L’associazione Divertirsi Aiutare Imparare: 8 giovani per aiutare i ragazzi
di Antonella Rutigliano
Pronta ad affiancare i ragazzi dai dieci anni in su che avranno bisogno di un affiancamento per studiare dopo l’ orario scolastico. Il DAI ( Divertirsi Aiutare Imparare) nato nel 2016, è formato da ragazzi dai 26 ai 31 anni: Vanessa Orrù, Vito Di Martino, Giulia Miniati, Michela Zungri, Mario Arnaldo, Stefano Masera, Ileana Dominici e Daniele Ienuso. I magnifici otto, hanno creato a Santena un Centro Giovani; un luogo dove i giovani come loro possono aderire all’ aula studio e fare altro. Stanno creando anche una piccola cucina. “Autogestione: pensiamo che i ragazzi debbano imparare a diventare autonomi. Non vogliamo aiutarli solo con italiano o con la matematica; vogliamo che vedano il Centro come uno spazio di tutti, dove tutti sono protagonisti e responsabili”, mi dice Vanessa Orrù Presidente del DAI. “Quel ‘dai’ è anche un’ incitazione a darsi una mossa, a reagire. Non dobbiamo aspettare gli altri, dobbiamo muoverci noi”. Tutto è iniziato sei anni fa, quando alcuni ragazzi con un’ età poco più di quella di Vanessa ( all’ epoca diciottenne ), andarono con coraggio e spirito civile in Comune. Chiesero di parlare con qualcuno a cui proporre le loro idee per cambiare una condizione che trovavano insostenibile. Non ritenevano possibile che non ci fosse un luogo dove i giovani potessero Divertirsi, Aiutarsi e Imparare. Francesco Maggio, Assessore alle Politiche Giovanili propose a quei ragazzi, prima di quel momento sconosciuti, di unirsi e di lavorare insieme. Intorno al Centro Giovani giravano un trecento ragazzi, anche di altri paesi. “Oltre ad affiancare i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Santena, prestiamo servizio di supporto anche per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Cambiano e ad alcuni liceali”. Magnifici per davvero; mentre altri, cito Greta Thunberg, fanno bla bla, loro creano e fanno per davvero. Roba da altro mondo. – Vanessa hai un lavoro? “Si”. Ed è un lavoro che non ha nulla a che fare con il progetto al Centro. Incredibile. – Allora perchè? “Trovo che sia assurdo che i giovani siano abbandonati a se stessi. Che non ci sia qualcuno che li ascolti. Che li accompagni e consigli nella scelta del cosa faranno dopo la scuola dell’ obbligo. Che non ci siano luoghi dove incontrarsi e creare insieme imparando gli uni dagli altri”. La cosa ancora piú incredibile e che all’ epoca questa giovane donna era la persona meno socievole di questa terra. “I ragazzi del Centro Giovani mi fecero capire che lì tutto era possibile e con il tempo, imparai a parlare con tutti”. Ed è quello che spera succeda agli altri. – Leggi? ” Si. Mi piacciono le autobiografie e biografie”. – C’ è una frase, un detto che ti porti appresso? ” È una frase di una canzone che ascoltavo da giovanissima e dice ” Vivo come se fosse possibile avere il cielo come punto di partenza non come limite”. Questa volta, non mi stupisco; Vanessa con questa visuale è riuscita a cambiare una realtà, a realizzare un progetto concreto. Il giorno del nostro incontro ci incontrammo dopo il lavoro: con lei c’ era Vito. Minuta, carina, ma incredibilmente seria e determinata; era vestita con un abbigliamento comodo e aveva i capelli castani raccolti in uno chignon. Quello chignon, che malgrado il tempo, le donne con un certo stile e personalità continuano ad amare.