LE PERLE NERE DELLA MUSICA a curadi Edoardo Ferrati

Metamorfosi: The Sound of Picasso Milhaud, Scaramouche op. 165; Poulenc, Villageaisas; Satie, Trois Gimnopédies/ La dive de l’Empire Stravinskij. Rag Time Music; Albeniz, Espana op. 165 n. 2; Debussy Children’s Corner; de Falla, Homenaje  Le tombeau de Debussy; Granados, Danzsa espanolas op. 37 n. 5

Luca Ciammarughi (pianoforte), Jacopo Taddei (sax) autori anche delle trascrizioni Concerto Classics (Skiria) CD 2111 reg. ottobre 2018 durata 59.26″

Viene introtto sul mercato  singolarmente il disco abbinato al sontuoso catalogo della mostra Le Metamorfosi di Picasso svoltasi a Palazzo Reale di Milano (18 ottobre 2018-17 febbrio 2019). Un CD con le musiche che hanno accompagnato il percorso artistico del genius spagnolo. I capolavori di un visionario visto attraverso una prospettiva inquieta, ossia il rapporto intrigante con il mito nei confronti dell’arte greco-romana. L’idea originaria del CD è di Mario Marcarini, general manager di Concerto Classics, convinto della possibilità di un fecondo dialogo tra musica e arti figurative. Picasso non amava parlare di musica, siamo privi di testimonianze circa i suoi gusti. Nonostante, dalle sue opere si può capire l’importanaza data alla musica stessa. Diversi suoi quadri, attarverso tutte le fasi della sua produzione, rappresentano scene con strumenti e musicisti. Questo CD tenta di chiedersi quali potrebbero essere stati in base al periodo e ai luoghi in cui l’artista ha sviluppato i suoi ascolti. Ecco così la Francia dove Picasso conobbe Satie, Milhaud e Poulenc. Poi, Debussy, Stravinskij e alcuni autori spagnoli come de Falla, Albeniz, Granados, impegnati nella ricerca coloristica e nella creazione di atmosfere protese verso il moderno. Ora, sorge la domanda; in quale modo tali autori entrano sulla lungheza d’onda con l’opera pittorica di Picasso? Il discorso è complesso e Cimmarughi cerca di dare una risposta in un saggio allegato al libretto del CD: In sintesi l’idea di un Picasso poco interessato alla musica è un luogo comune: basti pensare alla congerie di strumenti musicali, musici e ballerine che popolano i suoi quadri. Vi è un lavoro in particolare. “La joie de vivre” rappresentata proprio attraverso la musica, Per quanto riguarda Picasso e  i compositori spagnoli del tardo Ottocento si percepisce una sorta di legame di sangue, ma anche di milieu, dato che nei caffè di Barcellona, certamente Picasso sentiva la musica di Albeniz, Granados, de Falla. Picasso collaborò al balletto Parade su musiche di Satie, limitandosi non solo a realizzare scene e costumi, ma contribuendo in modo determinante nel processo creativo messo in atto da Jean Cocteau. Anche Poulenc e Milhaud, due figure centrali del Group de Six,, entrambe votate a ripartire da un’arte priva di eccessi enfatici e al contempo parigina fino alla radici, suscitarono le corde picassiane, mentre il brano di Debussy segna l’irruzione dell’arte afro-americana in quella europea. Un disco fresco e giovane, grazie alla bravura dei due interpreti che curano ogni suono in modo raffinato. Trascrizioni per pianoforte e sax proposte in una nuova versione alternativa a musiche not