Ricordo del calciatore simbolo del Chieri che tra il ’56 e il ’63 ha segnato 120 reti
di Valerio Maggio
È mancato all’età di 89 anni Gianni Barberis leggenda del calcio chierese. In azzurro tra il 1956 ed 1963 Barberis, Capitan Gianni, tipica mezz’ala di lusso per regia e realizzazioni, consacra la sua permanenza nel club segnando ben centoventi reti. Per decenni le sue imprese calcistiche sono rimaste impresse nella mente dei tifosi che avevano fatto di lui una vera bandiera. L’atleta in condizioni fisiche perfette ed in periodi di particolare vena – e non sono stati pochi – « (…) giostra brillantemente – scrivono le cronache sportive di quel periodo – con stile armonico ed elegante e soprattutto segna». Negli ambienti sportivi più caldi e, non solo, la figura della mezz’ala diventa sintesi per ragionare sul Chieri. Tanto che, ad una magnifica prestazione dell’undici, si accompagnava nei bar – ma anche negli ambienti dove il rumore del tifo arrivava con toni meno pronunciati – il commento in dialetto: “alura Barberis a ìera” (allora Barberis c’era: era in squadra). Intendendo con questo sottolineare come soltanto con la sua presenza in campo le vittorie azzurre potessero trasformarsi in autentici capolavori. I suoi primi passi calcistici conoscono il terreno del campetto dell’oratorio salesiano di S. Luigi, tradizionale fucina di campioni. Indossa così, quasi subito, la maglia del G.S. Leo, poi entra a far parte del vivaio del Toro. A soli diciott’anni passa al Casale e con i nerostellati, nella stagione 1950/51, debutta in serie C in un incontro incandescente e di campanile contro gli eterni rivali della Pro Vercelli. Il chierese matura calcisticamente nella storica squadra monferrina tanto che la sua fama di campione indiscusso convince lontane società a contattare il club piemontese per un eventuale suo trasferimento. Una fra tutte: la Sambenedettese, allora in serie B. Un suo passaggio tra i cadetti – (è ancora attuale od è retaggio di una cultura calcistica datata definire così i calciatori della seconda serie?) – avrebbe affinato ancor maggiormente le sue già notevoli doti aumentando le sue chances di portare avanti una splendida carriera. Ma ciò non avverrà per motivi indipendenti dalla sua volontà. Chiusa la sua permanenza tra i semiprofessionisti, approda invece all’ A.C. Chieri diventando, per lungo tempo, il calciatore simbolo della rinascita azzurra. Pier Carlo Urraci lo definirà spesso e volentieri sulle pagine sportive del settimanale locale Il Chierese: l’irresistibile fromboliere.