CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Chieri all’alba del ‘900: a San Luigi nasce la Leo

Ginnastica, ciclismo, calcio. I derby con la Fulgor…

di Valerio Maggio

Quando il XX secolo si propone di realizzare i sogni del mondo moderno ben più modesti, ma pur sempre importanti, sono i sogni che stanno per diventare realtà all’interno dell’oratorio San Luigi (aperto nel 1891) ovvero: fondare la Polisportiva Giovanile Salesiana Leo Chieri. Siamo agli albori del ‘900 e la neonata Leo (acronimo capovolto e molto pragmatico del detto Ora et labora) è pronta a far valere il suo ‘marchio’ in diverse discipline sportive: ginnastica, ciclismo e calcio. Calciatori di rango usciranno da quel campetto nei decenni successivi – e ancora sino ad oltre la metà degli anni ‘60 – capaci di far parlare di sé non soltanto i giornali locali (centinaia), regionali (ne ricordo alcuni fra i tanti non me ne vogliano gli altri: Bruno Lisa, Gianni Barberis, Roberto Manolino, Luciano Capello, Aldo Roccati) nazionali (Onesto Silano, Francesco Pogliano, Giuseppe Vay, Cece Stacchino), internazionali (Roberto Rosato vice campione del mondo a Messico ’70).

Ma non è di loro che voglio parlare e nemmeno dei tantissimi che hanno giostrato nei bollenti Tornei notturni conditi da un tifo surriscaldato, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, provocato «da un campanilismo, eccessivo – ricordava Roberto Manolino – quando ad affrontarsi in combattutissime stracittadine erano i padroni di casa della Leo e la Fulgor dei Gesuiti di Sant’Antonio». Succedeva che per riportare la calma il direttore dell’oratorio, don Baracco, dovesse ricorrere allo spegnimento – non senza qualche rischio per l’incolumità del pubblico e dei calciatori – dell’impianto di illuminazione mandando forzatamente tutti a casa.

La mia intenzione invece è quella di ‘festeggiare’ il compleanno dell’ultracentenaria Leo ricordando un simbolo tra i tanti ‘megaoratoriantifosi’ dell’undici in maglia arancione: Beppe Simonigh (1938 – 2002 in una foto degli ultimi anni). Beppe, nonostante una disabilità motoria, amava sfidare l’handicap che l’aveva colpito schierandosi tra i pali durante le quotidiane partitelle. In altri casi segnava le porte mettendo a terra il suo maglione e quello dei suoi compagni o, nella stagione estiva, le scatole vuote degli stick della ditta Audisio di Riva presso Chieri (stich = ghiaccioli per i più giovani) che, la sera prima, aveva provveduto a vendere per conto di don Baracco tra una gara e l’altra dello stesso Torneo.

In questi casi le traverse non c’erano ma venivano calcolate sull’altezza del portiere; conoscendo però le difficoltà di Beppe un tacito accordo faceva sì che i tiri venissero effettuati soltanto a mezza altezza, al massimo una spanna sopra il suo braccio alzato. Da giovanissimo era stato lo storico portierone della Leo, Biagio Toja, (nella foto) il suo punto di riferimento poi, verso i vent’anni, Simonigh – sempre innamorato dei ‘numeri 1’ – emigra spesso verso lo storico campo sportivo di Porta Torino dove ogni giovedì pomeriggio – indossata la tuta – è pronto a partecipare all’allenamento dei portieri dell’A.C.Chieri guidato, allora, dall’ex juventino: il nazionale Giovanni Viola. Si presta anche al ruolo di raccattapalle pur di restare a contatto con i difensori della rete azzurra: Baravalle, Pontoni, Lemonnier, Camposeo, Tagini, veri pezzi da novanta. Succedeva che – nei minuti finali dell’allenamento – quel quintetto di professionisti lo invitasse a schierarsi tra i pali per condividere insieme gli ultimi tiri in porta. Per la sua “vita da portiere” (non da mediano!) interamente vissuta in casa Leo dove – come ebbe a scrivere il settimanale Il Chierese nel 1961 «(…) prima ancora di costruire la chiesa viene sistemato il campo di calcio» – non poteva esserci un conclusivo e più emozionante ‘momento di gloria’.

Un derby che profuma di antico…

È del 1891 l’apertura a Chieri del primo oratorio salesiano sulla scia di quanto aveva fatto don Bosco in altre realtà inserendo lo sport – soprattutto il football – come componente essenziale del bagaglio formativo capace di creare la disponibilità dei ragazzi all’educazione cristiana. È dei primi del ‘900 il primo derby calcistico tra i ragazzi della Leo e quelli della Fulgor. (Nella foto in piedi da sn. a ds: Luigi Cravero (Fulgor), Mario Vergnano (Fulgor), Antonio Bosco (Leo), Riccardo Ronco (Leo), Giuseppe Capello (Leo), Ermanno Lorano (Leo), Giovanni Lampiano (Leo), Giuseppe Ronco (Leo), Pipino (Leo), Enrico Vergnano (Fulgor), Felice Griva (Fulgor), Silvio Chiapusso (Leo), Masoero (portiere Fulgor), Giuseppe Vaudano (Leo). In ginocchio da sn. a ds.: Emilio Rolando (Fulgor), Felice Francisetti (Fulgor). Seduti da sn. a ds.: Pietro Signorelli (Fulgor), Francesco Piazza (Fulgor), Mattone (portiere Leo).

 

(Fonte: Piero De Paoli, Giovanni Savarino, Valerio Maggio  Chieri sport 1900 – 1970 Tipografia E. Bigliardi & C. 1973)