CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – “Museo del Tessile, serve un piano condiviso per svilupparlo”

Intervista a Melanie Zefferino, neo-eletta Presidente della Fondazione del Tessile e per il Museo del tessile.

di Luciano Berruto

 

Zefferino con il sindaco Sicchiero (Foto Luciano Berruto)

Curatrice d’arte e docente italo-britannica con esperienza pluriennale in realtà manifatturiere, la professoressa Melanie Zefferino è la nuova Presidente della Fondazione chierese per il Tessile e del Museo del Tessile. E’ stata eletta all’unanimità lunedì 5 ottobre dal Cda della Fondazione, di cui ora fa parte. L’abbiamo intervistata per Centotorri.

-Cosa intende fare nella fondazione e per il museo?

“Dalla metà degli anni Novanta, quando si è costituita la Fondazione Chierese per il Tessile e successivamente il lascito di Brunetti è diventato collezione museale nelle sedi assegnate in uso dal Comune di Chieri, il Museo della città ha raggiunto molti traguardi. Con risorse economiche limitate, contando sulla partecipazione attiva e costante dei volontari che a vario titolo hanno collaborato con questa realtà, il Museo ha ridato vita a un edificio storico in disuso ed è diventato un polo di aggregazione dove si conserva, si riscopre e si condivide il patrimonio materiale e immateriale d’arte tessile di Chieri e non solo. Un patrimonio fatto di antichi saperi, tradizione e innovazione. Raccogliendo il lavoro del Dottor Mario Ghirardi, che ha fatto molto per il Museo, il mio compito sarà anzitutto quello di adoperarmi affinché si portino a compimento i progetti in corso, inclusi quelli archivistici e di digitalizzazione dei campionari e dei bozzetti affinché questi materiali siano più ampiamente fruibili anche a un pubblico di esperti. Si cercherà inoltre di stringere partenariati con altri musei del tessile per creare una rete sul territorio ma anche sulla scena internazionale.  Oggi, il Museo del Tessile di Chieri si trova naturalmente ad affrontare nuove sfide, che impongono alcuni cambiamenti. Sarà necessaria una riconfigurazione degli spazi funzionali nelle nostre sedi per renderli più fruibili e sostenere così le attività già avviate con diverse associazioni e così pure con giovani artisti d’arte tessile che contribuiscono a mantenere vitale e creativo il museo”.

-Quali sono i rapporti con il nostro territorio e il comune di Chieri?

“Un museo discosto dal proprio territorio è come un albero senza radici. Non è il caso del Museo del tessile di Chieri, che deve il suo patrimonio ai lasciti di Brunetti e altri imprenditori, la sua sede storica al Comune, e la sua operatività ai volontari. E’ intenzione mia e di tutto il C.d.A. stringere rapporti più costruttivi e di ampio respiro con il Comune di Chieri, in particolare il Sindaco e l’Assessore alla Cultura, Dott.ssa Antonella Giordano ma anche l’ufficio tecnico per ‘imbastire’ un piano condiviso lavoro mirato sia alle attività di conservazione, valorizzazione e fruizione delle collezioni esistenti, sia a concorrere a bandi che – se vinti – consentirebbero alla Città di Chieri di riportare il convento di Santa Chiara agli antichi splendori e fruire di un museo più articolato e funzionale sotto molti aspetti.”

-Qual è la sua valutazione della sede attuale e dell’Imbiancheria del Vajro?

“L’Imbiancheria, spazio cittadino destinato in via non esclusiva al Museo del Tessile è uno straordinario esempio di architettura industriale la cui riqualificazione può dare nuovo impulso vitale a una realtà che si presta a ospitare diverse iniziative. Non a caso il Comune di Chieri ha ricevuto fondi, grazie al Progetto Restart, in cui è coinvolto anche il Museo del Tessile e l’Associazione Punto a Capo che opera nei locali dell’ex-convento. Il Museo del Tessile sosterrà i progetti e le rassegne del Comune in quello spazio: abbiamo già espresso questo intendimento e lavoreremo al fianco dei promotori per il ‘restart’ delle attività all’Imbiancheria del Vajro, che sarà rinnovata anche strutturalmente grazie ad alcuni progetti di restauro approvati.”

