PEDEMONTANA PIEMONTESE – test archeologici sul tracciato
La Pedemontana piemontese deve garantire un collegamento diretto di Biella con il sistema autostradale (collegare la superstrada con il casello dell’A26). Il tracciato del progetto è previsto a sud della SP 142 storica, tra Masserano e Gattinara. La Pedemontana piemontese (tratta Masserano – Ghemme) costituirà un’alternativa appunto alla SP 142 storica, perché sarà più funzionale sia in termini di capacità che di velocità. La nuova strada sarà a due carreggiate separate, ciascuna costituita da due corsie ed avrà una lunghezza di circa 14 chilometri. Il tracciato prevede svincoli a Masserano, a Roasio, a Gattinara e a fine tracciato, per la connessione con l’autostrada A26. Il progetto prevede inoltre sottopassi e cavalcavia in modo da garantire la continuità delle viabilità comunale e vicinale toccate. Il tracciato insiste sui territori delle province di Biella, Vercelli e Novara. Le opere d’arte maggiori del progetto definitivo comprendono: un viadotto, 5 ponti, 6 cavalcavia, 6 sottopassi, un casello di esazione del pedaggio. L’importo complessivo dell’intervento è di circa 204 milioni di euro, di cui 109 per lavori e 95 per spese tecniche di progettazione, direzione lavori, collaudo, espropri, imprevisti ecc., mentre la durata dei lavori è stimata in 1.441 gg. L’intervento rientra tra le infrastrutture strategiche prioritarie di interesse nazionale e regionale inserite nel “Piano operativo fondo sviluppo e coesione infrastrutture 2014-2020” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Pedemontana è finanziata per circa 124 milioni di euro con il Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 (delibera CIPE n. 25 del 10.8.2016) e per circa 80 milioni con fondi statali assegnati alla Regione Piemonte, ai sensi della legge “Sblocca Italia”. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha convocato e tenuto, nello scorso luglio, la Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto definitivo e per fare il punto sulla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, richiesta dal Ministero dell’Ambiente. Ora però c’è il rischio che i tempi si allunghino per i test archeologici richiesti dal Ministero competente su alcune aree di Gattinara e di Roasio (in zona erano stati rinvenute testimonianze significative della civiltà di Golasecca). Al termine di queste verifiche dovrà essere documentata la compatibilità del tracciato con i ritrovamenti archeologici attraverso una relazione da presentare al Ministero dei Beni Culturali. Ovviamente esiste il pericolo di perdere gli stanziamenti previsti se queste verifiche dovessero produrre un ritardo troppo consistente per l’avvio delle opere.
G.D.P.