Asti- I nomi dei migranti morti in mare letti in piazza San Secondo: il flash mob “Non ti allarmare fratello mio”
“Non ti allarmare fratello mio, dimmi, non sono forse tuo fratello? Perché non chiedi notizie di me? È davvero così bello vivere da soli se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?”
Sono le parole trovate nel portafogli di Tesfalidet Tesfom, migrante eritreo morto a Pozzallo, subito dopo essere sbarcato dalla nave Proactiva della Ong Open Arms, stremato dalle torture subite in Libia.
Dall’incipit della sua poesia il Comitato Welcoming Europe di Asti ha preso spunto per l‘iniziativa svoltasi ieri, sabato 2 febbraio, in piazza San Secondo. Un flash mob e una staffetta tra 70 “lettori” volontari che, nonostante le cattive condizioni atmosferiche, dalle 15 alle 18 hanno letto ad alta voce i nomi delle vittime (si stimano circa 35.000) che in questi anni hanno tentato di attraversare il Mediterraneo.
In terra sono state lasciate tante piccole barchette di carta, quelle che facevamo a scuola da bambini e che continuano a fare tutti i bambini del mondo, a simboleggiare le tante barche a cui i migranti affidano il loro destino e che spesso finiscono in fondo al mare.
Il Comitato di Welcoming Europe di Asti è nato dall’unione delle forze di persone, associazioni ed enti, che hanno organizzato localmente il progetto “Welcoming Europe – Per un’Europa che accoglie”. Hanno aderito: ACLI Asti, Caritas Asti. Ufficio Diocesano Pastorale Migranti Asti, Migrantes Asti, Libera Asti, Arci Asti Langhe Roero, Legambiente Asti, Centro Missionario Diocesano di Asti, Tempi di fraternità onlus-Asti, Noix De Kola, Associazione Incontri Asiap Asti, Coordinamento Asti Est, Casa del Popolo – A Sinistra Asti, Love is Love – Associazione LGBT Asti, Find The Cure Italia Onlus, Piam Onlus Asti, Centro San Secondo, Associazione DI-SVI, Cittadinanzattiva Asti, Ass. vol. Ananse.
Durante l’iniziativa è stata sottoposta ai partecipanti la possibilità di firmare una proposta di legge per chiedere di decriminalizzare l’aiuto umanitario, creare canali d’ingresso sicuri per i rifugiati e di tutelare tutte le vittime di abusi.
E’ possibile firmare anche su https://tinyurl.com/WEfirma
Carmela Pagnotta