PIEMONTE ARTE: VIGLIATURO, TERRAZZE MARTINI DI PESSIONE, CARMAGNOLA, RINASCIMENTO, PINEROLO, MONCALIERI, VERCELLI, CUNEO, BUSCA…
SILVIO VIGLIATURO IN POLONIA CON LA MOSTRA “FATTI DI LUCE”
Sculture in vetro e dipinti al Muzeum Karkonoskie di Jelenia Góra, Polonia
15 giugno – 31 agosto 2019
A tre anni dalla sua partecipazione quale unico rappresentante dell’importante tradizione dell’arte italiana del vetro allo European Glass Festival di Wroclaw, Capitale Europea della Cultura 2016, l’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo ritorna in Polonia. A partire da sabato 15 giugno il Muzeum Karkonoskie di Jelenia Góra, che custodisce una della più importanti collezioni di arte del vetro storica e contemporanea d’Europa, ospiterà una collezione di trenta opere, tra sculture in vetro e dipinti, rappresentativa della produzione più recente dell’artista. Le sale del museo faranno da palcoscenico alle variopinte e coinvolgenti narrazioni a cui Vigliaturo da vita attraverso le sue opere, imbastendo scene i cui protagonisti sono i maestosi personaggi di vetro che lo hanno reso famoso nel mondo. Lo spettatore si troverà a tu per tu con alcune delle tematiche più significative della poetica dell’artista – la Maternità, Angeli & Diavoli, L’inganno, i Generali, la Musica – personificate in sinuose creazioni in vetro di oltre due metri d’altezza, che catturano lo sguardo grazie alla maestria dell’artista nel far interagire alla perfezione le cromie accese e la luce, sfruttando la naturale trasparenza della materia. Le sculture si intervalleranno ai vorticosi dipinti a olio, che testimoniano della destrezza di un segno netto che intesse trame e volumi, coniugando sapientemente astrazione e figurazione, e disegnando gli spazi geometrici abitati da colori accesi e brillanti. Il Muzeum Karkonoskie di Jelenia Góra, città situata al confine con Repubblica Ceca e Germania, custodisce la più importante collezione di arte del vetro storica e contemporanea della Polonia, nonché una delle più importanti d’Europa, e, per la prima volta, con la mostra Fatti di luce dedica i suoi spazi a uno dei più noti rappresentati del vetro contemporaneo italiano a livello internazionale. Nell’autunno del 2019, la mostra Fatti di luce verrà riproposta al Glass Heritage Centre di Krosno, nel sud della Polonia.
FATTI DI LUCE. Sulture in vetro e dipinti di Silvio Vigliaturo in Polonia
Muzeum Karkonoskie, Jelenia Góra, Plonia
Curatore: Gabriela Zawila, Edyta Patro
dal 15 giugno al 31 agosto 2019
Vernissage: sabato 15 giugno, ore 16
PESSIONE, MOSTRA FOTOGRAFICA ALLE TERRAZZE MARTINI
Nella palazzina storica Martini & Rossi risiede Casa Martini, che ha alle spalle oltre 150 anni di storia tra lo stabilimento produttivo del “Martini”, e la casa della famiglia Rossi di Montelera. Situata a Pessione di Chieri, in provincia di Torino, oggi museo e luogo d’incontri ed eventi, è stata fondata da Alessandro Martini e Luigi Rossi nel 1863. Fino al prossimo 26 agosto il fascino intramontabile delle Terrazze Martini, luogo di bellezza, mondanità caro a italiani e stranieri, rivive attraverso una nuova mostra fotografica. Le Terrazze realizzate dall’azienda negli Anni Sessanta erano otto, e la prima si trovava a Parigi. Questa nuova idea di “incontro mondano” semplice fu un successo, anche a livello internazionale. La mostra, pertanto, organizzata da Casa Martini e Archivio Storico Martini & Rossi, con il patrocinio di Città di Chieri, Anai Gruppo Italiano Archivisti di Impresa, Museimpresa, e con la collaborazione di Associazione Abbonamento Musei e Turismo Torino e Provincia, presenta oltre 300 immagini soprattutto di cantanti, attori, artisti, politici, e imprenditori.
I SEGNI DEL SACRO. PILONI, CAPPELLE E IMMAGINI VOTIVE A CARMAGNOLA
10 – 23 giugno 2019
Fino al 23 giugno sarà allestita presso gli spazi comunali del primo piano un’esposizione intitolata “I SEGNI DEL SACRO. Piloni, cappelle e immagini votive a Carmagnola”, a cura dell’Associazione MuseInsieme, grazie al sostegno dell’Opera Cavalli, della Fondazione di Comunità e al contributo di Compagnia di San Paolo, con il patrocinio del Comune di Carmagnola. Il progetto ha portato al censimento e alla schedatura di oltre trecento tra piloni, cappelle campestri e immagini votive presenti sul territorio carmagnolese, di cui è stata estrapolata una campionatura di ventuno beni utili a comprendere questa interessante testimonianza di devozione popolare. Ciascuna di queste manifestazioni custodisce storie ed esperienze umane, talvolta drammatiche, quasi sempre commoventi, che meritano di essere conosciute e conservate. Si tratta forse della parte più autentica del nostro patrimonio culturale, ma anche la più fragile, poiché sottovalutata, quindi trascurata e sempre a rischio di scomparire. Per questo deve essere difesa e valorizzata in modo degno, non solo contrastando lo sfumare della memoria, ma più praticamente, arginando il degrado continuo dei beni, le sparizioni, le mani di intonaco sugli affreschi, i restauri improvvisati e deleteri. L’obiettivo del progetto è quello di fissare la situazione e richiamare su di essa l’attenzione di studiosi e autorità competenti. Il progetto comprende anche la mostra “Angeli e Santi. Arte e devozione popolare nei fogli della raccolta Rondani”, allestita presso il Museo Tipografico Rondani, dove si conservano oltre 400 fogli devozionali databili tra i primi decenni del Settecento e la metà dell’Ottocento, stampati tra Torino, Saluzzo e Carmagnola. Sono i cosiddetti “sonetti”, intitolati a un Santo, alla Madonna o a Cristo, e quasi sempre illustrati in xilografia, documenti preziosi che ci dicono molto delle confraternite religiose e delle corporazioni di mestiere operanti sul nostro territorio.
