Senza pronto soccorso ma con strutture per eco e radiografie, alcuni specialisti e un adeguato numero di posti letto
Pandemia ancora al centro delle attenzioni, per la nuova ‘troika’ chiamata a guidare per i prossimi tre anni l’asl To 5: ma i cittadini di Chieri, Moncalieri, Nichelino, Carmagnola e la quarantina di comuni dei relativi distretti sanitari tornano a pensare alla salute in termini di normalità, ed è normale che si torni a parlare del futuro, futuribile ospedale unico. Angelo Pescarmona, nuovo direttore generale dell’asl To 5, ha fatto il punto della situazione nel primo incontro con la stampa del suo mandato. “L’asl non è semplice spettatrice – ha detto – delle scelte che la Regione Piemonte di concerto con i 40 sindaci del nostro territorio hanno fatto e faranno per individuare dove sorgerà l’ospedale nuovo e unico dell’asl. Prima di tutto, va detto cosa si intende fare degli attuali ospedali, e io sono convinto che dovranno restare operativi, perché attualmente solo il 35% della domanda di sanità dei nostri residenti può essere soddisfatta all’interno della nostra asl, e dunque per arrivare almeno al 50% occorre non solo un nuovo ospedale, ma anche mantenere gli attuali. Saranno, a cominciare da quello di Chieri, ospedali di ‘comunità’, qualcosa meno dell’ospedale di primo livello, senza pronto soccorso ma con strutture per eco e radiografie, la presenza di alcuni specialisti e un adeguato numero di posti letto.” Tornando alla scelta del sito per l’ospedale nuovo, Pescarmona si è detto convinto che “i sindaci e la Regione affrontino il tema con ragionevolezza, trovando presto una soluzione, dopo il gran lavoro fatto a livello di studi da Politecnico e Ires. Non si può più cincischiare, con il rischio di essere in coda agli altri che hanno scelto per tempo e perdere l’occasione.”