La balaustra della chiesa parrocchiale (1755) e la chiesa di San Michele (1758)
di Antonio Mignozzetti
Almeno tre volte Bernardo Antonio Vittone ebbe a che fare con Buttigliera d’Asti. La prima nel 1755, quando il Comune gli chiese di eseguire un sopralluogo presso la chiesa parrocchiale per esprimere il suo parere su certi lavori che si intendeva compiere in prossimità del campanile e su un eventuale ampliamento della chiesa. Vittone sconsigliò i lavori in corrispondenza del campanile per evitarne il crollo, ma si disse favorevole all’ampliamento della chiesa: nel qual caso si sarebbe potuto abbattere il campanile e ricostruirlo a ridosso della chiesa ampliata. Per questo sopralluogo Vittone ricevette un compenso di 9,9 lire.
La seconda visita di Vittone a Buttigliera avvenne nel 1758 su invito della Compagnia dei Battuti, o del SS. Nome di Gesù, che lo incaricò di ricostruire la cappella della stessa Confraternita, che è dedicata a San Michele Arcangelo. Negli anni Venti del Novecento era ancora visibile in sacrestia, ma oggi è scomparso, un quadro contenente il suo disegno originale con la dicitura, scritta di suo pugno: “Elevazione e facciata esterna della chiesa della Confraternita del luogo di Buttigliera col progetto della cupola da farsi”. È controverso se si sia trattato di una ricostruzione totale o di una ristrutturazione: la maggior parte degli storici propendono per la prima ipotesi. I lavori iniziarono il 4 maggio 1758. Il 29 settembre del 1762, festa di San Michele Arcangelo, sebbene mancasse ancora la cupola, la nuova chiesa venne inaugurata con una solenne processione del SS. Sacramento partita dalla chiesa parrocchiale. La chiesa di San Michele è un edificio a croce greca molto semplice nella struttura e nella decorazione. Vittone aveva disegnato anche una cupola, che non fu realizzata. Al suo posto c’è un modesto catino probabilmente costruito da Mario Ludovico Quarini nel 1774. La facciata, essa pure dal semplice profilo, è divisa in due ordini da un cornicione fortemente aggettante. In entrambi gli ordini essa riceve movimento dalle numerose colonne e lesene che nell’ordine inferiore incorniciano l’ampio portale, in quello superiore la grande finestra rettangolare.
Nel 1760 Vittone fu a Buttigliera per la terza volta allorché fu richiesto del disegno di una nuova balaustra per l’altar maggiore della chiesa parrocchiale. Il disegno non ci è pervenuto, ma l’episodio è sufficientemente supportato da documenti degli archivi parrocchiale e comunale. Il 21 settembre 1760 nella sacrestia della parrocchia si riunì il Consiglio della Compagnia del Corpus Domini. Il tesoriere propose che “ … a decoro di detta Compagnia si devenisse alla costruzione di una Balaustra per l’altare magiore , a cui resta la presente Compagnia agregata, attesa la pessima qualità della presentanea Balaustra che resta afatto indecente”. Il tesoriere Bernardo Pasta presentò anche due disegni “stati formati da due mastri esperti riguardanti tal costruzione” senza dirne il nome. Ma nella riunione del 12 ottobre 1760 il Consiglio si dice d’accordo che la balaustra in questione “… venghi lavorata e piantata secondo il dissegno del Signor Ingegnere Vittone, et che si facij ad essa un usciolo di ferro lavorato a dovere ”. Dal libro dei conti della Compagnia del SS. Sacramento si apprende che la balaustra fu eseguita dal marmista Paolo Sartorelli ricevendone un compenso di 300 lire. Un mastro Alessandro fu pagato lire 52,10 per la fattura del cancelletto in ferro e lire 11 per la sua doratura.
(L’articolo si ispira a: Cesare Matta – Antonio Mignozzetti. Bernardo Vittone. Un architetto nel Piemonte del Settecento, Chieri 2015)