PALAZZO MADAMA: L’ITALIA DEL RINASCIMENTO. LO SPLENDORE DELLA MAIOLICA
Palazzo Madama – Sala Senato
Piazza Castello – Torino
13 giugno – 14 ottobre 2019
La mostra L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica, allestita nella Sala del Senato di Palazzo Madama dal 13 giugno al 14 ottobre 2019, presenta un insieme eccezionale di maioliche rinascimentali prodotte dalle più prestigiose manifatture italiane, riunendo per la prima volta oltre 200 capolavori provenienti da collezioni private tra le più importanti al mondo e dalle raccolte di Palazzo Madama. L’affascinante storia della maiolica italiana nella sua età dell’oro, dalla metà del 1400 alla seconda metà del 1500, viene narrata a Torino da un curatore d’eccezione, lo storico dell’arte Timothy Wilson, in collaborazione con Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama per le Arti decorative. Wilson, attualmente conservatore onorario dell’Ashmolean Museum di Oxford, è tra i massimi esperti di maiolica del Rinascimento e a lui si devono i cataloghi sistematici delle raccolte del British Museum di Londra, del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Victoria in Australia e dell’Ashmolean Museum di Oxford. La mostra si apre in Camera delle Guardie con una grande vetrina, che evoca il mobile protagonista della sala da pranzo rinascimentale, la credenza, dove le raffinate maioliche erano esposte sia per essere ammirate sia per servire all’apparecchiatura della tavola. Si entra poi nella Sala del Senato dove il percorso si snoda attraverso i principali centri produttori di maiolica in Italia, come Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venezia, Castelli e Torino, e si sofferma sulle caratteristiche della decorazione e sui principali artisti, tra i quali Nicola da Urbino e Francesco Xanto Avelli. La mostra prosegue illustrando l’ampia varietà di temi riprodotti sulla maiolica istoriata, che, oltre ai soggetti religiosi, vede riccamente rappresentati soggetti profani, tratti dalla storia antica e dalla mitologia, o riguardanti la vita affettiva, come i temi amorosi, o lo status sociale dei committenti, come i servizi araldici. Le fonti grafiche di questa pittura di storie derivano dai repertori di incisioni che circolavano nelle botteghe dei maiolicari e che erano il tramite per riprodurre su scala ridotta e per una visione domestica le più celebri invenzioni dei grandi pittori dell’epoca. Tra il 1400 e il 1500 si amplia e si differenzia l’uso delle maioliche nella vita sociale. Nell’arredamento della casa italiana, in particolare nelle residenze di campagna, le maioliche istoriate venivano esposte sulle credenze ma anche usate sulle tavole e potevano essere offerte come doni in occasioni quali il matrimonio e la nascita. Piccole sculture, che talvolta mascheravano la funzione di calamai o fontane, erano usate a scopo decorativo negli interni privati. Particolarmente fiorente divenne l’uso della maiolica nei corredi da farmacia, commissionati in genere da istituzioni religiose. Il percorso si conclude con una serie di capolavori, collocati in singole vetrine: una coppia di albarelli di Domenigo da Venezia, un grande rinfrescatoio di Urbino e la brocca in porcellana medicea di Palazzo Madama, eccezionale esemplare della prima imitazione europea della porcellana cinese, realizzato da maiolicari di Urbino che lavoravano a Firenze alla corte di Francesco I de’ Medici. La maiolica è tra le poche forme d’arte del Rinascimento che hanno conservato in modo perfetto i colori originari di quando furono realizzate. La tecnica consiste nel rivestire di uno smalto bianco opaco a base di stagno la superficie di oggetti in terracotta e nel dipingervi sopra con ossidi metallici, che virano in brillanti colori dopo la cottura: dal cobalto si ricava il blu, dal rame il verde, dal ferro l’arancio o l’ocra, dall’antimonio il giallo, dal manganese il porpora o marrone e dallo stagno il bianco. Ha lontane origini islamiche e giunse in Europa con la conquista musulmana della penisola iberica nell’VIII secolo, impreziosita con il lustro, che consentiva di ottenere il colore dell’oro o del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. La maiolica ispanomoresca, esportata con successo in tutta Europa, influenzò gli sviluppi dell’arte ceramica in Italia, praticata in numerosi centri della Toscana, dell’Emilia, delle Marche e dell’Umbria. Con grande inventiva i ceramisti italiani innovarono la tradizione islamica contaminandola con motivi ispirati al repertorio gotico e rinascimentale e altri derivanti dalle porcellane cinesi. La novità assoluta, nata nelle botteghe dei ceramisti italiani, fu l’istoriato, ovvero la colorata pittura di storie sopra la superficie bianca della ceramica. Il rappresentare in maiolica temi di storia sacra e profana, religiosi, mitologici, amorosi, con lo scopo di ornare la dimora signorile è, infatti, una peculiarità tipicamente italiana, che si sviluppa dalla fine del 1400 soprattutto in città del centro Italia, come Pesaro, Deruta, Faenza, Gubbio, Casteldurante e Urbino. La maiolica istoriata, pur rappresentando solo una minima parte della produzione ceramica italiana, si è conservata nel tempo grazie al suo prestigio e all’interesse che ha saputo suscitare nei collezionisti di ogni epoca. A margine della mostra verrà organizzato un convegno internazionale dal titolo Il collezionismo fa grandi i musei che si terrà nelle sedi di Palazzo Madama e del Palazzo dei Musei di Varallo Sesia nei giorni 16 e 17 settembre 2019.
