino alle marine della sua terra natale, tra nature morte che profumano di cucina tradizionale e vissuto del quotidiano.

Pennellate pastose e precise, toni smorzati ma ricchi e vibranti vestono i soggetti di una fertile modulazione cromatica: le opere presentate in mostra a Sestriere testimoniano l’istintività del suo stile e gli accenti del suo pennello. La rassegna stessa, poi, mira ad essere un piccolo ma significativo tributo all’artista, recentemente scomparso, richiamando l’attenzione a quell’arte che, sotto voce ma con alti contenuti, ha saputo farsi strada nel secondo Novecento, senza necessità di scandalo ma con la conferma di una competenza che, affondando le proprie radici nella tradizione stilistica italiana, giunge al contemporaneo.

La mostra sarà visitabile a “Casa Olimpia” (in via Pinerolo 19 a Sestriere) dal 16 al 25 gennaio, con ingresso libero. Aperta tutti i giorni, con orario dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00.

 

ALBA: LA STRANA DITTA SCHIAPARELLI & DALÍ. PITTURA, MODA ED ECCENTRICITÀ

16 gennaio 2019, Fondazione Ferrero, ore 21

Natalia Aspesi dialoga con Francesco Vezzoli e Marco Vallora

A gennaio, a corredo della mostra Dal nulla al Sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen, si svolgerà, nell’auditorium della Fondazione Ferrero, alle ore 21 – consentendo così un’apertura straordinaria della mostra in orario serale – una serata dal titolo La Strana Ditta Schiaparelli & Dalí. Pittura, moda ed eccentricità. Una storica della moda, ben conosciuta dalle pagine di «La Repubblica» (una tra le prime donne ammesse a questo mestiere, un tempo considerato solo maschile) inviata oggi nello “schiocchezzario” dell’eros mediatico e dell’inciviltà contemporanea, insieme a un pittore italiano “alla moda” ma di grande cultura e brillantezza che ama giocare la sua opera su artisti storici dell’antichità o dell’avanguardia, dialogheranno per raccontare un periodo nevralgico, frenetico e appassionante della Parigi surrealista. Natalia Aspesi ripercorrerà l’amicizia parigina di Dalí con Elsa Schiaparelli, la pioniera della moda eccentrica e disinibita, proverbiale rivale di Coco Chanel, con l’invenzione del rosa shocking e di dettagli provocatori: scarpe con tacco al posto di copricapi, rotella di telefono come portacipria, aragoste vere o stampate su abiti lunghi. Grazie anche all’amicizia di artisti come Salvador Dalí, Jean Cocteau, Man Ray, nipote ribelle del rivoluzionario astronomo piemontese Giovanni Schiaparelli e imparentata con l’egittologo Ernesto Schiaparelli (direttore del museo egizio di Torino dal 1894 al 1928), nata italiana, dopo matrimoni e amori stravaganti, Elsa Schiaparelli diventa leggendaria a Parigi e non solo negli ambienti d’avanguardia. Francesco Vezzoli, giovane artista italiano, ormai conosciuto in tutto il mondo, per le sue provocazioni anticonvenzionali ma di profonda riflessione, che ha lavorato su Dalí, Giorgio de Chirico e su Pablo Picasso del periodo surrealista, con personalissimi “d’après” a partire dalle loro tele, racconterà la figura di Dalí come antesignano modernissimo dell’artista-glamour, che si compromette con gli allora nascenti mass-media (la moda, la pubblicità, il cinema sperimentale inventandosi lo scandalo di performance iper-narcisiste), pur senza rinunciare alla sua complessa polemica filosofia dell’arte maledettamente seria e profetica (nel libro I cornuti dell’arte moderna). L’ingresso alla conferenza è libero fino a esaurimento posti.

