Salone del Libro- La casa editrice di Casa Pound esclusa su richiesta di Appendino e Chiamparino

A poche ore dall’inaugurazione ufficiale della 32° edizione, il Salone del Libro rescinde il contratto con la casa editrice di riferimento di Casa Pound. Il clamore per le dichiarazione dell’editore, dopo le polemiche suscitate per la sua presenza tra gli espositori, hanno mosso la sindaca Appendino e il presidente della Regione Chiamparino a chiedere agli organizzatori del Salone di escludere la casa editrice.

Francesco Polacchi, aveva nei giorni scorsi, risposto alle critiche arrivate dalla comunitĂ  ebraica e da molti scrittori che si erano autoesclusi dal Salone, con commenti inneggianti al fascismo e scagliandosi contro l’antifascismo, “vero male del Paese”. Da qui un esposto alla Procura per il reato di apologia del fascismo. La decisione ultima dell’estromissione è stata presa dallo staff del Salone del Libro che ha dato corso alla richiesta di Comune e Regione.

Nel centenario della nascita di Primo Levi – si legge nel comunicato congiunto di Appendino, Chiamparino e Salone – la XXXII edizione del Salone del Libro ha presentato un programma culturale improntato ai valori di pace, accoglienza e ripudio di ogni fascismo, ogni odio etnico e razziale.La casa editrice Altaforte, vicina a idee in odore di fascismo, ha acquistato uno stand che ha subito scatenato le reazioni sdegnate di scrittori, intellettuali, editori, lettori, e una parte consistente della comunitĂ  che ogni anno si raccoglie intorno al Salone.

Anche molti espositori destinati a condividere lo spazio con lo stand della casa editrice Altaforte hanno espresso grande turbamento e perplessitĂ .

Inizialmente abbiamo fatto prevalere le ragioni della contrattualistica privata, ma a fronte di un crescendo di esternazioni fatte dagli animatori della casa editrice Altaforte, alcuni dei quali si definiscono militanti di Casa Pound, esternazioni che hanno turbato e offeso ancora di piĂą i valori intorno a cui si riconosce la comunitĂ  del Salone del Libro, abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica.

A fronte dell’esposto sono arrivate dichiarazioni ancora piĂą provocatorie da parte degli animatori della casa editrice Altaforte.

In seguito a tutto questo Halina Birenbaum, testimone attiva dell’Olocausto, invitata dal comitato editoriale a tenere una lezione agli studenti inserita nel programma del Salone, quest’oggi ha dichiarato che non avrebbe fatto ingresso al Lingotto se la casa editrice Altaforte avesse avuto uno stand al Salone del Libro, e avrebbe tenuto la sua lezione fuori dal Salone, recando tra l’altro al Salone del Libro e alla cittĂ  di Torino un grave danno d’immagine. Tra le ragioni di una testimone attiva dell’Olocausto e quelle di Altaforte, facciamo prevalere le prime, ricordando che Torino è insignita della medaglia d’Oro al valor Militare per la Resistenza contro il nazifascismo.

Per tutte queste ragioni chiediamo all’associazione Torino, la CittĂ  del Libro, alla Fondazione Circolo dei Lettori, al Comitato d’Indirizzo del Salone Internazionale del Libro di Torino, e conseguentemente al Salone Libro srl, di revocare l’ammissione alla casa editrice Altaforte e la conseguente assegnazione degli spazi”.

Carmela Pagnotta