Il giornale di Emanuele Levi, 11 anni, racconta la città due secoli fa…
di Bruno Bonino
Emanuele Levi, di famiglia ebrea chierese, aveva undici anni quando suo padre, un industriale tessile, decise di mandarlo a studiare ad Asti dove vi era una prestigiosa scuola ebraica. Il ragazzo fu ospitato da parenti e dal gennaio 1822 iniziò a scrivere un diario per aggiornare la famiglia sugli studi e sui progressi fatti, sui nuovi ambienti e la città, sulle sue riflessioni e nostalgie. Per la correzione dei testi Emanuele si poté valere del prezioso aiuto dell’amico ventenne Lazzaro Artom, figlio primogenito della famiglia che lo ospitava. Anche se venne aiutato, Emanuele compì con la scrittura del diario un’impresa straordinaria per un ragazzo così giovane e per quell’epoca. Egli dedicò alcuni paragrafi alla città di Asti: “La parte orientale di questa città guarda la corrente del Tanaro che scorre sotto ad una collinetta (…) Nella parte occidentale obliqua verso il mezzodì vi scorre un piccolo fiumicello chiamato Borbo (ndr: il torrente Borbore) quasi sempre asciutto, e varcabile nell’estate, ma che fece però grandi irruzioni nel vicino borgo di S. Rocco in tempo di pioggia, e così suscettibile a tali inondazioni per la vicinanza del Tanaro in cui mette foce, e che più volte le rigetta, che appena si teme un temporale tutti i paesani circonvicini si allontanano dal pericolo di essere ingojati insieme colle loro case”. Delle bellezze architettoniche di Asti scrisse: “Molti antichi palazzi e torri altissime furono depressi o rinnovati, e varj altri monumenti esistono tuttavia e lasciano trasparire ovunque un po’ di gusto antico. Una copiosa biblioteca si trova nel seminario dirimpetto al palazzo vescovile, un Duomo antichissimo con bei monumenti di pittura e scoltura, una chiesa di S. Pietro di cui si vanta l’antichità”. Circa i suoi studi Emanuele scrisse con malcelata fierezza: “Io ho sentito altre volte fanciulli di mia età e i miei condiscepoli a leggere pubblicamente, ma con loro buona grazia non sapevano che cosa si dicessero, e non fo’ per darmene vanto ma sfiderei qualunque del mio grado a leggere correntemente ed intendere e gustare come fo io… Ah no! conosco che l’ho detta troppo grossa. Sì certo, ve ne saranno tra i molti di quelli che leggono meglio di me, ma tuttavia intendo dire che se si volesse eleggere la classe di chi sa ben leggere io sarei posto senza dubbio nel numero…”. “Il giornale di Emanuele” è stato pubblicato a cura del prof. Alberto Cavaglion nel 2005 da Sellerio editore – Palermo. Per la biografia di Emanuele Levi si può consultare il testo scritto da Aldo Levi nel “Dizionario Biografico dei Chieresi Illustri”, a cura dell’Associazione G. Avezzana – Edizioni Corriere 2010.
Nell’immagine: Asti – Torre Rossa, Torre Comentina, Torre Troyana, Torre Solaro (foto Bruno Bonino)