L’antichissima fiera di San Martinno ha 600 anni. Ma Chieri, di Fiere, ne ebbe anche quattro…
di Antonio Mignozzetti
L’11 novembre, festa di San Martino, cade in un periodo dell’anno che in una società agricola coincideva con la fine dei lavori più impegnativi, ideale per organizzare fiere, feste e, soprattutto, traslochi. “Fare San Martino” per una famiglia di mezzadri significava “cambiare padrone”: cioè caricare su un carro le proprie masserizie e passare da una azienda agricola ad un’altra: chi non ricorda le struggenti sequenze del film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi? Oggi le cose sono cambiate: nessuno “fa più San Martino”, e i traslochi, le feste e le fiere si fanno in tutte le stagioni dell’anno. Ma a Chieri l’antichissima Fiera di San Martino si fa ancora, e la sua storia, magari insieme a quella delle altre fiere succedutesi nel tempo, merita di essere raccontata: anche se è un argomento sul quale non c’è da dire niente di nuovo dopo che, nel 2007, Massimo Raviolo ha pubblicato il libro: “Chieri in Fiera. Da San Giuliano e Santa Basilissa a San Martino”. In quanto città dall’economia fiorente, Chieri è sempre stata un centro di traffici, anche nel Medioevo, quando il commercio non era ancora regolato da norme particolari. E allorché, per le sue implicazioni nei rapporti fra le città, il Governo centrale incominciò a regolarlo, Chieri ebbe subito le sue fiere. Lo apprendiamo dagli scritti dello storico Luigi Cibrario: “Amedeo VIII… nel 1422 arricchì’ la terra di Chieri dell’annuo privilegio di due fiere”, precisando che esse “dovevano durare dieci giorni l’una” e dovevano essere tenute “la prima addì 21 di maggio in cui si celebra la festa di Santa Basilissa… l’altra il 6 di novembre”. La scelta delle date fu dovuta a più fattori: all’assenza negli stessi giorni di altre fiere nei dintorni, all’andamento dei lavori agricoli e alla concomitanza con le feste dei Santi Giuliano e Basilissa e San Martino. Concomitanza alla quale si deve anche il trasferimento della fiera autunnale dal 6 all’11 novembre e di quella primaverile dal 21 al 22 maggio (per non disturbare la processione in onore dei due Santi). Le fiere non erano concentrate in un punto della città ma disperse in ogni suo angolo: lungo tutta la via Maestra (via Vittorio Emanuele II), in piazza Mercadillo (piazza Mazzini), in piazza del Borgo (piazza Umberto I), in piazza d’Armi (piazza Cavour), davanti alle chiese di Sant’Antonio e di San Francesco (via Palazzo di città), in via Principe Amedeo, nell’odierna piazza Pellico fino a San Domenico: ognuno di questi luoghi era riservato ad una o più categorie merceologiche. In questa storia è particolarmente importante il 1838, perché in quell’anno Chieri, ritenendo insufficienti le fiere esistenti, ne chiese e ne ottenne una terza nel mese di settembre: una fiera di carattere prevalentemente zootecnico, inizialmente dedicata ai bovini e in seguito anche ai suini. Per stimolare l’interesse degli allevatori, ogni anno veniva organizzata una specie di mostra nella quale si premiavano i tre capi più belli. Questa fiera si teneva il 2 settembre, il giorno successivo a quello della festa votiva della Madonna delle Grazie, che fin dal 1630, anno della sua istituzione, si celebrava il 1° settembre. Si continuò a tenere il giorno dopo della festa anche quando, su richiesta del Comune, questa venne spostata: nel 1854 alla prima domenica di settembre, nel 1863 al primo lunedì e nel 1980 al secondo lunedì dello stesso mese. Altra data importante in fatto di fiere è il 1908: la crescita della città e della sua economia indusse il sindaco Francesco Fasano (ormai la cosa era diventata di competenza dell’Autorità locale) ad istituire una quarta fiera della durata di tre giorni (una domenica, un lunedì e un martedì) a fine gennaio. Anche questa fu quasi esclusivamente zootecnica, se si escludono i balli e gli spettacoli che si svolgevano nel Politeama di piazza Cavour. Venne chiamata “Fiera di San Francesco” perché, dopo essere stata tenuta tenuta per alcuni anni in piazza Cavour, venne trasferita in piazza San Francesco (piazza Dante) dove nel 1922, per iniziativa del sindaco Angelo Menzio, venne eretta anche l’ancora esistente tettoia. Negli anni Trenta del Novecento le fiere di maggio, gennaio e settembre vennero sospese. Rimase soltanto la fiera di San Martino: una fiera generalistica, che in forme diverse, in sedi diverse e con risultati diversi è proseguita fino ad oggi. Negli ultimi anni, sotto i nomi di Fiera di San Giorgio o di Festa del Freisa, si sta tentando di rivitalizzare anche la fiera di primavera.