Anche quest’anno le feste natalizie in tono minore
di P. Pio Giuseppe Marcato op
Ci stiamo preparando al Natale di Gesù e alle festività del nuovo anno ben consapevoli che il ‘tradizionale’ clima natalizio stenta per tanti motivi a prendere forma con quell’alone di gioia e di mistero che dovrebbe caratterizzare questa circostanza. Inutile elencare le enormi difficoltà del momento: venti di guerre, in più parti del mondo, guerra in Ucraina, disastri ecologici, terremoti, femminicidi, morti sul lavoro, pandemia, difficoltà economiche, e in ogni famiglia si registrano insoddisfazioni e lamenti. Situazioni spesso drammatiche, paure di vario genere, vittime per mancanza di giustizia, libertà e dignità della persona, mancanza di speranza, questo e tanto altro ancora impedisce di fatto di assumere quegli atteggiamenti per poter celebrare con serenità la festa più attesa e desiderata del Natale e di concludere un anno che di sorprese, non certo positive, che ce ne ha proposte molte. Non bastano le luci, ridotte di numero e meno appariscenti per il rincaro delle bollette, i regali più limitati, gli spostamenti e i viaggi rinviati, lo scambio di auguri più contenuti… tutto questo ha avuto il merito di attenuare quell’atmosfera festaiola e dire che stiamo ricreando il ‘giusto’ livello delle feste che vogliamo celebrare. Non si vive senza speranza, ma il motivo deve coinvolgere e sollecitare il desiderio del più e del meglio altrimenti assale un senso non represso di angoscia che impedisce ogni altra prospettiva.
Ritornare ad un Natale povero, più intimo e familiare, non è poi una cosa così brutta, anzi, diventa un modo per riscoprire le origini e le semplici gioie, forse anche un rielaborare il più profondo senso religioso della vita e della pratica cristiana. Il fatto che il Natale avesse ormai preso la via del consumismo, dell’evasione, evidenziando più l’utile e il superfluo (e lo spreco) rendeva sempre più sottile il valore umano, familiare e religioso che richiedevano attenzione e delicatezza interiore. È vero, ogni cosa deve poter esprimere i suoi valori e non si può prendere e gettare via ogni cosa come retaggio di tempi passati che tanto non ritornano più. Ma proprio per le difficoltà che oggi ci costringono a diminuire lo sfarzo e lo spreco, c’è il bisogno di semplificare e rendere essenziali quei segni di solidarietà e condivisione che renderebbero il Natale più la festa dei cuori (e del mondo), e ridarebbero un senso più autentico e vero alle nostre stesse coscienze. La festa del Natale non è, né può restare solo, la festa dei colori, delle luci e dei bambini che aspettano il momento di aprire una finestrella di una casetta ‘fittizzia’ (e non la propria casa con i cuori del papà e della mamma!), l’incontro serale con gli amici, di preparare una cena-cenone più solenne; è e resta, invece, la festa del Signore Gesù, l’Uomo nuovo della storia, Colui che porta la vera pace, che rende nuovo e vero l’uomo che vuole vivere il superamento del male e le strutture di morte che sembrano dominare il convivere attuale.
Quello di cui oggi abbiamo maggiormente bisogno è la rinnovata presenza di Colui che ci ha offerto e che la propone in modo semplice ma totalmente gratuita la Pace: pace fra Cielo e terra, pace nel Mondo, nelle Famiglie e pace nei cuori. Lu è venuto, ma desidera ritornare tra noi, ma soprattutto in noi, per incoraggiarci e vivere nella gioia, senza inutili tristezze nella certezza che con Lui la verità, la sicurezza e la giustizia sono i doni indispensabili per tutti e per ciascuno. Anche questo Natale arriverà nel nostro oggi, troverà ancora povertà, miserie, solitudini, violenza ma anche tante speranze e il desiderio di bontà, dolcezza e amore. Non possiamo sprecare ancora una volta questa occasione per scambiarci in sincerità quegli auguri di gioia e di vita e di pace che soli possono essere certezza di aver accolto il vero dono che solo il Natale del Signore Gesù con il suo fascino e la sua semplicità sanno dare.
L’augurio del Buon Natale raggiunga ciascuno di noi e ci faccia essere davvero più buoni.