CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Un racconto di Natale del 1953. Autore Giuseppe Pogliano: sarà vicesindaco e assessore di Chieri

Lo pubblicò il settimanale “Il  Chierese”

di Valerio Maggio

Sul settimanale Il Chierese, nel dicembre del 1953 – circondato da numerosissimi spazi occupati da inserzionisti pronti ad augurare alla comunità cittadina “Buone Feste” (di cui vi propongo qualche ‘assaggio’) – compare un racconto natalizio dal titolo “Qualcuno in pace”. A firmarlo un giovane Giuseppe Aurelio Pogliano(1). Leggiamone alcuni brani.

«(…) Era la notte di Natale, e la gente andava ai veglioni, alle feste, a ballare: tutti badavano a comportarsi nel modo più allegro possibile: sembra sia un’usanza. Qualcuno, vagava anch’egli nella notte di Natale, ma non era diretto a nessun festino, non voleva divertirsi: cercava. Anni fa, nella banca in cui era impiegato, si verificò un ammanco, in realtà compiuto dal capufficio, ma del quale fu accusato Luigi R. (perché così si chiama il nostro amico). È facile immaginare il processo e la condanna: venti anni perché era anche stato ucciso un guardiano. Passare quindi diversi anni in prigione, soli, per scontare qualcosa di cui si è innocenti, perdere il posto conquistato, doversi allontanare dagli amici, da tutto ciò che si amava sulla terra – e per niente in realtà, mentre chi è alla causa di tutti i guai, è fuori, allegro – non è certo stare in una condizione favorevole alla riconciliazione. Nei primi tempi si sopporta, poi si spera in qualcosa di indefinito ma che ci salverà, ma non sopravviene nulla: in seguito ci si rassegna, ma la rassegnazione si esaurisce, e dopo, (…) si pensa alla vendetta (…). Ora, alla vigilia di Natale è stato dimesso; ma la sacra data non lo ha commosso, lo ha solo stizzito (…). Nella notte in cui tutti si amano Luigi R. voleva prendersi la sua soddisfazione: la vendetta. E non gli sembrava strana l’idea di un simile atto la notte di Natale, che ci è sempre stata tramandata come avvolta in qualcosa di mistico e di leggendario; la sua azione non sarebbe stata molto meno irrispettosa di quella di tanti altri che, invece di gioire per la nascita del Redentore, approfittano del giorno di festa per divertirsi e soddisfarsi il più possibile, non sentendo la spiritualità della Gioia Cristiana del Natale. Camminando Luigi passava dinnanzi a osterie illuminate dentro le quali intravedeva persone semiubriache che si dibattevano e cantavano, osservava le sale da ballo entro le quali una gioventù spensierata ondeggiava ai ritmi sensuali delle musiche moderne, notava i volti allegri delle persone che lo sfioravano al passaggio (…). Quale contrasto. Ragionando così era giunto davanti a un edificio (…) dove giungeva un esile suono   di organo (…). Da vent’anni non era più entrato in una chiesa, in una vera chiesa. (…) Sentiva che l’organo con le sue note di lode a Dio lo invitava ad entrare. Cosa vado a fare lì dentro io? Ma poi si convinse che in fin dei conti non ci rimetteva nulla ad entrare. (…) Si trovava stupito in mezzo a quelle persone che avevano rinunciato ai festini per andare a Messa; egli invece quando lì si stava celebrando avrebbe dovuto… La voce del Vangelo lo colpì (…) e mentre ascoltava vide davanti il suo ex capoufficio in piedi colla famiglia col capo chino e subito nelle vene di Luigi il sangue ribollì; ma ancora si sentiva dire con parole vecchie di duemila anni: “(…) Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Rimase fino alla fine della Messa come quasi trasognato e, uscito, non aspettò nessuno. Andò a casa».

  • Giuseppe Aurelio Pogliano (1936 – 2017) è stato assessore e vicesindaco di Chieri. Segretario della locale sezione D.C. in rappresentanza della corrente “amici di Colombo” ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Maggiore. Economista e collaboratore di Giovanni Agnelli è cresciuto professionalmente alla Riv prima di proprietà Fiat poi passata alla svedese Skf. Per un certo periodo è stato revisore dei conti dell’Eni.