Una variante urbanistica, la 35, approvata dal consiglio comunale, può cambiare Chieri? Magari no, ma avviare un percorso di cambiamento, soprattutto nel centro storico, forse sì. «La variante 35 è il frutto di un lavoro di oltre un anno da parte dei nostri uffici e di un’attenta analisi sullo stato di fatto del patrimonio edilizio-spiega l’assessora all’Urbanistica e ai Lavori pubblici Flavia BIANCHI-il Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Chieri è stato adottato alla fine degli anni Ottanta, quindi modificato più volte, oggi è datato, di difficile lettura, con un apparato normativo complesso che rende difficile attuare interventi previsti dallo stesso Piano, ma soprattutto era concepito per la crescita in termini di espansione, piuttosto che per il recupero e la riqualificazione urbana. Ora le condizioni sono mutate e necessita, quindi, di aggiustamenti (seppur nei limiti di una variante parziale che non modifica la struttura del Piano), oltre al fatto che deve ancora essere adeguato al Piano Paesaggistico Regionale». Due i principi-guida che stanno alla base della Variante 35: favorire gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, anche per evitare ulteriore consumo di suolo; favorire l’ampliamento e la riqualificazione degli spazi pubblici e di uso pubblico, con particolare attenzione a sostenere soluzioni che rafforzino le occasioni di socialità e di incontro. Quindi, si riduce la capacità residenziale ma aumenta la capacità insediativa, tramite l’ampliamento delle destinazioni ammesse in edifici dismessi, la possibilità del cambio di destinazione in edifici del centro storico, l’identificazione di nuove aree servizi, l’estensione della possibilità di realizzare spazi destinati ad attività commerciali e pubblici esercizi.
Queste le principali novità introdotte dalla Variante 35:
1) In un centinaio di edifici del centro storico, dove oggi è ammessa solo la manutenzione straordinaria, si rendono ammissibili gli interventi di restauro e risanamento conservativo: «sono edifici che quando venne stilato il Piano regolatore erano recenti ma che oggi hanno la loro età-spiega l’assessora Flavia BIANCHI-giusto prevedere la possibilità non solo di interventi più significativi rispetto alla manutenzione straordinaria, ma anche il cambio di destinazione d’uso, per cui alcuni spazi da uffici, studi professionali o negozi potranno diventare abitazioni e viceversa, il che favorirà il recupero di immobili oggi sottoutilizzati»;
2) Si favorisce la possibilità di realizzare ascensori in edifici del centro storico
3) Sempre nel centro storico, l’area di via Tana viene destinata a parco urbano, al posto della costruzione di 40 nuovi alloggi mentre via Principe Amedeo, dove c’è un cantiere interrotto da molti anni, per favorire il completamento si è prevista la destinazione residenziale di tipo privato convenzionato, oltre ai servizi pubblici;
4) Nel quartiere Maddalene, verrà ricostruita la ex “Cascina La Maddalena”, attualmente un rudere (su cui la Soprintendenza ha tolto ogni vincolo di interesse culturale), con un’area interna dove insediare attività terziarie, commerciali e di servizi di quartiere
5) Si ampliano le destinazioni d’uso ammesse in edifici di origine industriale presenti nel tessuto urbano e ora dismessi, in modo da favorire l’insediamento di attività culturali o per il tempo libero e di attività o impianti sportivi; si estende la possibilità di realizzare in termini convenzionati con il Comune, spazi destinati a piccole attività commerciali o esercizi pubblici in aree a “Servizi pubblici o privati di pubblico interesse” per favorirne la sostenibilità economica o la funzione di presidio; si identificano due nuove aree Servizi in corrispondenza del campo sportivo in via Madonna della Scala e in frazione Pessione tra via M. Ortigara e Via Rossi;
6) Viene introdotta la possibilità di chiudere i vani scala aperti a scopo di miglioramento energetico.