TORINO, FONDAZIONE MERZ: METEORITE IN GIARDINO 12
Rassegna di arte e musica
14|19|27 giugno e 4 luglio 2019 ore 21.30
a cura di Maria Centonze e Willy Merz
Fondazione Merz, Via Limone 24 Torino
Ingresso gratuito
con Sergio Azzolini | Michele Tiberio | Invernomuto | Alessandro Librio | Diego Chenna | Diego Cantalupi | Francesco Galligioni | Hernán Pitto Bellocchio | Enrico Bronzi | Francesca Sperandeo
La dodicesima edizione della rassegna di arte visiva e musica “Meteorite in Giardino” a cura di Maria Centonze e Willy Merz comprende, a partire dal 14 giugno, quattro appuntamenti che si svolgono negli spazi esterni della Fondazione Merz. Il ciclo di eventi, che prende nome dal titolo di un’opera di Mario Merz del 1976, vede quest’anno protagonisti prestigiosi artisti visivi e importanti interpreti musicali. La prima serata, 14 giugno, vede protagonisti l’artista Michele Tiberio e i musicisti Sergio Azzolini, Diego Chenna, Diego Cantalupi e Francesco Galligioni. L’opera di Michele Tiberio Indivisibile sei dall’ombra, a meno che di notte, a meno che sott’acqua è un’installazione e un orologio solare, un dispositivo millenario che permette di misurare e contemplare il fluire del tempo. L’artista, ispirandosi al romanzo Moby Dick di Herman Melville, riflette in maniera intima sulla solitudine, sull’incertezza del viaggio, sullo scorrere del tempo, e sui cambiamenti che queste esperienze possono provocare nel profondo dell’animo umano. Il programma musicale segnerà anch’esso lo scorrere del tempo, attraverso stili ed epoche musicali diversi, dal Barocco alla musica contemporanea. Un viaggio affidato ad eccellenze del panorama europeo, per scoprire uno strumento, il fagotto, dalle grandi possibilità espressive e dalle ricche sfaccettature non così conosciute nel panorama concertistico. L’appuntamento del 19 giugno è interamente dedicato all’artista e musicista Alessandro Librio che esegue una performance dal vivo, connessa all’installazione video-sonora Zefir-0 per pattini a rotelle, quartetto d’archi e vento. Il lavoro è l’esito di una ricerca portata avanti dall’artista dal 2012 e volta a studiare la possibile interazione tra suono e natura. I pattini a rotelle microfonati e gli strumenti ad arco (2 violini, 1 viola e 1 violoncello), suonati tramite la velocità e pressione del vento, avranno quattro accordature differenti pensate appositamente per l’esecuzione della partitura, eseguita all’interno di una pista da pattinaggio professionale, anch’essa microfonata. La serata del 27 giugno è affidata agli artisti Invernomuto, duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, con una sessione di Black Med, un progetto di ricerca in fieri e una piattaforma online creata dagli artisti. Punto di partenza dell’intero lavoro è il Mar Mediterraneo, un tempo percepito come un’entità capace di aprire a scambi e comunicazioni, e diventato oggi lo scenario di accesi contrasti geopolitici, zona critica, campo di battaglia tra identità sempre più complesse. Basandosi sulla reinterpretazione della studiosa Alessandra Di Maio della teoria del “Black Atlantic” e applicata al Mediterraneo, Black Med prova a intercettare le traiettorie sonore che ne attraversano l’area. La sessione di questa serata è composta da un DJ set e una serie di slide proiettate e contenenti spunti teorici e approfondimenti dei brani suonati; esplora diverse possibilità di movimento del suono, toccando argomenti quali l’utilizzo alternativo delle tecnologie, migrazioni, periferie e comunicazione inter-specie. Protagonisti dell’ultimo appuntamento, 4 luglio, sono l’artista di origine cilena, Hernán Pitto Bellocchio con l’installazione Host Specific e i musicisti Enrico Bronzi, violoncello e Francesca Sperandeo, pianoforte. L’opera di Hernán Pitto Bellocchio rievoca elementi naturali, e in particolare le foreste del sud del Cile con i suoi alberi millenari.
L’installazione è costituita da un moltiplicarsi di fili d’acciaio che generano una rete di infinite comunicazioni, con una struttura che riprende la forma di una pianta rampicante nell’aria.
In questo modo l’opera diventa una sorta di organismo di fibre delicate tra la terra e il cielo, un apparato radicale che si appropria progressivamente degli ambienti esterni della Fondazione.
