Il settimanale “Il Chierese”: “Leggete roba pulita”
di Valerio Maggio
L’amico Carlo Bagnasacco con uno dei suoi numerosi e interessanti interventi che, quasi giornalmente, posta su facebook (questa volta datato fine dicembre ed inerente la giornata chierese della ‘Buona Stampa’ in piazza Cavour) mi ha spinto ad effettuare una breve ricerca sull’argomento. Vi propongo brevemente i risultati.
Sul settimanale locale Il Chierese del 22 marzo 1952 un articolo non firmato ma da attribuirsi al direttore – il gesuita Padre Gallicet – ci racconta che «c’è (…) troppa cattiva stampa anche a Chieri, la città che viene creduta santa; ogni giorno è sempre più vasto e sentito da tutti il bisogno di bonificare questo campo immenso». «Papini – prosegue l’autore del pezzo – fra le principali cause del ‘rimbecillimento progressivo’ degli uomini moderni, enumera la stampa settimanale illustrata, che si occupa quasi soltanto di scandali mondani, di delitti e di stranezze, con eccessiva prevalenza delle immagini fotografiche sulle idee e sulle discussioni critiche». Ma non soltanto i settimanali dediti al gossip sono considerati deleteri visto che «alla stampa settimanale tiene bordone spesso quella quotidiana, in nome, s’intende, della indipendenza. Noi diremmo invece ben altra parola». «A questa azione deleteria occorre fare una barriera con la stampa buona. Noi non diciamo: non leggete, ma: leggete roba pulita, utile, educativa, pura essendo fonte di letizia e di gioia». Ed è a questo punto che l’estensore dell’articolo tira la volata al suo settimanale: «La giornata della stampa buona – scrive – comprende infine il nostro Chierese, il settimanale che ha sempre tenuto fede alla sua bandiera di cattolico, senza infingimenti e senza compromessi». Per poi concludere: «(…) il comunismo – e oggi, la bomba atomica – sono molto meno disastrosi per l’umanità che la stampa cattiva. La rovina disseminata dai primi due si arresta di fronte all’ eternità; quella della cattiva stampa perdura in eterno».
Del resto a stampare Il Chierese ci pensa da sempre la tipografia di Ernesto Bigliardi (nella foto) – prima in Via Conceria, poi in Strada Roaschia per poi tornare nuovamente nella vecchia sede sotto la sigla Edigraph (tuttora esistente e di proprietà di alcuni suoi ex dipendenti) – la cui attività è quasi totalmente imperniata nel dar voce alla ‘stampa cattolica’, non solo locale ma anche a quella con diffusione nazionale. In più dalle sue rotative (si fa per dire) escono i celebri “Bollettini parrocchiali” di mezzo Piemonte e non solo. Perché Ernesto Bigliardi il mestiere ce l’ha nel sangue sin dagli anni ’30 quando da giovanissimo lavora presso la tipografia Geuna e, più tardi, presso Astesano e Martano. L’8 Settembre ‘43 lo porta ad una coraggiosa scelta: associandosi all’ENDISI – l’ente nazionale per la distribuzione degli aiuti provenienti dal Vaticano – entra a far parte del C.L.N. Diventa così automatico alle prime elezioni amministrative subito dopo la Liberazione – presentarsi nelle liste della democrazia cristiana dove viene eletto consigliere comunale per ventidue anni consecutivi con incarichi vari fino a diventare, tra l’altro, assessore all’istruzione ed all’agricoltura. Con un simile curriculum il suo giornale “Il Chierese” non poteva che sposare con entusiasmo l’iniziativa del mondo cattolico legata alla giornata chierese della ‘Buona Stampa’ e pubblicare, sullo stesso numero, un elenco della ‘Nostra Stampa’ «non molto numerosa, che s’ispira all’idea cristiana ed è buona qualitativamente»”.
La Buona stampa
Quotidiani: L’Osservatore Romano e Il Popolo Nuovo .
Illustrati per ragazze e signorine: Alba – Gioia – Primavera – La Vispa Teresa – Mani di Fata.
Per le famiglie: L’Osservatore Romano della Domenica – La Famiglia Cristiana – Pro Famiglia.
Per i ragazzi: Il Vittorioso – Il Corrierino – Il Giornalino – Lo Scolaro – Vera Vita – Giovane.
Per persone di cultura: Sintesi – Educazione – La Madre – Letture, – Aggiornamenti – Il Nostro Tempo.
Per i lavoratori: La voce del Popolo – Conquiste del Lavoro – Lungo la via.