“Marcia su Roma e dintorni”, di Emilio Lussu. “Ora anche i cattolici protestano”
di Valerio Maggio
Nel momento in cui questo numero della rivista va in stampa non è stato ancora pubblicato dall’Amministrazione comunale il programma delle manifestazioni dedicate al 78esimo anniversario del XXV Aprile. Una data da non dimenticare – negli ultimi tempi alquanto maltrattata anche dalle nostre parti – anziché essere diventata, con il trascorrere dei decenni, un “patrimonio comune” legato alla liberazione del Paese dall’occupazione nazista e dal ventennio di regime fascista. Regime salito al potere il 28 ottobre 1922 e consolidato a partire dal 1923 (proprio cent’anni fa). Su quei, fatti più volte raccontati, vi propongo una pagina tratta da un libro datatissimo: “Marcia su Roma e dintorni” di *Emilio Lusso pubblicato prima in francese e in inglese (a Londra a New York) poi in spagnolo, in tedesco e in portoghese. La prima edizione in italiano, per ovvie ragioni, appare nella capitale francese nel 1933. La prima in Italia – a “Roma liberata” – è dell’autunno 1944.
«Siamo nella seconda metà del 1923. Il fascismo tiene il potere indisturbato – ma i giornali fascisti rimangono invenduti e nessuno vuol leggerli. Il fascismo esige sempre consensi. “Il consenso” spiega il filosofo Gentile “è reale e quando è spontaneo e quando è forzato”. Sicché tutti, manganello alla mano, si lanciano alla ricerca del “reale”. E le forze dello Stato ne aprono le vie. Gli antifascisti vengono espulsi dalle amministrazioni pubbliche e quelle private. La polizia non li perde di vista e li addita agli squadristi. Gli squadristi fanno altrettanto e li additano alla polizia. Il servizio è reciproco. Lo Stato paga e provvede. La polizia comune, la Milizia fascista e gli squadristi sono insufficienti. Un’altra polizia speciale, allestita con rigore scientifico, è subito creata. Ma il fascismo non si sente ancora sicuro: bisogna che tutti gli oppositori sentano il peso della forza. L’operazione è rapidamente compiuta con tattica orizzontale e verticale. Le opposizioni resistono solo a mezzo stampa. Ora anche i cattolici protestano e il Santo Padre è con loro. Don Sturzo è in esilio (…) ».
*Emilio Lussu (1890 – 1975) Ufficiale nella Brigata Sassari nella guerra 1915/1918 è tra i fondatori nel dopoguerra del Partito sardo d’Azione. Deputato nel 1921 prese parte alla secessione aventina. Perseguitato dal regime fascista deportato a Lipari, da dove evase nel 1929, fu tra i fondatori di “Giustizia e Libertà”, nella direzione del Partito d’Azione dal quale passò al Psi. Ministro nel governo Parri e nel primo gabinetto De Gasperi è stato senatore e nel 1964 aderisce allo Psiup.