-Come intende sviluppare la collaborazione con gli imprenditori tessili locali?

“Alcune aziende tessili del territorio nonché soci fondatori del Museo hanno sostenuto con la donazione di tessuti, filati e altri materiali la Sartoria Sociale coordinata da Cristina Favaro, Presidente dell’Associazione Punto e a Capo, che opera in alcune sale del Museo da qualche tempo. Ricordo che anche i volontari hanno contribuito alla sua operatività sgombrando alcuni locali della sede per metterli a disposizione di questa nuova realtà, la cui sinergia col Museo è stata premiata anche con la vincita di diversi bandi. La FiDiVi Tessitura Vergnano ha già espresso l’interesse a interagire con la Sartoria Sociale coinvolgendola, per esempio, nella realizzazione di alcuni manufatti di innovazione. La Remmert, azienda leader nella produzione dei nastri, realizzerà il label per i manufatti di pregio realizzati al museo, dai batik di … ai tessuti d’artista, ai capi d’abbigliamento della Sartoria Sociale. Ma in generale, i soci fondatori hanno espresso la volontà di essere più partecipi alle iniziative promosse dal Museo e sostenerlo. Ciò è possibile in vari modi, per esempio con elargizioni di beni utili ai laboratori… Vorrei avviare un ciclo di conferenze, “Ars et Industria” rivolto agli amanti e conoscitori delle arti applicate, quella tessile in particolare, e alla sua relazione sia con le belle arti che con i processi manifatturieri. Purtroppo le misure Covid impongono un rallentamento. Cercheremo di inserire il Museo del Tessile di Chieri nel circuito museale del Piemonte. Ma non solo, il museo può essere parte di un circuito di visite guidate alle molte eccellenze del territorio.”

-Quali attività intende avviare per la raccolta fondi per il finanziamento del museo?

“Stiamo già lavorando per partecipare a un bando internazionale per attività didattiche e creative all’insegna dell’inclusione. Questo bando, in scadenza, non è l’unico a cui cercheremo di partecipare. Appena scemeranno le restrizioni Covid, vorrei anche avviare un ciclo di mostre d’arte tessile premiando artisti internazionali che desiderino aprirsi al nostro pubblico, e naturalmente dare spazio a progettualità locali di merito. Entro la fine dell’anno vorremmo avviare il tesseramento degli “Amici del Museo del Tessile” e – fatte salve le limitazioni imposte per ragioni sanitarie – avremo aperture straordinarie domenicali.”

-Quali azioni prevede per la riqualificazione degli spazi e per la valorizzazione del patrimonio museale?

“La riqualificazione di una sede storica come il convento di Santa Chiara in Chieri non è certo una impresa che il nostro piccolo Museo del Tessile può intentare da solo. Siamo consapevoli della necessità di lavorare di concerto con il Comune e altri soggetti interessati per elaborare un progetto di restauro e riallestimento attuabile in diverse fasi, ciascuna finanziabile separatamente attraverso la partecipazione a bandi specifici. Nei prossimi mesi faremo ogni sforzo possibile in tal senso. Per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio museale si cercherà di attuareun miglioramento dell’accessibilità alla collezione attraverso il sito, ad esempio implementando la ricerca catalografica e pubblicando schede e testi di presentazione anche in inglese. Prevediamo alcune modifiche all’allestimento per integrare maggiormente il percorso espositivo al piano interrato con quanto è possibile vedere al piano terreno, ad esempio le piante tintorie e il laboratorio di tintura a cura di Emina Batik di Giulia Perin. Inoltre, abbiamo già contattato la UICI Torino per aiutarci a rendere meglio accessibile e più fruibile il nostro museo anche a persone ipovedenti. L’inclusione, un aspetto a cui tengo molto, è un obiettivo che l’arte tessile – forse più di altre arti – consente di raggiungere nel presente e in un futuro possibilmente migliore ricordando e riscoprendo come le filiere del passato coinvolgessero persone di ogni età e con abilità diverse nel ‘fare’ che si intrecciava alla creatività attraverso i ‘fili’ che legano l’essere umano alla natura.”