 

NOTOOLS_FORK1, MOSTRA DEL FOTOGRAFO DAVIDE DUTTO

17 GENNAIO – 3 FEBBRAIO 2019

Teatro Paesana

Via Bligny, 2 – Torino

NOTOOLS_FORK1 è la prima personale in Italia dedicata al fotografo di cibi, di cucine e di chef DAVIDE DUTTO. La mostra inaugura giovedì 17 gennaio alle ore 18.30 nelle sale del Teatro Paesana e sarà aperta al pubblico fino al 3 febbraio 2019 (ingresso da Via Bligny 2 – Torino). Il corpo di fotografie Fork1, prima parte del progetto No Tools che si sviluppa in tre capitoli Fork1 – Spoon2 – Knife3, nasce da storie reali di forchette e di persone e ha la regina delle posate come interprete principale. A Teatro Paesana saranno esposti quaranta scatti di forchettetra le quali quella appartenete alla famiglia dello Chef siciliano Pino Cuttaia con cui Dutto lavora da anni, che è stato inconsapevole ispiratore del progetto fotografico. In mostra saranno tante le forchette, trovate da Dutto nei mercatini delle pulci, che portano alla superficie segni che lasciano immaginare numerose storie di vite, di persone, di piatti, di palati e di bocche. L’attore principale di Fork1, e del progetto NoTools, è l’utensile con i suoi percorsi storici, tecnici, poetici, narrativi ed estetici appoggiati su un lembo bianco, quindi decontestualizzati, per poter leggere meglio le storie in ogni fessura evidenziata dal tempo. In un’estate di alcuni anni fa – commenta il fotografo Davide Dutto – ero in Sicilia per lavoro e dovevo realizzare delle immagini nel ristorante del mio amico Pino Cuttaia. In una pausa di set, mentre si pranzava e si parlava del più e del meno, venne fuori una storia legata ad una forchetta, la forchetta in questione era quella del padre di Pino. Una forchetta con i rebbi allargati così da prendere più cibo nel grande piatto unico, e condiviso al centro della tavola, dal quale la famiglia Cuttaia mangiava. Con una sola mossa il cibo portato alla bocca con quella forchetta era così il doppio di quello degli altri commensali pur prendendo lo stesso numero di forchettate che, in famiglia, venivano contate per equità. La descrizione di quella scena mi fece capire immediatamente il vero valore della forchetta. Da quel momento, quella posata è diventata per me un simbolo: un testimone silente e quotidiano, quasi invisibile tanto è l’abitudine di usarla, di milioni di persone e storie uniche e diverse. Lì, ho visto l’inizio del mio attuale lavoro, il senso e il valore di quello strumento che ormai per me non è più solamente un attrezzo.

NoTools è il primo lavoro che Davide Dutto affronta con un approccio concettuale: il cibo e le persone, per una volta, rimangono fuori dall’inquadratura mentre nello spazio rettangolare della fotografia ci sono gli strumenti legati al gesto del mangiare, gli strumenti che insieme alle mani uniscono l’uomo al cibo. NoTools è un lavoro che cerca tra le pieghe degli utensili usati storie di uomini e di cibo dalle posate agli attrezzi di preparazione del cibo che spesso e inconsapevolmente sono usati come prolungamenti fisici. Ogni utensile da cucina racconta un mondo, è testimone di un periodo storico unico e originale. L’uomo viene accompagnato da questi attrezzi per gran parte della propria vita e alcuni, spesso, sopravvivono per diverse generazioni e acquisiscono l’energia nel tempo. La mostra personale di Davide Dutto si completa con un evento in cui le posate diventano anche parte dell’azione oltre che della mostra: una cena preparata dallo chef siciliano due Stelle Michelin Pino Cuttaia: venerdì 18 gennaio sessanta persone potranno sedersi a tavola nelle sale settecentesche dell’appartamento padronale di Palazzo Paesana per far diventare NoTools un’esperienza attiva e coinvolgente, partendo proprio dalla storia della forchetta di famiglia conservata dallo Chef. La mostra è organizzata da Ghost Associazione Culturale in collaborazione con Ghost Book, BArock e Chef Profile.

 

ARTE E STORIA DEGLI SMALTI IN UN VOLUME DI ANNA CREMONTE

Trittico: Calvario, rame, smalto. Jean I Pénicaud. Limoges, XVI secolo. Collezione privata.

