Cappella della Visitazione
Originariamente questa cappella e quella attigua dei Santi Lorenzo e Martino formavano un unico ambiente. Nel giugno del 1600 i Tabussi, che ne erano i titolari, lo divisero in due parti cedendo quella di destra ai Berra. Costoro, che nella Collegiata possedevano già una cappella dedicata alla Visitazione, vi rinunciarono trasferendone il titolo in questa.
Oltre al titolo, i Berra trasferirono dalla vecchia cappella a quella nuova anche la pala raffigurante la Visitazione di Maria SS. a Santa Elisabetta che, stando alle visite pastorali, vi si trovava dagli anni attorno al 1595.
Si tratta di una copia dell’opera omonima, eseguita fra il 1584 e il 1586 per la chiesa dei Filippini di Roma (Santa Maria in Vallicella), dal pittore urbinate Federico Barocci, detto “Il Fiori”. Le due pale, infatti, sono pressoché uguali, ad eccezione di alcuni elementi secondari, come certi particolari del paesaggio che, oltre la finestra, fa da sfondo alla scena dell’incontro fra Maria ed Elisabetta e le due colombe che fanno capolino dalla cesta della donna accompagnatrice, che nella copia chierese sostituiscono le due gallinelle dell’originale. Probabilmente la copia dei Berra fu eseguita sulla base di una stampa che circolava in Piemonte in quegli anni.
Giovanni Romano è del parere che l’ignoto autore del quadro potrebbe essere Robert Levoyer, un pittore originario di Orléans, in Francia, che a Torino fu uno dei pittori preferiti del duca Carlo Emanuele I. Il Romano potrebbe essere giunto ad una tale convinzione perché a Chieri, nella chiesa di S. Domenico, c’è una copia, firmata Robert Levoyer d’Orléans, di un’altra opera del Barocci: un’Annunciazione il cui originale fu eseguito per la basilica di Loreto.
All’inizio dell’Ottocento la cappella diventò di patronato dell’avvocato Lorenzo Bosio. Alla fine degli anni Ottanta, le figlie Marianna, Angela e Rosa sull’altare, ai piedi della pala, fecero collocare l’ovale del Sacro Cuore dipinto da Tommaso Lorenzone.
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