Ancora una primavera complicata, con il covid che resiste e la guerra che insanguina e distrugge, a occupare anche gli spazi dell’informazione locale, oltre che di quella planetaria. Una rivista come la nostra, fatta di storie e storia, racconta il presente dei profughi, con le loro paure e speranze, interrogandoci su come siamo e come vorremmo essere di fronte all’accoglienza: tema tutt’altro che nuovo, ma adesso declinato con sfumature diverse. L’altra attualità, quella locale, parla di progetti che partono (ex Tabasso) e che richiederanno attenzione e pazienza prima di una realizzazione non prossima. O di idee da verificare, come quelle che ci suggeriscono gli scavi di Via Tana e le possibile ricadute sul turismo. Poi, largo alla storia, più o meno remota, con curiosità assortite (dal funerale ‘mediatico’ di 100 anni fa alla inaugurazione, 50 anni fa, del Cottolengo) e i venti di guerra chieresi ai tempi del Vietnam. L’arte si concentra sull’evento dell’Imbiancheria e sul ritorno a Chieri di Ezio Gribaudo, l’artista che nel ’73 portò a Chieri a dipingere in piazza il meglio dell’arte contemporanea, oggi abbandonata nei magazzini comunali. Infine, pagine speciali: a Pasqua ci sono tradizioni gastronomiche che nemmeno questi tempi difficili possono fermare.
Gianni Giacone