Immerso tra le connessioni dell’opera di Pitto Bellocchio, Enrico Bronzi, violoncellista da tempo presente nelle più importanti scene musicali, cerca di condurre il pubblico, insieme al pianoforte di Francesca Sperandeo, attraverso le trame musicali di due opere fondamentali, quali le Sonate di Debussy e Prokofev.
PROGRAMMA
14 giugno ore 21.30
Michele Tiberio “Indivisibile sei dall’ombra, a meno che di notte, a meno che sott’acqua”
Sergio Azzolini, fagotto – Diego Chenna, fagotto – Diego Cantalupi, tiorba – Francesco Galligioni, violoncello
19 giugno ore 21.30
Alessandro Librio “Zefir-0”
27 giugno ore 21.30
Invernomuto “Black Med”
4 luglio ore 21.30
Hernán Pitto Bellocchio “Host specific”
Enrico Bronzi, violoncello – Francesca Sperandeo, pianoforte
AL MUSEP DI PINEROLO LA MOSTRA “DOVE TUTTO È PIETRA”
Si è inaugurata sabato 8 giugno alle 18 e sarà visitabile sino a domenica 28 luglio a Palazzo Vittone a Pinerolo la mostra “Dove tutto è pietra”, ideata e realizzata dal Centro arti e tradizioni popolari del Pinerolese e presentata nell’ambito delle attività del MUSEP, il Museo Civico Etnografico del Pinerolese. La mostra scaturisce da una ricerca dello storico Gian Vittorio Avondo sulle lavorazioni e sui diversi usi delle pietre delle Alpi. All’allestimento hanno collaborato Ezio Giaj, Alessandra Maritano e il gruppo di lavoro dell’associazione e del museo. Nella preparazione dei pannelli si è fatto un ampio ricorso alle immagini che illustrano architettura, storia, arte, mestieri e curiosità del mondo alpino della pietra, partendo dal Neolitico e giungendo al XXI secolo. Da 5.000 anni la pietra è una materia prima fondamentale nella costruzione di strutture e opere murarie e nella fabbricazione di utensili come le macine e i rulli per spianare il terreno: manufatti che sono serviti e servono ancora per ripararsi dalle intemperie, fortificarsi, coltivare, lastricare le strade o portare l’acqua ai villaggi. Insieme al legno, la pietra ha rappresentato per secoli l’unico materiale con cui l’uomo ha realizzato le sue opere e i suoi attrezzi. Di quelle opere e di quegli attrezzi la mostra vuole perpetuare la memoria, a pochi mesi dalla richiesta da parte di otto Paesi europei – Italia, Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera – del riconoscimento dell’arte della pietra a secco e della pratica rurale dei muretti a secco quale Patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’UNESCO. La sapienza nell’accatastare le pietre l’una sull’altra senza l’utilizzo di altri materiali esprime la relazione armoniosa fra l’uomo e la natura da un lato, ma anche la fatica, la povertà e la lotta per superare l’arretratezza di tante comunità montane e rurali del Vecchio Continente. Oggi è in pericolo un immenso patrimonio di manufatti in pietra a secco, per molto tempo dimenticati come retaggio di un passato da superare senza rimpianti. Molti di quei manufatti sono andati distrutti a causa dell’assenza di manutenzione, del degrado, dello spopolamento delle vallate e delle campagne. Grazie alle collaborazioni con il ricercatore Mauro Cinquetti al MUSEP sono anche esposti esemplari di rocce ofiolitiche del Monviso, mentre Giorgio Damiano ha messo a disposizione una campionatura della sua collezione di minerali provenienti da tutto il mondo edEraldo Quero espone i suoi modelli di coperture con le lose e un arco.
La mostra è visitabile gratuitamente fino a domenica 28 luglio, il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, la domenica dalle 10,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18. Per informazioni si può telefonare al MUSEP al numero 335-5922571.
PALAZZO MADAMA: LA LUNA DI GIOVANNI PLANA. CONFERENZA SULL’ASTRONOMO PIEMONTESE CON OSSERVAZIONE DELLA LUNA AL TELESCOPIO
Venerdì 14 giugno 2019
ore 20.30
Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti
Piazza Castello – Torino
La sera del 14 giugno, a partire dalle ore 20.30, Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio, in collaborazione con Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e con l’Accademia delle Scienze di Torino, organizza un evento in onore dell’astronomo piemontese Giovanni Plana (1781 – 1864). Vissuto nel XIX secolo, lo scienziato è stato docente di Astronomia all’Università di Torino e ha dedicato molti dei suoi studi alla Luna. All’interno della Cappella dei Mercanti di Torino è custodito il Calendario Meccanico Universale, considerato da molti come il primo computer mai costruito, che, grazie a un sistema molto ingegnoso e preciso, permette di ricavare informazioni riguardanti lunazioni e maree ed è in grado di identificare un giorno qualunque dall’anno 1 fino al 4000. A lui si deve la fondazione dell’Osservatorio Astronomico torinese, che oggi ha sede a Pino Torinese, posizionato ai tempi di Plana su una delle torri romane di Palazzo Madama, proprio nel centro di Torino, e diretto dallo stesso scienziato per oltre cinquant’anni. Proprio all’interno di Palazzo Madama, nel Gran Salone dei Ricevimenti, Attilio Ferrari (Università degli Studi di Torino), Livia Giacardi (Accademia delle Scienze di Torino) e Alberto Conte (Accademia delle Scienze di Torino) coinvolgeranno il pubblico raccontando gli studi e le scoperte dell’astronomo piemontese e l’affascinante intreccio storico e scientifico che lega la Luna al nostro territorio, a Torino e al Piemonte, in un percorso tra storia, scienza e tecnologia. A conclusione della serata sarà possibile, in caso di bel tempo, osservare la Luna dalla torre panoramica di Palazzo Madama attraverso un telescopio, guidati dal team di #seguilaluna. La torre da cui verrà condotta l’osservazione ha una capienza limitata e sarà accessibile solo alle prime 65 persone prenotate.
