Premio Asti d’appello ricorda il giurato Carlo Federico Grosso e annuncia due nuovi romanzi partecipanti all’edizione 2019

L’associazione Premio Asti d’Appello ricorda e ringrazia l’avvocato Carlo Federico Grosso, recentemente scomparso, che dal 2009 ha fatto parte della giuria del Premio (nella foto, il terzo da destra) non mancando mai un’edizione e svolgendo il suo compito di giurato con passione, testimoniando un forte amore verso la letteratura e lasciando un ricordo indelebile in quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Continua intanto la selezione dei partecipanti all’edizione 2019 a cui si aggiungono due nuovi romanzi: dal Premio Bancarella “Preludio a un bacio” di Tony Laudadio (Enne Enne Editore) e dal Premio Rapallo “Maria” di Nadia Fusini (Einaudi).

Tony Laudadio in “Preludio a un bacio” racconta la storia di Emanuele, un musicista che suona agli angoli delle strade. Ha rinunciato a ogni affetto e contatto umano, tranne quello di Maria, che lavora in un bar e si prende cura di lui. Finché un giorno, dopo un’aggressione, Emanuele si risveglia in ospedale e si accorge d’un tratto che la sua apatia è scomparsa: persone e cose brillano di una nuova luce, spingendolo ad agire per rimediare agli errori di un passato sprecato. Non solo un romanzo, ma un monologo su carta ambientato in un teatro fatto di jazz, ricordi e rimpianti; l’autore ci consegna una storia colorata come una processione lungo le strade di una città di provincia, popolare e anche un po’ kitsch. “Preludio a un bacio” è la storia di una rinascita in crescendo, in corsa verso una felicità inafferrabile, ma comunque capace di dare senso a una vita intera.

Nadia Fusini, dopo aver prestato la voce a Virginia Woolf ed Emily Dickinson, Mary Shelley, Katherine Mansfield e Sylvia Plath, con “Maria” disegna una figura di donna che resterà a lungo nella mente del lettore. «Sono venuta a confessare un delitto». È una creatura docile e gentile a proferire questa frase terrificante. Si chiama María, ha la fissità di una statua e negli occhi una luce ardente, la stessa dell’isola da cui proviene. L’agente di polizia che in Questura redige la confessione, pur intuendone la pericolosa ambiguità, resta ammaliato e desidera immediatamente conoscere ogni cosa di lei – forse perché, a volte, orientarsi nella vita di una donna significa per un uomo avvicinarsi con ostinazione a se stesso. Fra l’aspirazione al divino e la condanna di avere un corpo, María racconta la sua storia. E rievoca quando rinunciò a tutto per andare a vivere con quello che sarebbe diventato suo marito e insieme il suo carceriere: le loro notti di amore accanito e la vergogna del giorno dopo, la gabbia della gelosia e il miracolo della libertà che non si compie mai. Ammette di essere finita nel labirinto di una passione tanto ineluttabile quanto assassina. Adesso sta scappando, alla ricerca del suo unico figlio.

“Preludio a un bacio” è già disponibile alla Biblioteca Astense per i soci del Premio.