Al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, Anna Cremonte Pastorello di Cornour ha presentato il suo recente libro «Smalti tra arte e storia. Preziose testimonianze nei secoli», pubblicato da Daniela Piazza Editore, con fotografie di Alberto Armano, progetto grafico e copertina D.P.E. Torino. Serata arricchita da video e da un pregevole intrattenimento musicale. L’ampia e approfondita ricerca ha messo in evidenza gli aspetti, i documenti, la preziosità e il valore artistico degli smalti attraverso i secoli. Con l’autrice, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Daniela Piazza e Giancarlo Bonzo hanno illustrato al pubblico, presente nella Sala Giovanni Agnelli, il fascino degli smalti. In particolare, Gian Giorgio Massara ha descritto le tecniche di smaltatura, dal «cloisonné» al «champlevé», dall’«émail en ronde bosse» al «guilloché», mentre ha puntualmente raccontato che «con il fuoco la sabbia divenne arte». Il libro si apre con le immagini del «Gioiello in oro e smalto rosso cloisonné» del Museo del Louvre e i «Pugnali in bronzo decorati con metallo nobile» del 1500 a.C. del Museo Archeologico di Atene, due eccellenti testimonianze che concorrono a delineare un itinerario che si sviluppa dalla smaltatura in Mesopotamia e in Persia alle tecniche dell’«Alto Medioevo», dalle icone di Arte Georgiana del Museo Nazionale delle Belle Arti di Tbilisi all’«Adorazione dei Magi» di Scuola Limosina del XII secolo del Musée de Cluny a Parigi. Straordinari reliquari, medaglioni, cofanetti in rame dorato e smalti, coppe in argento dorato, crocifissioni, ritratti, saliere,  definiscono i momenti di uno studio ricco di notizie,informazioni, riferimenti sociali e culturali. Con «L’atelier di Abel Pujol», in rame e smalto, di Adèle Chavassieu della Pinacoteca di Brera, si scopre un incantamento creativo che, dalle opere dei laboratori russi alle manifatture orientali, rivela il clima di una narrazione che il volume restituisce con tutta la sottile magia di una materia che si fa poesia, testimonianza, documento di una stagione caratterizzata dall’airone dal bianco piumaggio, emblema della purezza, dal drago dai cinque artigli, espressione e simbolo del potere imperiale, e dalla leggendaria creatività Karl Fabergé (1846-1920), che la zarina Marija Feodorna, moglie dello zar Alessandro III, riteneva «un vero genio del nostro tempo senza precedenti». Una stagione che Anna Cremonte ricompone come le tessere di un sorprendente mosaico, con un linguaggio scandito secondo una interpretazione che permette di ammirare lo smalto trasparente «guilloché» di Fabergé, il «Crocifisso», in smalto Finit («pietra splendente»), Rostov, dalla sofferta definizione della figura di Gesù in croce, e lo smalto «cloisonné» dei due piatti con carpa di scuola cinese del XIX secolo. Vi è in questo «percorso – suggerisce Angelo Mistrangelo -la storia degli smalti tra arte e tradizione artigianale, fantasia e dato cromatico, in una sorta di racconto e recupero di un tempo ormai lontano: «Gli smalti limosini sono ricercati – afferma Anna Cremonte -, durante l’Ottocento, da parte degli estimatori d’opere d’arte desiderosi di ricreare nelle proprie dimore lo splendore dei principi d’un tempo quali furono i Medici!». Un dialogo, perciò, caratterizzato da un collezionismo di alta qualità e dalla «scoperta» di opere di indubbio valore, tra il

Polittico con la Passione, Resurrezione, il donatore Enrico II di Francia e Diana Poitiers, rame, smalto, legno. Léonard Limosin. Limoges, XVI secolo. Collezione privata.

