L’ascesa del rossobrunismo putiniano
(Simone Pieranni, supplemento a Il Manifesto 25 aprile 2015)
«La guerra ucraina ha scatenato molte discussioni, aprendo a scontri verbali sui media e sulla rete tra fazioni: chi ha espresso solidarietà con Kiev e di chi lo ha fatto con le regioni orientali del paese. La confusa situazione dell’est ucraino, tra cittadini e lavoratori in armi, filo russi e neonazisti russi a tenere le redini dei principali battaglioni, ha fatto sì che l’antiatlantismo della “destra sociale” e della sinistra potesse trovare alcuni punti in comune nella guerra del Donbass. Così come il riferimento storico che richiama il rossobrunismo (…).
Si tratta di concomitanza di analisi e riflessioni che avvicina alcune istanze tipiche della destra sociale a quelle di una parte di sinistra antiatlantista spesso preda di teorie complottiste. Senza andare troppo indietro alle origini di quel fenomeno di rossobrunismo che si lega fin dagli anni 20 all’idea di “comunitarismo nazionalista” (…) oggi questa tendenza (…) rischia di creare situazioni imbarazzanti nelle riflessioni su eventi storici (…). Questa ipotesi politica contrapposta all’atlantismo e il fascino per Putin costituiscono le due caratteristiche più salienti di quello che potremmo ormai definire “rossobrunismo putiniano” (…) in grado di minare la capacità di leggere gli eventi in un mondo multipolare (…)».