INFO
Ore 20.30 conferenza. Accesso a Palazzo Madama dalle ore 20.00 alle ore 20.30.
Osservazione della Luna dalle ore 22.00 alle ore 23.30 suddivisi in 3 gruppi.
L’evento è GRATUITO con prenotazione sulla piattaforma Eventbrite a partire dal 6 giugno 2019
MONCALIERI: PRIMO PREMIO ALLA CULTURA BEPPE CALOPRESTI
Due primi premi, due menzioni e un ringraziamento per la prima edizione del «Premio alla Cultura Beppe Calopresti» dedicato ad un «amico, galantuomo e persona speciale». La commissione giudicatrice si è riunita domenica, ultimo giorno della kermesse di arte, fashion e design, per scegliere il vincitore. A
formare la giuria il regista e presidente Mimmo Calopresti, l’assessore alla Cultura della Città di Moncalieri Laura Pompeo, il critico d’arte Angelo Mistrangelo, i collezionisti e patron della Conservatoria Pastis Antonino Minniti e Andrea Tortorella, con la presenza del presidente dell’associazione organizzatrice dell’evento, la Golfart, Pegi Limone. La commissione ha deciso di assegnare due primi premi assoluti e
due menzioni:
- Primo premio a Martina Discia, per una pittura tra sogno e
controllo di una realtà rivisitata; menzione speciale giuria ad Alessia Motta, per una ricerca tra scrittura e intensità emotiva
- Primo premio a Simona Caprioli e Francesco Gioacchini,
per una fotografia che esprime un disagio esistenziale; menzione
speciale giuria a Virginia Ambrosini per una serie di composizioni
dalla sottile resa poetica.
La commissione ringrazia inoltre il fotografo Franco Turcati per la disponibilità e la partecipazione con un corpus di scatti altamente significativi della realtà italiana degli anni ’60; e segnala inoltre la
qualità di tutte le opere presentate, che conferiscono un segno di indiscussa cultura nel panorama delle attuali ricerche espressive. I vincitori esporranno le proprie opere, per una mostra personale,
a dicembre negli spazi della Conserveria Pastis di piazza Emanuele Filiberto, a Torino
TORINO: IL MITO DELLE ROSSE, MOSTRA FOTOGRAFICA DI ENZO ISAIA
Al Leica Store Torino Enzo Isaia ci presenta la sua anima di fotografo pubblicitario proponendo una mostra molto singolare che, con pochi selezionati scatti, parla dell’Automobile icona per milioni di appassionati con il marchio più famoso al mondo: FERRARI, ambasciatore dell’eccellenza e del made in Italy, capace di creare in modo davvero unico sogni ed emozioni indescrivibili.
Isaia ha collaborato con la mitica azienda di Maranello dalla metà degli anni ottanta a tutti gli anni novanta, fotografando la maggior parte delle vetture stradali allora in produzione: dalla Testarossa alla F50, dalla 456 GTA alla 550 Maranello e tante altre ancora. Tutti i modelli, ad eccezione della Barchetta Touring Superleggera 166MM, sono frutto dello straordinario design di PININFARINA. Il Leica Store Torino presenta in prima assoluta un distillato della produzione Ferrari di Enzo: 16 stampe fotografiche f.to 70×50. Sono cinque totali vettura in BN e undici particolari a colori, senza alcuna indicazione per i modelli vettura: una scelta voluta per rendere più complicata e intrigante l’identificazione del modello di appartenenza, e per portare quasi inconsapevolmente l’osservatore a concentrarsi sulle linee, le curve, le luci, i sottogruppi: dettagli sublimi di opere d’arte emblema delle competenze e del saper fare italiano. La totalità degli scatti è stata realizzata con macchine fotografiche SINAR (del Gruppo Leitz) utilizzando l’amata/odiata pellicola che, come sanno gli appassionati di fotografia, non permetteva alcun errore; tutte le fotografie sono state scattate in teatro di posa, a parte una realizzata in Sardegna, e tutte sono state illuminate con proiettori a luce artificiale. Enzo Isaia, nato a Pordenone, dopo un percorso universitario presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, sceglie di dedicarsi interamente alla fotografia.
Specialista del settore pubblicitario, con particolare vocazione per i grandi still life – moto, automobili, autocarri, trattori, macchine movimento terra, treni, navi ed aerei – ha sempre coltivato spazi per ricerche personali su paesaggio, architettura, reportage e ritratto.
Numerose le esposizioni realizzate da Isaia anche in tali ambiti che hanno tra l’altro contribuito a rafforzare la collaborazione artistica tra il fotografo e Leica, come il successo della mostra itinerante “Noi Alpini” inaugurata allo Store Torino nel 2018.
Leica Store Torino
Via delle Rosine, 20c
Lunedì 14:00 – 19:00
Mar – Sab 11:00 – 19:00
Fino al 31 agosto 2019
VERCELLI: WAVES/0I/King Lear
Tragedia incompiuta per due corpi e una stanza: la paura e le bugie.
