CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Chieri, 1956: il carnevale dei bambini tra balletti, stelle filanti e lotteria

Nella palestra di Piazza Pellico, con Gianduja e Giacometta…

di Valerio Maggio

Alla ricerca di un argomento da trattare su questo numero della rivista che copre i mesi di gennaio e febbraio – sovrapponendosi così ai giorni del Carnevale – mi ricordo di aver ‘salvato’ dall’archivio della Pro Chieri alcuni manifesti che pubblicizzavano momenti d’incontro legati al periodo (Veglioni, elezioni della Bela Tessiòira, Festa dei bambini). Avendo già più volte raccontato da diverse angolature la ‘Bela Tessiòira’ – inossidabile regina del carnevale chierese – questa volta parliamo dei più piccoli e del loro ‘divertimento in maschera’.

Correva l’anno 1956 e per l’8 febbraio le istituzioni (Ente provinciale del turismo, Citta di Chieri, Pro Chieri) – organizzano per le ore 17,30 nella palestra delle scuole (piazza Pellico n.d.r.) una «festa dei bambini in costume attorno a Gianduja e Giacometta con balletti della scuola del cav. Gustav Gerhard». Punto di riferimento per informazioni, preiscrizioni e iscrizioni l’agenzia Olivetti in via Vittorio Emanuele 36 sino al 6 febbraio. A seguire la manifestazione con tanti ragazzini accompagnati da genitori, nonni, cugini, amici.

Anche se è scarna la cronaca sui settimanali locali possiamo immaginare come si potesse presentare la palestra grazie anche ad una fotografia dell’edizione 1959 (tenutasi questa volta nella sala Consiglio del Municipio). Pur con condizioni invernali poco favorevoli, anzi decisamente contrarie  – l’intero Carnevale cittadino si svolgerà con temperature polari, come del resto in tutto il Paese, che raggiungeranno i -18°, con l’aggiunta di una  copiosa nevicata [siamo pur sempre in quel ’56 che ispirerà a Franco Califano l’omonima canzone con i celebri versi:« …chi l’ha vista mai/e zitta e zitta poi/la nevicata del cinquantasei/Roma era tutta candida /tutta pulita e lucida …» – fate, dame, cowboy, arlecchini, in miniatura, insieme a coriandoli, stelle filanti, e qualche rumoroso petardo, l’avranno certamente fatta da padrone poco prima dell’estrazione di biglietti della lotteria. Estrazione che Il Chierese ci racconta così: «Sono stati estratti alla presenza del Rag. Persico, Presidente della Pro Chieri, della Direttrice Dìdattica Sig.a Merlino Giuseppina, del Dr. Morello Consolato e della Maestra Bogliani, i biglietti della lotteria dei Bambini. Sono risultati vincenti ì biglietti n. 229 del bambino Carosso Giampaolo cui spetterà il bambolotto Gianduja e il n. 323 della bambina Varetto Flavia cui toccherà la Bambola Giacometta. L’estrazione è avvenuta a mezzo della bambina Giarde Maria Teresa. Per ritirare i premi ì bambini dovranno recarsi presso l’Agenzia Olivetti, via Vittorio Emanuele, accompagnati dai genitori, onde essere riconosciuti. Non è necessario il talloncino».

Una quindicina d’anni dopo quel Giampaolo Carosso – citato da Il Chierese, ormai da tutti conosciuto come Paolo e che avrebbe dovuto affiancare la sorella, il papà e la mamma nella conduzione del negozio di fiori nella centrale via Vittorio (da decenni la famiglia ne vantava la titolarità) – si ritaglierà invece una serie di professioni e di mestieri a volte contradditori tra loro. Perché la sua personalità eclettica voleva così. E se da un lato diventerà il primo importante concorrente dell’unica Agenzia di pompe funebri allora presente a Chieri dall’altro, negli stessi anni e in netto contrasto con la sua principale attività, si proporrà come figura a cavallo tra l’organizzatore di qualsiasi genere di eventi (ludici, musicali, sportivi) e manager musicale. Morirà nel 1993 a soli quarantanove anni.

(Foto Archivio storico Biblioteca civica sezione Storia locale – Archivio Gaidano&Matta).