E’chiamato anche pilone “della ruffa” o degli “scuffiòt”
di Antonio Mignozzetti
E’ situato in una località compresa fra strada Fontaneto e strada Tetti Fasano. Il toponimo Gioncheto (Giunchè) deriva dai giunchi che costeggiano il rio Tepice che, dopo aver attraversato la città sotto terra, in fondo a via Vittone, nei pressi della scuola Quarini, torna allo scoperto, costeggia il pilone e si incammina per confluire nel rio Banna.
Fino a poco tempo fa era isolato in mezzo ai campi, e meravigliava questa sua solitudine . Fotografie di inizio Novecento lo raffigurano solitario fra file di gelsi. Oggi, al contrario, si trova assediato dai capannoni della Zona Industriale di Fontaneto.
E’ formato da due elementi ben distinti. Il primo è il pilone vero e proprio: una parete di mattoni faccia a vista nella quale si apre una nicchia, protetta da una rete di ferro, che racchiude il dipinto (di stile molto naif) raffigurante la Madonna del Rosario. Addossata a questo, che probabilmente è il nucleo originario e più antico della struttura attuale, all’inizio del Novecento si è tentato di costruire una piccola cappella: la stampa dell’epoca ne racconta l’intricata vicenda, che si concluse con un nulla di fatto: quella che doveva essere una cappella è rimasta una struttura incompiuta, dall’interno di mattoni faccia a vista, dalla pianta molto irregolare, con il tetto ad un unico spiovente e un’ampia tettoia sul davanti a protezione dell’immagine della Vergine. L‘altezza è di m. 4,60 nella parte anteriore e 4,00 in quella posteriore. La tettoia sporge per m. 3,20. I lati, partendo dalla nicchia e proseguendo in senso antiorario, misurano rispettivamente metri: 1,50; 1,85; 1,50; 3,10; 1,30; 1,50; 1,45; 1,70. Le dimensioni della nicchia sono 1,60 x1,40 x 0,20).
In passato, le mamme venivano presso questa Madonna a chiedere protezione per i bambini contro la “ruffa” o “crosta lattea”, una malattia molto frequente e difficilmente curabile (da cui il nome di pilone “della ruffa” o “degli scuffiot” cioè delle cuffie), e appendevano le loro cuffiette alla grata o ai salici circostanti.
Sebbene sia dislocata fuori mano, questa immagine mariana è ancora oggetto di devozione: sulla mensola di marmo alla base della nicchia vi sono spesso dei fiori e dei lumini, e nelle sere attorno al 15 agosto, festa dell’Assunta, la gente della borgata Tetti Fasano, ma anche di altre zone della città, si raduna attorno al pilone per la recita del Rosario.
“E i prati della regione Giuncheto – scriveva Epifanio Gallo – potrebbero narrarci le scampagnate dei Chieresi verso quel pilone della Madonna detta appunto del Giuncheto dove, in riva al Tepice, consumavano allegramente le loro merende” . Cosa che avveniva soprattutto il 15 agosto, festa dell’Assunta. “Mezza Chieri veniva attorno al nostro pilone – raccontava Anna Fasano, fino agli scorsi anni Ottanta proprietaria del terreno -. C’era la Messa celebrata da un sacerdote del Duomo e poi si faceva merenda”.
Nel 1914, un poeta chierese, Angelo Tirone, descrisse simpaticamente in versi (pubblicati dai giornali dell’epoca) la gente che, fin dal mattino, si radunava e, dopo aver pregato per i bambini, per i raccolti dei campi e per la pace (la prima Guerra Mondiale era alle porte) si sparpagliava per i campi per mangiare e bere in allegria. Succedeva anche che qualcuno alzasse il gomito, e allora, invece delle giaculatorie, ci scappasse qualche sproposito.