Performance e installazione di e con Max Bottino e Antonio Maria Porretti
In collaborazione con Casa d’Arte Viadeimercati di Vercelli.
Nel contesto della rassegna SHAKE! il prossimo sabato 8 giugno, presso la Casa d’Arte Viadeimercati di Vercelli (Via Morosone 3), dalle ore 17.00 alle ore 21.00, si terrà “WAVES/0I/King Lear, tragedia incompiuta per due corpi e una stanza: la paura e le bugie”, con performance e installazione di e con Max Bottino e Antonio Maria Porretti. Continuano così le iniziative di Casa d’Arte Viadeimercati con una dimensione culturale sempre più ampia, ricca e diversificata. In questo caso il lavoro teatrale che viene presentato si colloca nell’ambito del progetto ideato da Officina teatrale degli ANACOLETI, in condivisione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vercelli, che riunisce compagnie teatrali o associazioni di attori vercellesi con lo scopo di coinvolgere il pubblico in un panorama di creazioni e produzioni nate sul territorio che mettano in luce le diverse visioni del “fare teatro” nella loro specificità artistica. Ogni compagnia propone uno spettacolo di propria produzione ispirato all’elaborazione di un testo shakespeariano. Nel teatro shakespeariano le persone si radunavano in una sorta di piazza, dove mangiavano, bevevano e continuavano la loro vita assistendo al dramma. Pochi erano seduti, la maggioranza seguiva in piedi la narrazione, quasi partecipando fisicamente alla storia. Il Teatro era festa “drammatica”, ma anche Carnevale ed Epifania. Le vite reali del pubblico e le vite narrate dai personaggi si mescolavano nella ritualità popolare: il dramma disturbava la vita e il vivere corrompeva il dramma. Vita e narrazione si muovevano all’unisono e trascinavano con sé: verità, finzione, cibo, rumore, vita e poesia. Sul palco: gli attori e nessuna donna. Le madri, le regine, le assassine… le femmine erano maschere: uomini in bilico tra la loro natura e il personaggio.
Come scrivono gli organizzatori di questa singolare ed affascinante iniziativa presso Viadeimercati: “Le più grandi donne della storia del Teatro sono nate nella mente di un poeta e cresciute nel corpo di un uomo”.
Enzo De Paoli
CUNEO: MOSTRA “CON LO SGUARDO DI ICARO: MAPPE, GEOGRAFIE, PERCORSI”
Sabato 15 giugno 2019, alle ore 18.00, presso Palazzo Samone, via Amedeo Rossi 4, Cuneo, verrà inaugurata la mostra “Con lo sguardo di Icaro. Mappe, geografie, percorsi “ degli artisti Giovanni Buoso, Alessia Clema, Christian Costa, Claudio Diatto, Claudio Durando, Tiziano Ettorre, Rebecca Forster, Elio Garis, Guido Giordano, Marco Odello, Corrado Odifreddi, Marco Porta Promosso dalla associazione grandArte, in collaborazione con la casa editrice Primalpe e il settimanale La Guida, l’evento è patrocinato dalla Regione Piemonte, dalla Provincia e dalla Città di Cuneo, e si avvale del contributo della Fondazione CRC.
La mostra è organizzata da Giacomo Doglio e Massimiliano Cavallo ed è curata da Carla Bianco. In catalogo è presente un contributo di Fulvia Giacosa.
La mostra resterà aperta dal 15 giugno al 7 luglio 2019, con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica dalle 16.30 alle ore 19,30.
TORINO, TEATRO PAESANA: MOSTRA DI SIMONE BENEDETTO
13.06 – 4.07.2019 teatro paesana via bligny 2, torino
opening giovedì 13 giugno ore 18
Le generazioni venute al mondo nel nuovo millennio sono ridondantemente etichettate come “nate col telefono in mano”, sottintendendo una capacità innata nel destreggiarsi con i nuovi media tecnologici e una propensione a utilizzare gli stessi con tale facilità da risultare alla pari di un ormai vetusto gioco da tavolo. Queste circostanze tendono a dirigere i bambini verso un isolamento che per gli adulti non è così drastico. L’artista torinese – classe 1985 – fa di questa questione il fulcro del proprio lavoro, con lo scopo di trasmettere, attraverso la scultura, la realtà delle cose, sperando di risvegliare le coscienze di fronte ad un problema che col tempo sta diventando sempre più grande. Dal 13 giugno al 4 luglio 2019, queste sculture cercheranno di dialogare con i cittadini del capoluogo piemontese e con chiunque avrà la curiosità di visitare gli spazi espositivi del Teatro Paesana, in collaborazione con la Galleria davidepaludetto | artecontemporanea e con il castello di Rivara. Le opere esposte riassumono al meglio l’intensità del pensiero di Simone, rivelando una triste verità che vuole scoprire le carte di un gioco ormai da tempo ignorato e assecondato. Simone Benedetto si interroga sul peso reale degli elementi. Alla miniaturizzazione dei processi – immersiva ed infida forma di inserto nella memoria – Benedetto risponde con un gigantismo cavo e una prorompente innocenza da Teddy Bear, che appare più come un Godzilla. Alla facilità con cui è possibile reperire immagini e video dai contenuti violenti o pornografici da parte di bambini e ragazzi, Benedetto oppone i suoi orsetti giganti come guardiani, ma più che icone della difesa essi sono troll, intralcio, ostacoli piazzati davanti all’ingranaggio del flusso informativo divenuto inarrestabile. Sfumatura censoria, nascondimento dell’orizzonte visivo, attivatori di