simbolismo del diadema per la Regina Vittoria d’Inghilterra dello spagnolo Luis Masriera (1872-1958) e, dalle raccolte dell’Armeria Reale di Torino, l’incredibile varietà di colori, pietre preziose e «smalto «champlevé» verde, blu, rosso e bianco opaco», della sciabola offerta, nel 1897, da Rama V (Chulalongkorn), re del Siam, al re d’Italia Umberto I(2)». Dall’Uovo dei «Dodici Monogrammi», donato alla zarina Maria Fjodorovna per la Pasqua del 1895, ai motivi «cloisonné» liberamente ripresi dai modelli orientali, indiani e persiani, dall’architetto Emile Reiber (1826-1893), dal ginevrino Jean-François Soirin (1756-1813), autore dei ritratti in smalto di «Napoleone a cavallo» (1806) e di «Napoleone e Giuseppina» (1808), a Rodolphe Piguet (1840-1915), interprete di paesaggi alla maniera degli impressionisti, si delineano gli aspetti di una approfondita ricerca. Una ricerca contrassegnata dalle personalità di Pavel Ovcinnikov, fornitore ufficiale di Vittorio Emanuele II (1873), di Jean Zamora, che con la tecnica «grisaille» ha realizzato una delicata «Madonna con Bambino», e di Ivan Chlebnikov, il pittore dell’«Icona di San Teodosio di Cernigov», in argento e smalto policromo, del Museo di Storia Russa di Mosca. In ogni caso, le pagine del volume restituiscono il valore di una produzione che conferma la professionalità di quei pittori e smaltatori che, durante in Novecento e il nuovo Millennio, hanno composto opere di sicuro interesse, fra le quali i sette pannelli, sbalzati e smaltati, di Robert Barriot (1898-1970), il «gigante dello smalto», che compongono la Pala d’Altare della chiesa di Sante Odille a Parigi. E ancora Gertrud Rittman Fischer, Maria Likartz e Larissa Solomnikova, nata a Leningrado, che, con il marito, ha ricostruito gli smalti della Porta Reale della chiesa del Salvatore del Sangue Versato di San Pietroburgo. E fra le esperienze italiane e, principalmente, torinesi, si annovera lo Studio Del Campo di Virgilio Bari, Lidya Lanfranconi, Bianca Tuninetto ed Euclide Chiambretti, che hanno sviluppato un lavoro progettuale e creativo dal 1955 al 1997. Nel loro laboratorio di Via Bellardi 100 a Torino, venivano anche elaborati oggetti d’arte per Giò Ponti, Toni Cordero, Ettore Sottsass e Bruno Munari. Di rilievo è, inoltre, l’attività della Comunità Artistica, fondata da Idro Colombi (1900-1974), dove si erano formati proprio i quattro artisti dello Studio Del Campo. Insieme a Colombi, nell’atelier torinese al numero 14 di piazza Cavour,   lavoravano anche Miranda Bestazzi (ritratta dal maestro in un dipinto) e Marisa Micca. Di quest’ultima sono state allieve le pittrici Carla Gentile e Mara Saroglia, presenti in questa occasione con una serie di pregevoli piatti finemente decorati. In questo panorama, si ravvisa il senso di una scrittura per immagini arricchita dalla «Fibbia di bardatura per cavallo» con pietre preziose e smalto «cloisonné» (Marakesch, del XIX secolo), del Museo Nazionale di Arte Africana dell’Oceania di Parigi, e dalle decorazioni geometriche, floreali, dai colori vivaci della cultura islamica, con una preferenza per il blu. Mentre si ricorda che lo smalto persiano (Minakari) era praticato a Lahore (ora Pakistan) nel Punjab. Con le opere dei paesi del Magreb, si individuano gli elementi tipici della manifattura cinese con il «Cane» in smalto «cloisonné» dell’Epoca Ming XIV-XVII secolo, del Museo Poldi Pezzoli di Milano. La tecnica «cloisonné» era diffusa in Cina nel XIV secolo con il nome di «Jingtailian», letteralmente «in blu», perché riservata esclusivamente alla Corte Imperiale, che, all’epoca, vestiva di blu. E con lo «Stipo», in legno, lacca, rame e smalto «cloisonné», Cina, del XIX secolo, si afferma l’elsa per spada Katana, «Tsuba», in rame e smalto, della Scuola Hirata giapponese del XVIII-XIX secolo.

 

ACCADEMIA ALBERTINA, “AD ACQUA”: DUE APPUNTAMENTI A GENNAIO

Visitabile fino al 27 gennaio 2019, la mostra “AD ACQUA. L’acquarello all’Accademia Albertina e in Piemonte dal Novecento ad oggi” si arricchisce di due appuntamenti per scoprire le opere con i curatori e assistere a dimostrazioni pratiche delle tecniche pittoriche. Domenica 13/01 h. 16.00 visita alla mostra di Marcella Pralormo, curatrice, a seguire dimostrazione pratica con Cristina Girard e Piera Luisolo. Domenica 20/01 h. 16.00 dimostrazione pratica con Daniele Gay, curatore, insieme a Stefano Allisiardi e Mirco Andreoli. Gli appuntamenti sono compresi nel biglietto di ingresso della Pinacoteca Albertina, gratis con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte, fino a esaurimento dei posti disponibili.

Consigliabile la prenotazione:

0110897370 – comunicazione@albertina.academy

Pinacoteca Albertina

Via Accademia Albertina 8, Torino

 

 

SAVIGLIANO: DALLA MODERNITÀ SOLIDA ALLA SOCIETÀ LIQUIDA. CINQUE INCONTRI TRA ARTE E DRINK.

