CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Serafino Cortevesio, l’orologiaio dei chieresi

Quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. Storia di un negozio che ha attraversato le epoche

di Valerio Maggio

Quest’anno Serafino Cortevesio (1922 – 2001) – orefice e orologiaio con bottega all’ombra dell’ Arco – avrebbe compiuto cento anni. Ma noi partiamo da ben più lontano. Il nonno, infatti, apre a Chieri, già a fine ‘800 una orologeria  – oreficeria per poi trasferirla a Torino da dove fa ritorno  nel 1909  stabilendosi al civico 42 di Via Vittorio, proprio a due passi dal più noto dei monumenti cittadini. Di lì l’esercizio commerciale non si muoverà più per oltre settant’anni sino al trasferimento nei locali di via Vittorio angolo via Balbo, ultima destinazione prima della definitiva chiusura. Per la famiglia Cortevesio, quella di proporre al pubblico orologi gioielli è stata dunque una tradizione durata oltre tre quarti di secolo; portata avanti con abilità, senso del dovere e con infinita disponibilità verso i clienti che varcavano la soglia del negozio formato da un retro bottega abbastanza ampio e da uno spazioso locale che dava sulla via dove troneggiava un lungo bancone dai colori scuri, con un piano d’appoggio in panno verde. Alle pareti eleganti vetrine in legno massiccio, tipo etagère esponevano sveglie oltre agli articoli in argento: vassoi, zuccheriere, cornici e quant’altro.

Quando il timone passerà a Serafino e alle sue sorelle i Chieresi hanno, già da molto tempo la certezza, come l’orologeria del Centro sia in grado di soddisfarli in fatto di regali in occasione di battesimi, prime comunioni, fidanzamenti e matrimoni. Con il trascorrere degli anni Serafino Cortevesio si specializzerà  nell’arte di riparare orologi da polso delle migliori marche, antichi e moderni comprese le preziose ‘cipolle’. Accetta anche di aggiustare e di regolare quelli che oggi definiremmo ‘tarocchi’ e che all’epoca – anni ’50/60 – erano comunque oggetti di una discreta qualità. “Il bello del mio lavoro – raccontava mentre si sfilava dall’occhio il monocolo – è la passione per questa antica arte ricca di storia”. Una passione che lo avvicinava all’antico mestiere dei grandi maestri dei secoli scorsi che, pur disponendo di una modesta tecnologia, erano in grado di soddisfare le esigenze del cliente pronto a complimentarsi nel momento in cui rientrava in possesso del suo inseparabile orologio. L’orecchio dei presenti era dunque sollecitato da un continuo ticchettio; un ticchettio che, a tratti, diventava meno percepibile nel momento in cui scattava la suoneria di una sveglia o l’imponente battito di un pendolo. È in questo mondo che Serafino Cortevesio ha trascorso l’intero suo iter lavorativo. Un mondo che negli ultimi anni comincia a fare i conti con l’apertura delle prime orologerie – oreficerie all’interno dei grandi centri commerciali diventati presto temuti concorrenti pronti a proporre – per rispondere alla domanda “Che ora è ?” – orologi dove invece quadrante e lancette si materializzeranno dapprima  su display e successivamente su pc, cellulari, tablet, e   smartphone.