CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – 1971: Don Zappino è il nuovo parroco del Duomo

 

Evangelizzare i poveri e la grande passione per la fotografia

di Valerio Maggio

 

Don Antonio Zappino (1920 – 1988) – nella foto anni ‘70 archivio Gaidano&Matta mentre in piazza Duomo benedice i trattori nel corso della Festa del ringraziamento – consacrato sacerdote nel giugno del 1944 diventa vicario cooperatore prima nella parrocchia di Villastellone poi in Torino presso la chiesa di S. Teresa di Gesù Bambino e, successivamente, in quella dedicata a S. Francesco da Paola. Dal 1955 svolge le funzioni di parroco nella frazione Benne di Oglianico per poi trasferirsi a Casalgrasso. Nel luglio del 1971 – giusto mezzo secolo fa – è chiamato alla guida del Duomo di Chieri. Un incarico che si protrarrà per ben tredici anni sin quando i suoi gravi problemi di salute lo costringeranno a ritirarsi nella frazione Tuninetti di Carmagnola dove era nato e dove, già malato, continuerà la sua missione parrocchiale sino alla morte.

Raccontava: “Ero parroco a Casalgrasso e avevo sufficiente tempo libero per occuparmi del mio hobby: la fotografia. Un giorno mentre sto fotografando il Monviso sulla strada che porta a Saluzzo incontro l’arcivescovo di Torino Michele Pellegrino che aveva fatto accostare l’auto per potermi salutare. Qualche tempo dopo, sempre sulla stessa strada si ripete l’incontro. Padre Pellegrino mi rivede con la macchina fotografica a tracolla e senza mezzi termini mi dice: ‘Constatato il tempo libero che ti ritrovi è meglio che tu lasci Casalgrasso e vada ad occuparti di una parrocchia ben più grande, quella del Duomo di Chieri che ha bisogno di te’ ”. La tradizione vuole che la nomina a parroco del Duomo comporti ricevere in dote alcune onorificenze quali la nomina a Canonico effettivo e Arciprete della Collegiata Santa Maria della Scala. Ebbene, a quanto se ne sa, al contrario dei suoi predecessori, don Zappino chiede che non venga usato in pubblico tale titolo mosso dal desiderio di essere “un uno tra gli altri” al servizio della comunità.

Un servizio che lo porterà negli anni a far nascere il nuovo centro religioso nel quartiere delle Maddalene che più tardi diventerà parrocchia, a mettere in cantiere i non più dilazionabili restauri del Duomo – a un passo dal definitivo degrado – che lamentava anche un tetto a pezzi e crepe nei muri. Per i giovani lancia il ritrovo estivo preso la casa alpina del Gran Puy nei pressi di Pragelato; mentre in ambito sportivo – oratoriano consolida le iniziative fatte nascere tempo prima da un gruppo di giovani intraprendenti. Soprattutto il volley è portato sugli scudi trainato dai famosi tornei notturni settembrini giocati sul campetto di Casa Pamparato, in via Balbo aperti – non senza polemiche – anche alle squadre femminili.

Evangelizzare pauperibus (evangelizzare i poveri) stava scritto sullo stemma cardinalizio di Michele Pellegrino e tra quei poveri la Chiesa subalpina mette in primo piano chi lavora in fabbrica. Una problematica che scuote la comunità cattolica cittadina e don Zappino si fa promotore di iniziative per discutere, seguire, approfondire. Lo seguono altri parroci chi con slancio costruttivo e con entusiasmo (don Ferrero parroco di San Giorgio, don Gonella parroco di San Giacomo) chi con spirito molto più critico (don Ronco parroco di San Luigi Gonzaga). Nessuno rimarrà però indifferente a quei fermenti sociali non sottraendosi mai alla sfida pur ponendo sin da subito, in piena coscienza e onestà intellettuale, paletti ben definiti e invalicabili. Infine è stato l’attento cantore della natura (fiori, piante, insetti) attraverso la fotografia. Per molto tempo le sue diapositive, insieme a commenti catechistici da lui stesso curati, diventano audiovisivi utilizzati dalle più importanti case editrici cattoliche. Ancora oggi le Trappiste di Vitorchiano li diffondono in Italia e all’estero.