Partono a gennaio, con cadenza mensile, cinque incontri dedicati a grandi temi dell’arte moderna e contemporanea. Curati dal professor Marco Filippa, nei locali del Pelledoca di Savigliano, ogni serata cercherà di affrontare, attraverso un racconto visivo e un drink appropriato al tema, la grande trasformazione dell’arte iniziata a inizio novecento per fare un viaggio fino a oggi. Il macro titolo: “Dalla modernità solida alla società liquida”, annuncia con chiarezza il passaggio da una stagione progettuale, sorretta da certezze spezzate dai due conflitti mondiali fino all’oggi, contraddistinto da un universo liquido, disseminato e multiforme, come avrebbe detto Zygmunt Bauman. Il novecento ha registrato inevitabilmente anche un cambio di centro dell’arte occidentale, da Parigi la staffetta è passata a New York e oggi alla molteplicità dei centri dei pensieri e delle forme. Giovedì 17 gennaio il primo appuntamento dedicato alla figura di Marcel Duchamp, al suo scardinare l’arte dalla dimensione visiva per approdare ad altre forme, cerebrali, che aprono strade inedite al territorio dell’arte. Il secondo appuntamento, giovedì 21 febbraio, è incentrato sulla “pittura d’azione” dell’americano Jackson Pollock messa a confronto con l’arte come azione della notissima Marina Abramović e di molti altri artisti meno conosciuti. Il 3 marzo, sempre di giovedì, la stagione creativa degli anni sessanta, dallo sbarco della Pop Art alla Biennale di Venezia a confronto con il suo contraltare europeo con la battagliera “arte povera” che ha avuto come capofila il gruppo italiano. Giovedì 18 aprile il racconto s’innesta sugli anni ’80, sui molteplici ritorni alla pittura dopo decenni di tabù. Ultima serata, giovedì 23 maggio, un incontro che è anche una domanda: l’Arte come marketing? Sfatato il mito, spesso fasullo, dell’artista come genio avulso dalla società che muore in povertà, oggi il confine tra arte e mercato sfiora sconfinamenti che rendono labile ogni valore che non sia mercificabile. Chi volesse maggiori informazioni su come poter seguire gli incontri può scrivere a archmarco.filippa@gmail.com o contattarlo direttamente attraverso la sua pagina facebook.

 

SCULTURE DI GHIACCIO DELL’ALBERTINA A HARBIN (CINA)

La Scuola di Scultura dell’Accademia delle Belle Arti di Torino, su iniziativa del Direttore, Salvo Bitonti, è stata invitata a partecipare alla competizione internazionale per  realizzazioni  di  sculture di ghiaccio durante l’annuale Festival che si svolge in questi giorni ad Harbin nel nord della Cina, denominato ” China Harbin Ice and Snow World” E’ la prima volta che a questa competizione viene invitata a partecipare un’Accademia di Belle Arti italiana, in una gara che vede impegnati partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo. Il team, capitano dalla docente Maria Claudia Farina, si avvale di due studenti del corso di Tecniche del marmo scelti appositamente, Francesca Malvaso e Andrea Catolino. La squadra artistica si trova già da diversi giorni nella freddissima città di Harbin, dove le temperature possono toccare facilmente i meno 30 gradi di temperatura. Qui la squadra dell’Albertina ha avuto modo di sperimentare la creazione artistica su ghiaccio, realizzando tre sculture di stile realistico, ( una grande poltrona, un accendino e un estintore)  in rappresentanza dell’Italia, per la Mable Leaf Exhibition, una rassegna parallela al grande Festival del ghiaccio; la grande kermesse   si aprirà ufficialmente il 5 gennaio prossimo e  vede attrarre migliaia di visitatori per ammirare le   incredibile architetture di ghiaccio alte come interi palazzi alcune di fantasia altre   che riecheggiano edifici artistici da tutti i continenti. Quest’anno si potrà vedere anche una porzione del Colosseo romano e la facciata del Duomo di Milano. L’idea della scultura che rappresenterà l’Accademia Albertina a questo concorso è una alta scala a gradini che si affaccia su una finestra aperta e sarà intitolata “Una finestra verso il futuro”. Realizzata con blocchi di ghiaccio provenienti dal fiume della città, impegna i realizzatori in una   performance   non solo artistica ma anche fisica per via del lavoro svolto all’aperto con temperature proibitive. La città di Harbin vanta anche un accordo di cooperazione con la Città di Torino da diversi anni.