innocenza da vedersi come possibilità/opportunità di non sapere. L’opera di Benedetto, che pur risente di modelli importanti, da Claes Oldenburg a Jeff Koons, Paul McCarthy e Charles Ray su tutti, si manifesta dunque come una possibilità di giocare attraverso la sospensione dello sguardo. Gli elementi sulla pelle – le armi – esauriscono infatti il loro potenziale nel proprio doppio ludico-difensivo: la pelle dell’orso come luogo simbolico del passaggio. Una sintesi dell’essere tradotti nell’età adulta, proposta ad adulti affinché non sia sottaciuta la narrazione generazionale; il tutto all’interno di un processo di selezione che ha continuamente bisogno di immagini grandi per non cedere alla normalità schiacciante delle ‘immaginette’. Sofferta, esemplare, retroattiva: una pelle dell’orso da vendere cara. La serie Together Alone, invece, è qui presentata da un gruppo scultoreo composto da due bambini intenti a fare qualcosa con dei tablet alla mano– sta all’immaginazione del pubblico dedurre cosa sta scorrendo su quegli schermi immobili. Il bambino stante e la bambina seduta rievocano due ricorrenti situazioni in cui oggi è possibile osservare le nuove generazioni, ma quanto è da considerare normale tale immagine? Stereotipare tale condizione si è trasformata in prassi, anche se ai più anziani forse riporterà alla mente i vecchi tempi e le corse in giardino, dove la fantasia era l’unico “medium” a disposizione. L’ultima opera esposta ritrae un bambino-soldato che tiene nella mano destra un’arma da fuoco e nella sinistra, a penzoloni, un orsacchiotto di pezza. Zaino in spalla e cappellino in testa, questa figura sembra lottare interiormente tra un dovere e un piacere. Come l’antico detto recita “Prima il dovere e poi il piacere”, in questo caso viene da dubitare sulla possibilità di applicare tali parole, perché oltre ai doveri esistono anche i diritti e ogni bambino ha il diritto di crescere e di affrontare le tappe della vita secondo il giusto ordine.
SIMONE BENEDETTO
13.06 – 04.07.2019 Ingresso libero dal martedì alla domenica, dalle 16:00 alle 20:00
TEATRO PAESANA Via Bligny 2, Torino
BUSCA: AL ROCCOLO TORNA “CARTE DA DECIFRARE”
Al Roccolo di Busca torna “Carte da decifrare”, la rassegna di letteratura e musica ideata da Fondazione Artea. Per due venerdì e due sabati consecutivi, il 14, 15, 21 e 22 giugno, otto grandi artisti del panorama letterario e musicale italiano animeranno il Parco del Castello con le loro performance.
Dopo il successo del 2018 la rassegna “Carte da decifrare” torna a Busca, nella splendida cornice del Parco e Castello del Roccolo, per quattro imperdibili appuntamenti di letteratura e musica in una nuova veste scenica. Per due venerdì e due sabati consecutivi, il 14, 15, 21 e 22 giugno, dalle 19 alle 20.30, l’antico maniero ospita la nuova edizione della rassegna che vede scrittori e musicisti di fama nazionale unire la loro arte su un palco d’eccezione, immerso nel parco plurisecolare della dimora storica. L’iniziativa è ideata e organizzata dalla Fondazione Artea, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro, la Fondazione Circolo dei lettori e Fondazione Piemonte dal Vivo, sostenuta dal Comune di Busca e dall’Associazione Castello del Roccolo, con il contributo della Fondazione CRC e della Fondazione CRT.
Grande novità di quest’anno è la presenza della rassegna nel circuito di “Palchi Reali”, il fitto programma di spettacoli dal vivo nato per la valorizzazione, lo sviluppo e il rilancio delle residenze reali sabaude e del patrimonio storico artistico del Piemonte. Questa edizione è arricchita, inoltre, da laboratori per bambini, visite guidate e un’area bar sulla terrazza panoramica.
Diverse le opzioni di ingresso agli spettacoli: 10 € per il biglietto intero; 5 € per il ridotto (possessori tessera Abbonamento Musei, visitatori 15-19 anni, studenti universitari con tesserino, visitatori in possesso del biglietto per la visita guidata al Castello e Parco del Roccolo nella giornata dello spettacolo). È possibile sottoscrivere l’abbonamento alle quattro serate al costo di 30 €, mentre l’ingresso è gratuito per visitatori 0-14 anni, giornalisti con tesserino, disabili e accompagnatore. Dal 3 giugno i biglietti sono disponibili, con una maggiorazione, on line e nei punti di prevendita consultabili sul sito vivaticket.it. Nelle sere di spettacolo la biglietteria è aperta dalle 14.30 presso il Castello del Roccolo, situato in strada Romantica 17 a Busca. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al Cinema Lux di Busca in via Luigi Cadorna, 46.
Per informazioni e aggiornamenti consultare il sito fondazioneartea.org e la pagina Facebook @fondazioneartea.
IL PROGRAMMA
La seconda edizione di “Carte da decifrare” si annuncia ancora più immersiva e coinvolgente: il tema di quest’anno è la scrittura che diventa spettacolo con letture che sfiorano la rappresentazione teatrale per l’intensità d’interpretazione, i ritmi di scena, le atmosfere suggestive del luogo, la luce del crepuscolo e la musica. Musica il cui compito non sarà soltanto essere colonna sonora, ma quello di appuntare, contrappuntare, interagire, come un personaggio.
