UN ALTRO SUCCESSO PER L’UNIVERSITA’ DEL PIEMONTE ORIENTALE

L’Università del Piemonte Orientale (UPO) ha ormai raggiunto una posizione di rilievo nel contesto nazionale delle Università; probabilmente importante è stata la collaborazione con le comunità locali, per le quali è diventata punto di riferimento per la produzione scientifica, il trasferimento tecnologico, la didattica e il dibattito culturale. E’ notizia di questi giorni che all’UPO quest’anno saranno trasferiti, con decreto, due milioni di euro in più rispetto all’anno passato. La bozza del decreto di finanziamento agli atenei che dovrebbe essere approvato entro agosto prevede infatti per l’UPO circa due milioni in più rispetto al 2018, che già era stato in crescita, un aumento di fondi che rappresenta ovviamente un premio per l’attività svolta. La valutazione positiva dell’ateneo, che motiva l’incremento di fondi, è il risultato di indicatori sulla produzione scientifica, le assunzioni di personale finalizzato alla ricerca e la gestione del costo standard per studente. Valutate in particolare molto positivamente: l’informatica, la sanità pubblica, la chimica-fisica, la biochimica, filosofia, storia, storia delle dottrine politiche, sociologia generale, lingue e letterature straniere, comparatistica, le scienze biologiche, politiche e sociali. L’Università del Piemonte Orientale si è classificata al quarto posto tra gli atenei di medie dimensioni. Quanto ai progetti di rilevanza nazionale, l’UPO ne ha visti approvati 23 per oltre 3 milioni di euro.

La storia dell’Università del Piemonte Orientale inizia ufficialmente nel 1998, ma a Vercelli il primo “Studium” risale al 1228, il settimo ad essere istituito in Italia. Il suo percorso istitutivo partì da Bologna, passando per Padova e fu proprio in una casa della città veneta che due delegati del comune di Vercelli e i rappresentanti degli studenti padovani sottoscrissero la “Charta Studii”, da cui nacque l’Università di Vercelli. L’esperienza durò fino al 1341 con interruzioni e riprese. Solo nel 1969 ritroviamo la presenza universitaria a Vercelli con una iniziativa dell’ospedale di Vercelli e della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, attraverso corsi paralleli prima a Vercelli e poi anche a Novara. Negli anni Ottanta nacque l’ipotesi di istituire un nuovo ateneo nel Piemonte orientale. Nel piano quadriennale 1986-1990 dell’Università di Torino viene presentato il progetto di sviluppo delle facoltà di Alessandria, Novara e Vercelli. Nel 1992 vennero create le “seconde facoltà” nei tre capoluoghi piemontesi, dove nascevano contestualmente consorzi e comitati per lo sviluppo del sistema universitario.

L’università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” nasce ufficialmente il 30 luglio 1998, quando il ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e tecnologica firma il decreto istitutivo. Venivano contestualmente istituite sette facoltà: Economia, Farmacia e Medicina e Chirurgia a Novara; Lettere e Filosofia a Vercelli; Giurisprudenza, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Scienze Politiche ad Alessandria (in fotografia la sede di Vercelli). Dallo scorporo dell’Università di Torino venivano trasferiti alla nuova Università tutti i beni immobili e mobili, le dotazioni, il personale, gli studenti e i rapporti giuridici che facevano capo all’ateneo di partenza. A seguito della riforma Gelmini, nel 2911, sono scomparse le facoltà e sono stati istituiti i sette nuovi dipartimenti, che svolgono insieme le funzioni di didattica e di ricerca.

G.D.P.