 

TORINO, CIRCOLO DEGLI ARTISTI: 157° MOSTRA SOCIALE

Circolo degli Artisti di Torino – Giardiniera Reale – Giardini Reali

C.so San Maurizio 6 – 10124 – Torino

11/24 gennaio 2019

Fondato nel 1847 da un gruppo di artisti, letterati ed aristocratici appassionati d’arte, il Circolo degli Artisti ha segnato la vita culturale della città nel corso di oltre 170 anni di storia. Tra i suoi soci sono passati i più bei nomi dell’arte subalpina e non solo; Avondo espose ininterrottamente dal 1863 al 1906; Bistolfi dal 1883 al 1888  e poi alla 66° Esposizione nel 1925, quando presentò il bozzetto per il monumento a Garibaldi a Savona; Davide Calandra dal 1880 al 1890; Delleani dall’inizio del 1908 alla sua morte; Ferro dal 1901 al 1933; Fontanesi dal 19 all’81; Giacomo Grosso presentò opere dal 1881, quando era appena ventenne, fino alla morte nel 1938; Michelangelo Monti dal 1912 al 1944. Questa è solo una parte dei grandi nomi che si sono legati alla storia del Circolo degli Artisti, senza contare i più recenti e contemporanei. Impossibile ricordare le numerosissime mostre personali dei singoli artisti, pittori, scultori, fotografi, incisori e scenografi, che in questo lungo periodo si sono intercalati anche  nelle tradizionali esposizioni collettive annuali. Ancora oggi la creatività continua ad animarne la programmazione artistica e culturale, celebrata nello scorso 2017 con i 170 anni dalla fondazione e nel 2018 con i 160 anni a palazzo Graneri della Roccia, sua sede storica.

Un radicale cambiamento è stato operato negli ultimi mesi con il trasloco in una nuova sede, a pochi passi dalla storica e sempre contestualizzata nel centro di Torino. Battezzata dagli Artisti in “Giardiniera Reale”, non l’antipasto piemontese ma il nuovo ciabot del Circolo, si trova ora in quella che era la casa del capo giardiniere di Palazzo reale ed ha tutte le caratteristiche per diventare luogo di incontro tra artisti, pittori, musicisti, attori o letterati, così come nella tradizione del Circolo, grazie a nuove ed interessantissime iniziative, promosse anche da giovanissimi iscritti.

A causa degli ultimi lavori di riallestimento seguiti al trasloco, le nuove sale espositive non sono ancora pronte ad ospitare la Sociale, che tuttavia, verrà accolta dalla presidenza della Camera di Commercio di Torino, nel settecentesco palazzo Birago di Borgaro in via Carlo Alberto 16.

 

Artisti in mostra:

  1. BARBIER MARINA – “Bevendo tè”
  2. BERTA PIETRO –  “Riflessioni mattutine”
  3. BERTAGLIA LUCINA (IAIA) – “L’agguato”
  4. BETTA CASALE ANGELA – “Il cavaliere delle ombre”
  5. BORGARELLI ANNA – “Luce e riflessi a Mallorca”
  6. BORRA VILMA – “Giostre a S. Caterina – Novi Ligure
  7. BRAGGIO GIAN LUIGI – “Happiness Garden64 (Le tre grazie ispirate da Antonio Zucchi)
  8. BRANGERO GIANPAOLO – “Verso la luce”
  9. BRUNO DANIELA – “Scorcio a Burano”
  10. CAFFARATTI PATRIZIA – “Primavera”
  11. CAPELLO MEA – Senza titolo
  12. CARUSO MIRELLA – “Il suono dei colori”
  13. CHIRONE GUGLIEMINETTI MARIELL – “Prigione” Omaggio a Michelangelo
  14. CIOBANU MARIUT PAULA – “Fantasia di colori”
  15. COSENZA ERNESTO – “Natur Art… monumenti”
  16. CRAVERO GIAN – “Gatto danzante”
  17. CROSIO MARIELLA – “Nero”
  18. CUCCO – “Intimità familiare”
  19. CUCCO VIONE – “Ritrovarsi”
  20. CUMANI PAOLO – “Ritratto di Benedetta”
  21. DELL’ANGELO SANDRA – “The English Grey Hound”
  22. DEPAOLI GIANNI LORENZO – “Silence Kills”
  23. DESTEFANIS MARA – “Sculture”
  24. DIANA MASSIMO – Via Guglielminetti,solo con la luna”
  25. D’URSO SILVANA – “Il guardiano”
  26. FRANCESCHINI MARIA TERESA – “Fenicotteri”
  27. GAJ AMALIA – “Sacra di San Michele “
  28. GASPARIN GIANCARLO ALEARDO – “Ritratto di Noemi”
  29. GIORDA ADRIANA – “Ballerine”
  30. GIORZA VIRGILIO – “Ricordando Gandhi”
  31. ICARDI CARLA – “Saona”
  32. INVERSI TIZIANA – “Non siamo soli”
  33. KELLER GUGLIELMO – “I giocatori di carte” Cezanne –Elab. pittorica auto stereoscopica
  34. LO BUE ROSA MARIA – “Mi manchi”
  35. LUBATTI STEFANIA – “Marina astratta”
  36. MABELLINI DAVIDE – “ Pes Koi”
  37. MANTOVANI ELDA –  “Laura che legge”
  38. MAROGLIO ISABELLA – “Sorelle”
  39. MASSAROTTO LORELLA – “Interno di Magritte, serie Wunderkammer”
  40. MASTRANGELO CLARA – “Bambina Kenyota”
  41. MIGLIOTTI CELESTINA – “Il gatto e la farfalla”
  42. MURLO FRANCESCO – “Le radici profonde”
  43. PISTONE LUCIANA – “Ombre e luci”
  44. POGLIANI LUIGI -“Berbero”
  45. REVIGLIO PAOLA – “Contadina russa”
  46. RIVA ROBERTA – “Casa rosa di Quarto”
  47. RIZZO VENERE – “Underwatwer”
  48. ROMANO ROSANNA – “Afrodite CNIDE, in onore a Salvador Dalì”
  49. ROSATO GERARDO – “Sottovuoto”
  50. ROSSO ANGELA – “Infinito”
  51. RUSSO ANNA MARIA – “Autoritratto”
  52. SANALITRO BEATRICE – “A pelo d’acqua”
  53. SCALERANDI ALESSIO – “Roaring nineteen”
  54. SCAVINO ADELAIDE – “Le scarpe della sposa”
  55. SCIARRILLO ANNA – “Notti parigine”
  56. SPINAPOLICE CIRO – “Non so dove vivono gli angeli”
  57. TAMIETTO ROSEUGENIA – “Il silenzio”
  58. TAMMARO ANTIDA – “Blu whale”
  59. TESIO WALTER – “Rosso al Valentino”
  60. UBERTI ELIO – “ In onore a Salvador Dalì”
  61. UDOVICICH PICCOLI TULLIA – “…e lei va di là”
  62. VALLE MARISA – “Scorcio della Mole dai Giardini Reali”
  63. VERCELLOTTI ROSETTA – 67 B equilibrio
  64. VIALE SUSANNA – “Donna matematica”
  65. VIGLIONE RAUL – “Interno controluce”
  66. VOTTERO VIUTRELLA ROSANNA – “Guardando n° 8”
  67. ZACCARIA ANNA – “Rintocchi di suoni universali”
  68. ZARA ELISABETTA – “Graphic Streets”

 

Testo critico:

Angelo MISTRANGELO, Gian Giorgio MASSARA

Organizzazione:

CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO

C.so San Maurizio 6 – 10124 Torino

Tel 011 8128718

E-mail segreteriacircoloartisti@yahoo.it

Web www.circolodegliartistitorino.it

INAUGURAZIONELIBERA Venerdì 11 gennaio 2019 – ore 18.00

CATALOGO IN MOSTRA

APERTURA. Dal 14 al 24 gennaio 209, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 17:30 in orario di apertura degli uffici

 

CIRCOLO DEI LETTORI, PRESENTAZIONE LIBRO “BLOODY TWENTY-SEVEN” DI MIRELLA BERARDINO

Lunedì 14 gennaio 2019 alle ore 21 presso il Circolo dei Lettori di Torino in Via Bogino 9, presentazione del libro di Mirella Berardino “Bloody Twenty-Seven” ovvero “Muore giovane chi è caro agli dei”. Genesi Editrice. Con l’autrice saranno presenti Giorgio Rizzi e Sandro Gros-Pietro