Ad aprire la rassegna venerdì 14 giugno sarà il recital concerto “Il più bello di tutti” del poeta narratore e interprete, amico e “sparring partner” di Vinicio Capossela, Vincenzo Costantino, detto Cinaski, di cui è recentemente uscito il libro dal titolo omonimo per la casa editrice Marcos Y Marcos, accompagnato dal pianista compositore Mell Morcone. Canzoni, letture, monologhi dove regna l’improvvisazione, in una prospettiva poetica che rintraccia le modalità dello stand up theatre di matrice anglosassone come della slam poetry statunitense e dove la “poesia vestita di musica” diventa momento di emancipazione, epifanie e sorrisi.
Sabato 15 giugno sarà la volta della blogger e scrittrice Enrica Tesio con “Filastorta d’amore” che presenta, insieme al poliedrico artista e amico Mao, uno spettacolo di rime cantate e prose fluide, tratto dal suo libro d’esordio come poetessa. La Filastorta di Enrica, disposta per canti come un piccolo poema, è un rimario di grazia e sentimento, una forma di resistenza ai luoghi comuni, alle certezze, ai musi lunghi, agli snobismi, alle mode. Rime per esprimere le luci e le ombre di una vita che si ingarbuglia veloce e si scioglie troppo lentamente, che chiede cura e spesso ne riserva poca, che ha molte richieste e poche risposte. Si proseguirà venerdì 21 giugno con “Tu Che Non Sei Romantica”, reading ad alto tasso di romanticismo tratto dall’ultimo romanzo del poeta, scrittore e performer Guido Catalano accompagnato dalle note del polistrumentista e compositore Matteo Castellan. Dopo il successo di D’amore si muore ma io no, Catalano torna con una nuova storia tenera ed esilarante, una storia piena di baci, di poesia, di gatti, di sguardi, ma anche di guerra e di paura, di sesso e di magia. E di amore, ovviamente.
Sabato 22 giugno l’ultimo appuntamento sarà con l’autore, attore, musicista e regista Ascanio Celestini che porta in scena “Storie e Controstorie” insieme al fisarmonicista Gianluca Casadei. ”Micro racconti – spiega Celestini – che iniziano e finiscono in pochi minuti, scritti in fretta e poi riletti e ri-detti, messi da parte e ripescati. Sono storie dette a margine di altri spettacoli… una specie di concept album dove canzoni diverse raccontano un unico luogo. Qualcuna proviene dalla tradizione popolare, ma tutte hanno in comune l’improvvisazione”.
TORINO, GLI APPUNTAMENTI DELLA COOPERATIVA BORGO PO
La Cooperativa Borgo Po e Decoratori (gli Imbianchini) – V. Lanfranchi 28 (dietro la Gran Madre) – Torino tel. 011.819.06.72 – 011. 819.59.18 , annuncia i prossimi appuntamenti in sede e non:
Giovedì 13 Giugno 2019, ore 18.00 in sede Germana Buffetti presenta l’antologia “Pagine in viaggio.Metropolis” Neos edizioni. Intervengono: Silvia Ramasso (Neos edizioni), Gianni Sartorio (International Help) e alcuni Autori. Dopo la presentazione Aperitivo (€ 15 prenotare allo 011.819.0672). I diritti d’autore e i proventi dell’apericena sosterranno l’attività di International Help.)
Venerdì 14 Giugno 2019 ore 18.30 a Collegno Certosa Reale Sala delle Arti Inaugurazione della mostra Marco Seveso – l’esigenza poetica, antologica Dipinti e Disegni 1964 – 2017. Monografia a cura di Angelo Mistrangelo e Giorgio Seveso.
Martedì 18 Giugno 2019, ore 18.00 in sede Rosanna Repetto e Marco D’Aponte presentano Storia di Torino a fumetti – nuova edizione, il Capricorno. La storia di Torino così non l’avete mai letta. Più di 2000 anni di storia, un solo protagonista: la città.
Dalle Corali :
Sabato 15 Giugno 2019 dalle ore 18.30 alle 23.30 “Io sono benvenuto” serata al Museo Egizio ( https://www.youtube.com/watch?v=5bjOqRk0H_U&feature=youtu.be)
organizzata musicalmente da Maria Silvia Merlini. Partecipa il CoroPò.
Domenica 23 Giugno 2019, la Corale Po e Borgo Po, il Coro giovanile beMole diretti da Maria Silvia Merlini e il Coro Rosa Mystica diretto da Barbara Sartorio danno vita alla terza edizione di Cantar sotto i ponti, passeggiata con animazione corale lungo il Po, con il patrocinio della Città di Torino e della Circoscrizione 8.
HANGAR STUDIO: CRISTIAN CIAMPORCERO, RITRATTO DI FAMIGLIA
15 giugno 2019
Ritratto di famiglia nasce in occasione di un evento, Accatelier 2018, presso Hangar Studio. In quella sede il pubblico, durante la mostra, si è reso disponibile a farsi ritrarre. Questo incontro è una sorta di “restituzione”, di chiusura del cerchio, nel quale tutti coloro che hanno offerto all’artista la propria icona, riceveranno un’opera. Nella stessa serata sarà presentato il catalogo edito da Prinp Editore “Ritratto di Famiglia”..