Per quasi mezzo secolo rettore dell’Annunciata, per decenni insegnante, artista di valore
di Gianni Giacone
Venticinque anni fa, novembre 1998, Chieri ha perso Don Lorenzo Burzio: un uomo tanto schivo quanto per Chieri e i chieresi fondamentale, per le sue virtù di pioniere dell’insegnamento moderno e della comunicazione, per quasi mezzo secolo rettore del Santuario dell’Annunziata, artista di valore, animatore culturale e insegnante di religione per tre generazioni di ragazzi chieresi. A Don Burzio noi di 100torri dobbiamo tanto, visto che, con una intuizione delle sue, nel 1976 fondò Radio Centotorri, da cui nel tempo nacquero, quasi con parto spontaneo, la rivista Centotorri e il quotidiano online 100torri.it.
Don Burzio, che resta nel cuore e nella memoria di migliaia di chieresi, è stato fino ad oggi ricordato assai meno dei suoi meriti: un libro a lui dedicato, pubblicato nel 2008 a dieci anni dalla scomparsa, e qualche timido tentativo di valorizzare la sua arte. Proprio qui cerchiamo di cogliere l’occasione per ricordare un momento quasi inedito e certo ai più sconosciuto della sua vita chierese: nel giugno del 1959 una sua opera d’arte, una piccola statua della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri, fu donata alla stazione chierese, allora in Piazza Pellico, e inaugurata con una cerimonia solenne. Da un settimanale dell’epoca:
“Per la prima volta l’immagine della Virgo Fidelis ha lasciato il tradizionale bassorilievo dell’Arma dei Carabinieri per assumere fattezza di statuina. A modellarla è stato don Renzo Burzio, rettore del Santuario dell’Annunziata e cappellano delle nostre carceri mandamentali. Da ieri questa prima Madonnina dei carabinieri troneggia nel centro del cortile della caserma di Piazza Pellico, riserbando nella snella figurina di ceramica morbidi riflessi iridescenti. Ed alle 10, come vuole la simpatica tradizione, la statua ha avuto il suo battesimo con la benedizione impartita dal cappellano capo militare mons. Sona che, subito dopo, ha celebrato la Messa al campo. Presenti alla cerimonia erano tutte le autorità cittadine, col sindaco comm. Bruno, il pretore dott. Mancuso, il comandante del Centro Raccolta e Smistamento maggiore La Camera, i rappresentanti delle categorie industriali, artigiane e commercianti ed un folto gruppo di carabinieri in congedo col presidente Poddie. Faceva gli onori di casa il comandante della stazione maresciallo maggiore cav. Postiglione. “
L’articolo cita poi tra i presenti il cavalier Stefano Vergnano, presidente della LIT.
Di quella statua si sono perse le tracce e sembra difficile che, a 64 anni di distanza, qualcuno le possa ritrovare. Ma, forse, di Don Burzio qualcuno dovrebbe, a 25 anni dalla sua scomparsa, occuparsi seriamente. Magari intitolandogli una scuola, o uno spazio d’arte. Senza di lui, questa città non sarebbe la stessa. E certo non sarebbe migliore.